VISITA DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
ALLA CITTA' DI
VARESE
IN OCCASIONE DELL'INAUGURAZIONE DEI
RESTAURI DI VILLA MENAFOGLIO LITTA
PANZA DI BIUMO
INCONTRO CON LE AUTORITA'
Varese, 12 settembre 2000
Sono qui oggi in una delle visite che mi hanno portato in questo viaggio attraverso l'Italia. Ho cominciato a farle non appena sono stato eletto Presidente della Repubblica e saranno una costante durante questo mio periodo di mandato costituzionale.
Vorrei, però, prima di rivolgermi a voi, unirmi a voi in un solidale - credo che tutti quanti siate d'accordo - commosso saluto agli italiani di Calabria, in particolare a coloro che nella provincia di Catanzaro, a Soverato, hanno visto perire un gruppo di disabili. Domani pomeriggio sarò a Catanzaro ai funerali. Sono certo di portare il cordoglio di tutta l'Italia, l'Italia dalle Alpi alla Sicilia. Grazie.
Queste mie visite attraverso l'Italia hanno, direi, un itinerario, un modo di attuarsi costante in una realtà concretamente diversa, perché, grazie a Dio, l'Italia ha molte diversità, l'Italia è il Paese delle mille contrade, degli ottomila Comuni, delle Province, delle Regioni.
Queste visite mi danno la possibilità di parlare con i cittadini in una sorta di presa diretta, di sentire le questioni poste da voi - come lo abbiamo udito poco fa dai discorsi del Presidente della Provincia, del Sindaco di Varese - e, quindi, insieme considerare i temi, i principali problemi che state affrontando.
Certo, queste visite hanno un loro cliché costante. E in questo cliché punto centrale è l'incontro con il vescovo, l'incontro con le autorità civili e religiose, militari e, soprattutto, con i sindaci. Quindi, ringrazio per la loro presenza tutti i Sindaci della Provincia di Varese, li ringrazio di essere qua con le loro belle fasce tricolori. E con loro il Presidente della Provincia, i rappresentanti delle Regioni, gli esponenti dell'economia locale, del mondo del lavoro, dei Sindacati e degli imprenditori.
Stamani è stata dedicata prevalentemente ai temi della cultura con la bellissima visita a Villa Panza. Oggi ho questo incontro con voi, nel pomeriggio, invece, mi riunirò con i ricercatori a Ispra. Sono tre magnifiche realtà, sono tre magnifici momenti che caratterizzano questa mia visita a Varese. L'ho detto stamattina: il patrimonio culturale di Varese è straordinario, è qualcosa di vivo, qualcosa che costituisce un'espressione che si rinnova continuamente, rappresenta la vitalità della provincia di Varese.
Mi piace combinare questo tema della cultura con il tema della ricerca. Ho sempre vivissimo questo trinomio che non è solamente frutto della mia esperienza di vita: ricerca; istruzione, formazione, didattica; occupazione, lavoro. Sono tre momenti strettamente legati fra di loro. Ognuno è dipendente dall'altro. Tutto è volto, in ultima istanza, al progresso civile e sociale del nostro Paese. Questa visita a Varese è riuscita a combinare nella maniera più piena questi tre momenti.
In questo momento così importante della mia giornata a Varese vorrei che ci trovassimo concordi nel cercare di legare insieme questi tre questi aspetti della cultura, delle istituzioni, della formazione e del lavoro. Questo significa fare sistema. Quando io parlo di alleanza delle autonomie intendo esattamente questo: questo comune sentire, questo metodo comune di affrontare i problemi, di fare cioè sistema, tutto ai fini dello sviluppo.
Noi oggi ci troviamo in un momento particolare nella nostra vita economica. Abbiamo una fase dinamica nell'impresa che dobbiamo utilizzare al meglio, dobbiamo cercare di prolungarla al massimo e farla diventare un trampolino di lancio per il futuro.
