INCONTRO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
CON IL CAV.GR CR. SEN. GERARDO AGOSTINI
PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE
NAZIONALE FRA MUTILATI E INVALIDI DI GUERRA E CON I DIRIGENTI NAZIONALI
DEL SODALIZIO
Palazzo del Quirinale, 25 ottobre 1999
Ringraziare il Presidente Agostini per quello che ha detto, non basta. Desidero ringraziare voi per essere qui. Era, per me, un dovere incontrarvi qui, perché io sono uno di voi e, quindi, era naturale e doveroso che, essendo stato eletto alla carica di Presidente della Repubblica, volessi avervi un giorno vicino. E' quello che sta avvenendo oggi. Quindi, non mi dovete ringraziare, ma sono io a doverlo fare.
Il Presidente Agostini ha ricordato lo scopo dell'Associazione che fu creata oltre 80 anni fa e alla quale sono stato lieto di aderire.
E' un'Associazione che si è riproposta, soprattutto, di mantenere vivi - lo ha fatto e lo sta facendo - quei valori per i quali ciascuno di voi, ognuno di quelli che sono stati con noi, compagni nell'Associazione e che oggi non ci sono più, hanno operato con un dono più o meno rilevante della propria salute.
Quei valori che ho ritenuto di richiamare già nel messaggio di insediamento al Parlamento, sono i valori di libertà, di democrazia e di unità del nostro Paese.
Credo che le vicende degli ultimi anni abbiano consolidato questi valori. Lo sentiamo nel nostro interno, lo avvertiamo ancor più quando, per esempio, ci troviamo ad andare all'estero. Il prestigio del nostro Paese, nell'Europa e nel mondo, non è stato mai così solido come lo è oggi. E, di questo, bisogna avere consapevolezza ma anche responsabilità nei nostri comportamenti quotidiani.
Momenti di smarrimento che, forse, si sono avuti e che, in qualche occasione, ci hanno fatto, quasi, dubitare della nostra capacità di mantenere unito il nostro Paese, sono stati superati. Oggi, visitando l'Italia, al nord come al sud, si ha questa chiara sensazione. Credetemi, è di grande consolazione, anche andando in alcune province del nord, il veder partecipare alle riunioni tutti i Sindaci di quella Provincia e vederli tutti quanti con la fascia tricolore, orgogliosi di portarla. Questo, è un fatto importante; è un segno visibile di quello che è il nuovo stato d'animo del Paese. Certo, ogni giorno abbiamo le nostre vicende, i nostri dubbi, le nostre preoccupazioni, ma se noi, con tenacia, con determinazione continuiamo ad operare con fedeltà a quei valori che richiamava il Presidente Agostini, possiamo essere tranquilli che il Paese andrà avanti.
Sono pienamente d'accordo sul fatto che il valore dell'Associazione sta nell'avere mantenuto viva la memoria. Quindi, è importante che questa memoria rimanga anche quando noi non saremo più.
L'idea della Fondazione la condivido appieno. Mi auguro che si affermi. Per quanto posso, la sosterrò perché il progetto si realizzi. Tutto quello che l'Associazione svolge, sta svolgendo e ha svolto in passato, bisogna vederlo in questa realtà: noi siamo stati capaci di mantenere viva la memoria, anche in momenti non facili e, oggi, abbiamo la soddisfazione di vedere che quella memoria c'è, che sono stati conservati validi i valori fondamentali per i quali noi abbiamo servito la Patria.
Anche la parola Patria era diventata quasi desueta. L'ho detto altre volte: si preferiva parlare di Paese, magari anche con la "p" minuscola. Oggi, la parola Patria viene pronunciata con orgoglio.
Con questi sentimenti sono, oggi, qua con voi per ringraziarvi per quello che avete fatto e state facendo, per come lo avete svolto e per lo spirito col quale state operando. Questo spirito è simile a quello dei giorni della nostra gioventù, quando in "grigioverde" o in "azzurro", o in "blu marina" - a secondo l'Arma nella quale siamo stati chiamati a operare - abbiamo obbedito a sentimenti profondi. E, mai, ci siamo pentiti di esserci comportati in quella maniera. Mai abbiamo avuto dubbi, anche nei momenti difficili, nello sconforto del dopoguerra; anzi, ricordo sempre quei giorni che furono tra i più belli della mia vita, quando - sono solito ancora dirlo - la mattina ci svegliavamo convinti che saremmo arrivati a sera avendo fatto un passo avanti. Così facemmo la ricostruzione, così riaffermammo i valori di democrazia, di libertà del nostro Paese, così siamo stati capaci di entrare nell'Europa, in un'Europa che è veramente il futuro per tutti quanti noi.
Quindi, grazie di nuovo e insieme a continuiamo a operare. Credetemi, lo faccio con grande umiltà. Non credevo che io, uno di voi, mi sarei trovato qui, oggi, con questa carica. Ci sono, ho l'orgoglio del mio Paese, ho la consapevolezza delle forze del mio Paese, ma, anche la consapevolezza che solo un'opera tenace, quotidiana e fedele a quei princìpi, farà sì che anche ora, nel prossimo futuro, nel secolo che sta per aprirsi, si possa arrivare a sera avendo fatto un passo avanti.
Grazie.