VISITA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CARLO AZEGLIO CIAMPI
NELLA REPUBBLICA FEDERALE DI GERMANIA
INTERVENTO ALLA BANCA CENTRALE EUROPEA
(Francoforte, 14 luglio 1999)
Caro Presidente, caro Wim, membri del Consiglio e, se posso così dire, cari colleghi,
sto compiendo la mia prima visita ufficiale all'estero quale Presidente della
Repubblica Italiana. Ho incontrato oggi il Presidente della Repubblica Federale
di Germania e incontrerò domani il Cancelliere. Ho espresso il desiderio che un
incontro alla Banca Centrale Europea facesse parte del programma di questa
visita. Volevo così sottolineare il fatto che nel territorio della Repubblica
Federale di Germania ha sede una istituzione fondamentale dell'Unione Europea,
l'ultima nata in ordine di tempo ma anche quella con la quale il grande processo
di unione politica del nostro Continente, iniziato cinquant'anni orsono, ha
probabilmente raggiunto - a tutt'oggi - il suo punto più avanzato.
Ma desideravo quest'incontro anche per motivi più personali: la professione di
banchiere centrale che ho esercitato per 47 anni della mia vita e i rapporti di
conoscenza diretta e di lavoro che mi hanno legato a voi per molti anni. Vedo
qui volti e persone con le quali condivido ricordi ed esperienze, vincoli
d'amicizia, che risalgono a due o tre decenni.
Voi, membri del Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea, e quelli di
voi che sono anche membri del suo Comitato Esecutivo, costituite i due organi di
vertice nel governo della moneta degli europei. Sappiamo bene quanto importante
sia, in una economia di mercato basata sullo scambio e sulla divisione del
lavoro, poter fare riferimento a una misura stabile dei valori economici, a un
mezzo di scambio che goda la fiducia di ogni cittadino, a uno strumento in cui
ognuno possa conservare il proprio risparmio senza timore di vederlo consumato
dall'inflazione. Se la moneta a cui sono affidate queste funzioni non è più
diversa da Stato a Stato, ma unica per un vasto numero di Paesi ancora sovrani
in tanti aspetti della loro organizzazione politica e istituzionale, è perché
dalle macerie fisiche e morali delle guerre che ci avevano lacerato nella prima
metà del secolo che sta per terminare, si è saputo costruire un'unione,
l'inizio di una comune società: la moneta è espressione e fattore di unione
sociale.
Alla moneta unica siamo giunti poco più di sei mesi orsono. Voi avete avuto
solo un breve periodo per compiere, dall'inizio del giugno 1998, la vasta e
complessa opera di preparazione tecnica e organizzativa necessaria all'avvio
dell'euro. Il brillante superamento della fase iniziale, nel gennaio scorso, è
stata la prova della eccellente qualità del vostro lavoro.
Ma la stessa prova molti di voi avevano già dato in precedenza lungo il
decennio che iniziò con la formazione del comitato Delors nel 1988 e terminò
con la riunione dei Capi di Stato e di Governo che nel maggio 1998 istituì la
Banca Centrale Europea. Associare i governatori delle banche centrali alla
definizione stessa del progetto di unione monetaria fu una decisione
lungimirante che ha dato frutti positivi. Prevalse lungo tutto il cammino
compiuto un duplice impegno delle banche centrali. Innanzi tutto, l'impegno a
definire in teoria e poi preparare in pratica un sistema di banche centrali e di
governo della moneta rispondente ai più rigorosi canoni tecnici ed economici
che l'esperienza ha identificato nel corso di molte generazioni: impegno massimo
nel conseguimento della stabilità dei prezzi, indipendenza nell'esercizio delle
funzioni di banca centrale, strutture tecniche e organizzative efficienti e
competenti. In secondo luogo, l'impegno a rispettare e assecondare la visione
storica e civile in cui il progetto della moneta unica si iscriveva: quella di
un'Europa unita nei principi della pace, della democrazia, delle libertà
economiche e civili.
Alcuni di voi appartengono a una generazione fortunata che non ha conosciuto
direttamente le sofferenze e le distruzioni della guerra. Quando, nel 1946,
all'età di ventisei anni, assunsi servizio nella Banca d'Italia, avevo alle
spalle non solo gli anni dello studio universitario, ma anche l'esperienza della
dittatura politica e quella del fronte di guerra. Attraverso quelle esperienze
maturarono in me le convinzioni civili ed europee che hanno guidato prima la mia
azione di banchiere centrale poi di uomo di Governo ed ora di Presidente della
Repubblica.
So di condividere con voi queste convinzioni. Sappiamo che l'indipendenza con la
quale il banchiere centrale deve poter perseguire il proprio compito di custode
della moneta ha fondamento non solo negli statuti e nelle disposizioni
giuridiche, non solo nella conoscenza dei meccanismi complessi con cui la moneta
opera nei sistemi economici moderni, ma anche e soprattutto sia nella
consapevolezza dell'impatto dell'esercizio delle proprie funzioni sull'economia
e sulla società, sia nello spirito con il quale esercitare quelle funzioni al
servizio delle istituzioni e della collettività.
L'impegno col quale i banchieri centrali hanno svolto il loro compito nel lungo
decennio della preparazione sarà necessario anche negli anni a venire. Un
impegno tecnico, perché governare la moneta unica di un sistema monetario
ancora in formazione é una sfida ancor più difficile di quella che normalmente
una banca centrale deve affrontare. E la Banca Centrale Europea dovrà, proprio
attraverso questa sfida, costruire e rafforzare il prestigio di cui ha bisogno
per essere pienamente efficace.
Ma anche un impegno civile, perché, diversamente dalle banche centrali in cui
molti di voi hanno operato per lunghi anni, quella di cui oggi componete il
Consiglio è parte di un sistema politico in evoluzione. Vi è una metà
dell'Europa che si è affacciata alla libertà economica e politica solo di
recente e che guarda all'Unione Europea con lo stesso spirito e la stessa
speranza che animò i padri fondatori delle prime Comunità Europee. Vi è
un'unione politica ancora allo stato embrionale, mentre l'urgenza di difendere i
suoi valori fondanti ci ha imposto, proprio in questi mesi, di agire sul piano
politico e militare come un'unità.
E' in questo processo storico che la Banca Centrale Europea compie i primi passi
di un cammino che sarà lungo e ricco di sviluppi nel campo a voi affidato così
come negli altri che con esso fanno sistema: politico, economico, sociale.
Per questo cammino vi rivolgo un vivo e affettuoso augurio.