Ci lamentiamo, ad esempio, della debolezza dell'Euro. La mia risposta è questa: utilizziamo questo momento della debolezza dell'Euro per mantenere viva e forte la fiamma della ripresa e utilizzare questa situazione per accelerare il processo di investimenti. Dobbiamo immettere il massimo di innovazione nel nostro sistema economico. Il sistema italiano e pure quello europeo in generale soffre di un difetto di competitività, di un divario con l'industria più avanzata nel mondo. Questo difetto di competitività è in gran parte dovuto a un ritardo nell'immissione dell'innovazione nei processi produttivi, non solamente nei prodotti ma soprattutto nei modi di organizzare la produzione. Allora utilizziamo questo periodo per immettere una maggiore capacità innovativa nella produzione, quella innovazione che ci permetterà di fare un salto di qualità quando verrà meno il vantaggio competitivo dovuto alla debolezza dell'Euro.
Trovo che questo sia il modo di affrontare i problemi. Ugualmente, per rendere veramente duraturo il nostro processo di ripresa entrano in discussione i temi che sono stati ora toccati sia dall'avv. Fumagalli, sia dal Presidente della Provincia, il dottor Ferrario. Ne sono stati enumerati diversi, li conosco bene e so che essi dipendono - e questa è una cosa che affermo da tempo - non dalla mancanza di risorse finanziarie, perché i finanziamenti per fare queste opere pubbliche ci sono e in molti casi sono stati già stanziati, ma dalla capacità di riuscire a mettere insieme tutti quelli che sono i necessari passaggi, i consensi anche amministrativi per realizzare queste infrastrutture. Qui ne avete una prova.
Si parla di collegamenti con Milano Malpensa e veramente suona incomprensibile - ne abbiamo parlato anche a tavola, caro Sindaco - come non si riesca a trovare l'accordo fra le Amministrazioni locali nel fare pochi chilometri di raccordo che permetterebbero di risparmiare in termini di tempo e in termini di risorsa delle cifre enormi. E' veramente incomprensibile che non si riesca a mettersi in una stanza con l'intendimento pieno da parte di tutti di uscire con la soluzione. E' chiaro che ognuno di coloro che partecipano a queste discussioni dovrà cedere in qualche aspetto. Rendiamoci conto che il mantenere ferme certe posizioni non è un successo, non è un vantaggio neanche per i propri concittadini o per quelli che possono essere gli interessi di singoli Comuni o di singole contrade.
Una cosa vi raccomando: voi giustamente lamentate che molte cose possono dipendere dall'autorità centrale, dal Governo, ma voi stessi cercate di superare quello che dipende interamente da voi; sarete così un esempio non solo a livello di Comuni della provincia di Varese o della regione Lombardia ma anche in quelle opere pubbliche che necessitano di un consenso più ampio e che riguardano anche le altre regioni del nostro Paese. Su questo ci vuole veramente un salto di mentalità
E' stato messa in evidenza l'importanza della riforma dello Stato. La riforma dello Stato è un processo in atto, non facile e con le sue lentezze. Molte leggi sono state già fatte, c'è lentezza nell'applicarle, nel comunicarle e farle conoscere ai cittadini perché essi stessi se ne avvalgano.
Oggi quello che è veramente importante è il momento del federalismo istituzionale. Il Parlamento lo sta esaminando a livello di Commissione, la settimana prossima porterà i suoi lavori a livello di Aula. Il momento delle riforme istituzionali sarà particolarmente importante perché si potrà veramente vedere la capacità di un progresso costruttivo nei lavori di questa legislatura. So che le regioni hanno rappresentato agli organi parlamentari il loro pensiero su questi temi attraverso la loro Conferenza delle Regioni. Sono certo che queste indicazioni delle Regioni saranno prese in considerazione a livello parlamentare e mi auguro che possano essere accolte.
Abbiamo bisogno di fare questo passo in avanti nelle riforme istituzionali. Sono convinto che vi sono le condizioni sostanziali perché questo avvenga.
