INCONTRO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI CON LA DIREZIONE E
I REDATTORI DEL QUOTIDIANO "IL TIRRENO"
Livorno, 15 febbraio 2002
Grazie Dottor Caracciolo, grazie Direttore per le parole di benvenuto che
avete voluto rivolgermi.
Non è retorica dire che per me ogni visita a Livorno riserva particolari
emozioni e commozioni E la visita alla sede de "Il Tirreno" non
può non riportarmi a Carlo Ciampi, cittadino di Livorno, lettore di quello che
è sempre stato il giornale principale della città: "Il Telegrafo"
e "Il Tirreno".
Non mi addentro nella storia delle successioni delle testate che è piuttosto
complessa, al di là di quelle che sono le successioni patrimoniali. Ma non c'è
dubbio che questo giornale - che affonda le sue radici nel Risorgimento e il cui
fondatore è stato un garibaldino (mi riferisco al "Telegrafo")
- abbia mantenuto viva la tradizionale importanza dell'informazione locale, che
è fondamentale per la vita di un Paese.
Ricordo gli articoli di fondo del "Telegrafo", quando era
direttore Giovanni Ansaldo. Ricordo bene - nella Livorno distrutta dove tornai
dal servizio militare nell'ottobre '44 - la prima uscita del "Tirreno"
nel gennaio 1945, di Atos Gastone Banti.
Ritornando con la memoria ad un passato ormai lontano, quando per motivi di
lavoro lasciai Livorno, mi torna in mente il periodo forse più difficile che ha
attraversato il giornale, quello della vita del "Telegrafo",
fino alla recente, ma ormai non più recentissima, nuova realtà del "Tirreno".
Realtà caratterizzata da una continuità che non è mai mancata e che ne fa un
giornale che si trova oggi a svolgere un ruolo ancora incisivo nell'informazione
e nella formazione della pubblica opinione a Livorno e ormai in tutta la
Toscana.
Ritengo fondamentale l'esistenza degli organi di stampa locali, perché senza
togliere niente a quelli nazionali, la dimensione locale - per fortuna così
diversificata e così ricca nel nostro Paese - deve essere conservata e
consolidata, per rendere più forte e più puro proprio il sentimento di unità
italiana e di appartenenza all'Unione Europea. Le realtà locali infatti sono la
nostra principale forza e quindi "Il Tirreno", con la sua
attività, dà un contributo importante a tutto questo.
Stiamo andando verso una Europa sempre più unita. Anche al convegno su "Livorno
Euromediterranea", la città labronica ha confermato di essere una
città aperta, non solo perché proiettata sul mare, ma perché dal mare essa ha
sempre trovato motivo per consolidare e rafforzare questa sua caratteristica di
apertura alle genti e di apertura alle idee.
Andiamo verso l'Europa e questa Europa è ormai sentita dalla gente, è viva nella gente. E lo ha dimostrato in queste settimane quello che considero un referendum sull'Europa: l'introduzione dell'euro. Non è stata solo una prova della moneta unica: è stato un referendum di straordinaria importanza. Tutto ci si poteva attendere fuorché un'adesione cosi piena e cosi immediata dei cittadini di dodici paesi, che hanno rinunciato alla propria moneta - simbolo e sostanza anche di sovranità nazionale - per la moneta europea, superando anche quelle difficoltà materiali del cambio e del modo di contare il nostro denaro. Ecco, questo è stato uno straordinario referendum che dimostra che ormai i cittadini di questi paesi sono molto più maturi e molto più convinti che si debba andare avanti verso un'unione Europea, più di quanto poi gli stessi governanti potessero credere.
In questo edificio - che ho visto costruire negli anni Trenta e nel quale ho
conosciuto molti giornalisti e tipografi che qui hanno lavorato per far sentire
la voce delle realtà locali della Toscana - sono contento di tornarvi come
livornese, ma soprattutto rappresenta l'occasione per confermarvi l'importanza
che anche il Presidente della Repubblica pone nella stampa e nella informazione.
In particolar modo nella diversità della presentazione dell'informazione, che
trova nella stampa locale un elemento e una componente fondamentale.