Zagabria 09/10/2001

Brindisi del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in visita di Stato in Croazia, al pranzo di Stato offerto in suo onore dal Presidente della Repubblica di Croazia Mesic





VISITA DI STATO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
IN CROAZIA E INCONTRO CON LA COMUNITA'
NAZIONALE ITALIANA
NEL QUARNARO ED IN ISTRIA

BRINDISI AL PRANZO DI STATO
OFFERTO DAL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI CROAZIA

Zagabria, 9 ottobre 2001


Signor Presidente della Repubblica croata,
Gentile Signora Mesic,
Signore e Signori,

sono lieto di concludere stasera, circondato dal calore della sua ospitalità, una giornata densa di significati per entrambi i nostri Paesi, ispirata ai valori europei di libertà, democrazia, rispetto della dignità della persona umana.
In questi giorni, in queste ore questi stessi valori vengono messi alla prova dagli eventi drammatici che stiamo vivendo. La barbarie dell'11 settembre e l'agghiacciante logica degli organizzatori si collocano al di fuori del comune sentire umano. L'Italia conferma il pieno appoggio agli Stati Uniti e alle azioni intraprese nella lotta al terrorismo.
So che la Croazia condivide i nostri sentimenti. Non possiamo tollerare che estremisti e terroristi mettano a repentaglio le conquiste politiche e civili di intere generazioni.

Nel nostro primo incontro a Roma, nel luglio dello scorso anno, apprezzai la sua determinazione a perseguire per la Croazia l'obiettivo di un pieno inserimento nell'Unione Europea.
I nostri colloqui di oggi hanno confermato che condividiamo tre importanti obiettivi:
- primo: fare dell'amicizia italo-croata un solido partenariato economico, culturale, scientifico che si ispiri al retaggio comune di storia e di cultura umanistica;
- secondo: il mare Adriatico inteso come piattaforma di collaborazione per consolidare iniziative comuni, collegare aree affini per interessi e potenzialità;
- terzo: l'Unione Europea, che è un grande progetto politico, una sfida democratica senza precedenti.

Questo disegno di pace e prosperità sarà incompiuto se non incardinerà la regione balcanica: la Croazia, come l'Italia, ha il dovere di contribuire alla stabilità dei confini, di contrastare la criminalità organizzata, di promuovere il rispetto dei diritti umani, di consolidare il patrimonio di valori comuni, quali premesse di una piena partecipazione degli Stati della regione all'Unione Europea.

La visita che compiremo insieme domani a Fiume, a Rovigno, a Pola avrà un rilevante significato storico e politico.
La minoranza autoctona italiana in Croazia possiede un'unicità ed unitarietà culturale che la rende preziosa per l'Italia; è una realtà preziosa anche per la Croazia perché rappresenta un ponte fra la cultura slava e la cultura latina.

In quel nostro primo incontro le dissi - caro Presidente - che le terre dell'Istria, del Quarnaro e della Dalmazia rimangono nel cuore degli italiani e che significativi gesti verso quelle comunità sarebbero stati considerati da tutti i miei compatrioti come compiuti nei loro confronti. Costateremo domani insieme il radicamento della tradizione, la vitalità del bilinguismo e della cultura italiana.
La vicinanza e il retaggio storico uniscono i nostri due Paesi. Nello spirito d'amicizia che contraddistingue i nostri rapporti, confido che la Croazia rimuova dalla propria legislazione ogni residuo elemento che non sia coerente fin d'ora con i valori e le regole dell'Unione Europea di cui la Croazia aspira legittimamente a far parte.

Signor Presidente,

i destini dei nostri Paesi sono ormai intrecciati nella prospettiva europea.

L'Unione Europea esprime innanzitutto un sistema di valori e di regole che vincola tutti i suoi partecipanti. La Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea, sommandosi al sistema giuridico stabilito dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, offre uno spazio comune di diritto esteso a tutto il continente europeo. Essa è un aspetto essenziale dell'identità dell'Europa nei confronti del resto del mondo.
Siamo una comunità di valori; stiamo acquisendo una cittadinanza comune: non è lontano il giorno in cui ci sentiremo pienamente un popolo europeo.

Mi auguro che questa mia visita faccia avvertire a Lei, Signor Presidente, al Governo del Suo Paese ed all'amico popolo croato la vicinanza dell'Italia. Essa è al vostro fianco nell'impegno della Croazia per rendere sempre più concreta l'integrazione nelle istituzioni della comunità euro-atlantica.

E' con questi sentimenti, Signor Presidente, che levo il calice, anche a nome di mia moglie, per la prosperità dell'amico popolo croato, all'amicizia fra l'Italia e la Repubblica di Croazia, al benessere personale Suo e della Signora Mesic.