Nel portare avanti le riforme istituzionali poi bisogna stare attenti all'attuazione. E qui un'altra raccomandazione che vi faccio a tutti i livelli di Comuni, di Provincie e di Regioni: tutti avvertiamo l'importanza che non si passi da situazioni squilibrate nei confronti del sistema centrale e altrettanto squilibrate all'interno degli altri livelli del governo territoriale. Tutti i livelli territoriali hanno la loro pari dignità; non si devono creare delle situazioni per le quali ci possa essere la sensazione del prevaricare di un livello sull'altro. Questo credo che è un sentimento che deve animare tutti, a livello di Comuni, Provincie e Regioni. E' un punto sul quale insisto molto perché la riforma federale che è in atto di realizzazione non deve fallire. Sono abbastanza anziano dall'aver visto l'inizio della vita delle Regioni. Fu un passo avanti, ma poi anche una delusione perché non diede vita all'atteso rinnovamento nelle amministrazioni. Riforma che deve significare pari dignità, che deve significare disponibilità al dialogo e al confronto che si deve realizzare applicando i due princìpi di solidarietà e di sussidiarietà. Sono due princìpi, due bellissime parole che suonano molto bene con il loro accento finale; però stiamo attenti a praticarlo bene, che non siano parole dal nobile suono ma vuote di ogni significato.
Queste sono le cose che io volevo sostanzialmente dirvi. Abbiamo altri problemi. Qui a Varese pare che siano ben governati. Ne parlavo con i miei vicini di tavola oggi. Quello della sicurezza è uno dei più importanti, ma mi pare che qui a Varese c'è un'impostazione valida, una comprensione di quelli che sono i modi sui quali affrontare i temi della sicurezza. Prendere atto - mi riferisco in particolare al tema dell'immigrazione che si accomuna a quello della sicurezza - che l'immigrazione non è criminalità, ma è un fenomeno strutturale con il quale l'intero mondo occidentale dovrà confrontarsi per decenni. Il divario di reddito fra noi e le popolazioni che vivono al di là del Mediterraneo è enorme. Ad un movimento di mano d'opera serve contrapporre un movimento di capitale dai paesi ricchi ai paesi poveri, non per fare beneficenza, ma per realizzare investimenti, per far nascere mercati locali che saranno un domani sbocchi per le nostre merci ed anche zone di produzione per noi convenienti.
Noi oggi continuiamo a essere una delle frontiere principali dell'Europa nei confronti dei Paesi del mediterraneo. E il problema dell'immigrazione non riguarda solamente l'Italia, ma riguarda l'Europa, perché la maggior parte degli stranieri che vengono in Italia, non si fermano qua, passano le Alpi e vanno negli altri Paesi d'Europa. Fenomeno europeo, quindi, fenomeno da governare, fenomeno che si può certamente aggravare, ma più che aggravare può rendere più complessi i problemi della sicurezza. I problemi della sicurezza debbono essere risolti con la collaborazione fra tutti i livelli istituzionali. Ho sentito con piacere qui a Varese che questa collaborazione funziona bene e me ne rallegro con tutti quanti coloro che sono partecipi di questo successo.
Io mi fermo qui. Vi ringrazio della vostra affettuosa accoglienza. Sono, direi, con voi orgoglioso di quello che si vede in questa provincia. Poche settimane fa ebbi l'occasione di sorvolare dall'alto venendo dal vicino Piemonte. Ho goduto in elicottero il grande panorama dell'arco alpino, dal Monte Bianco, al Cervino, al Monte Rosa, poi i laghi e poi Varese. E' una realtà bellissima vista dall'alto, non meno bella vista da vicino. Ho visto il verde delle vostre campagne, la bellezza dei vostri monumenti e soprattutto questo grande senso di civiltà che si respira in mezzo a voi. Mantenete vive con orgoglio le vostre tradizioni locali con la piena consapevolezza che vorrete essere parte di una realtà più ampia quale è l'Italia, quale sta diventando l'Europa. Voi vivete ai confini di ampi Paesi europei ma avvertite sempre qual è l'unità che ci tiene con il Paese. Abbiamo fra l'altro in comune questa magnifica lingua, questa lingua italiana che non ha uguale come non ha uguale la cultura italiana in tutto il mondo. Grazie di nuovo per questa accoglienza.