BRINDISI DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
AL PRANZO DI STATO OFFERTO DAL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DEL SUD AFRICA
THABO MBEKI
Capetown, 13 marzo 2002
Signor Presidente,
Signora Mbeki,
Signori e Signore,
La ringrazio per le Sue parole e per l'ospitalità con cui mia moglie ed io siamo stati accolti in Sud Africa. La cordialità dei contatti, lo spessore dei nostri colloqui, la bellezza di questa terra ci hanno subito fatto sentire benvenuti in un'atmosfera di familiarità e di amicizia.
Siamo sull'estremo lembo del continente africano, proteso verso due oceani. Sulla carta geografica l'Italia è lontana. Ma per molti aspetti vicina. Nello spirito, nei rapporti intessuti nel tempo, negli Italiani che hanno fatto del Sud Africa la loro patria, nella cooperazione economica, culturale e scientifica, nella comune lotta contro la povertà e le malattie, nell'impegno contro il terrorismo e contro la criminalità, nell'associazione che vogliamo più stretta fra Europa e Africa, l'Italia vi è vicina. Si sente partecipe del futuro della Vostra nazione.
Dal Sud Africa, spira oggi un vento di speranza per tutti: porta un messaggio di libertà, di unità nelle differenze, di riconciliazione. Ammirarlo non basta. Va ascoltato. L'Africa e il mondo hanno bisogno che questa fiducia spazzi via le rivalità nazionali, gli odi intestini, le persecuzioni etniche e si trasformi in una grande alleanza contro la violenza, per l'emancipazione e la dignità di ogni essere umano.
E' la prima visita del Capo dello Stato italiano in Sud Africa. E' la mia prima visita in un paese dell'Africa sub-sahariana. Essere qui mi riempie di ammirazione per la vostra nazione, composta di molte etnie e di undici culture, di stimolo a consolidare l'amicizia con l'Italia e l'Europa per costruire insieme il futuro della nostra collaborazione.
Sono venuto innanzitutto perché l'Italia vuole dare un seguito concreto agli impegni presi in luglio a Genova, dal Gruppo degli Otto verso il Terzo Mondo e, in particolare, verso l'Africa. L'Africa che, attraverso l'iniziativa da Lei lanciata, Signor Presidente, si assume la responsabilità del Nuovo Partenariato per lo Sviluppo Africano e ne offre la partnership ai maggiori Paesi industriali. Non dimentico il suo richiamo, nel nostro colloquio del luglio scorso, alle responsabilità dei governanti africani per spronare l'Africa sulla via del progresso, della democrazia, del buon governo. La Sua visione di rinascita africana e di alleanza con l'Europa ha rafforzato in me la convinzione che il Nuovo Partenariato per lo Sviluppo Africano sia la risposta più appropriata alla grande sfida che ci confronta. Abbiamo la grande opportunità di riparare agli errori del passato, occidentali, europei, africani.
Sono venuto accompagnato da iniziative intese a dare impulso alla cooperazione scientifica e tecnologica bilaterale, in cui credo come strumento di progresso e di elevazione della dignità umana, e alla presenza di imprese e capitali italiani in Sud Africa. Domani gli scienziati del Polo di Trieste incontrano qui le vostre controparti. Fra due giorni, a Johannesburg, si tiene il Business Seminar italo-sudafricano, con la partecipazione di importanti operatori venuti appositamente dall'Italia.
L'opinione pubblica italiana ha seguito per molti anni con trepidazione e speranza il Sud Africa. Oggi sono lieto di vedere in prima persona il miracolo dell'abbattimento dell'apartheid e dell'affermazione di una democrazia basata sulla diversità e sul rispetto reciproco.
Una storia di sofferenze e di ingiustizie si è trasformata in una conquista di civiltà. La democrazia sudafricana è un esempio per l'Africa; la nazione sudafricana è un esempio per tutti. L'Unione Europea vi trova la base per costruire un autentico rapporto paritario con il Sud Africa e con l'Africa.
Nell'era dell'interdipendenza, abbiamo tutto l'interesse a unire i nostri sforzi. Farne un bene o un male per l'umanità dipende solo da noi: sta alle nazioni ricche distribuire equamente i benefici della globalizzazione; a quelle povere adottare i cambiamenti interni necessari a far partecipe dei benefici tutta la popolazione; sta agli uni e agli altri maturare consapevolezza e volontà di essere all'altezza della sfida.
L'Aiuto Pubblico allo Sviluppo conosce un preoccupante declino. L'aiuto pubblico esterno, in aggiunta alla mobilitazione delle risorse interne, al buon governo, ai flussi di investimenti privati, è essenziale nel diffondere istruzione, sanità, crescita della società dell'informazione. Avverto, in Italia e in Europa, nell'opinione pubblica e nei governi, una crescente consapevolezza dell'insufficienza dell'Aiuto Pubblico allo Sviluppo. L'imminente Conferenza di Monterrey dovrà affrontare con rinnovata volontà politica questo nodo, che rimane essenziale ai rapporti Nord-Sud. L'Italia sosterrà un graduale aumento della percentuale del PIL dedicato allo sviluppo.
Il futuro dell'Africa sta nella cooperazione e nell'integrazione. Il significato della trasformazione dell'Organizzazione per l'Unità Africana in Unione Africana è di innescare questo processo di integrazione profonda fra paesi africani e con la comunità internazionale. Ciò comporta operare sui mercati, sui sistemi produttivi, sulle infrastrutture socio-economiche e collegare, con i trasporti e le comunicazioni, i grandi spazi africani.
L'Unione Europea con i grandiosi risultati economici e politici raggiunti in mezzo secolo d'integrazione, attraverso la messa in comune della sovranità in numerosi settori, mostra il cammino.
La Nuova Partnership per lo Sviluppo è un programma di lungo termine. Le vicende pur preoccupanti di singoli paesi non possono mettere in discussione le nostre scelte per l'intero continente. L'Africa può contare sull'Italia.
Con questi sentimenti e queste speranze, Signor Presidente, anche a nome di
mia moglie, levo il calice al Suo benessere personale e della Signora Mbeki,
all'avvenire del Sud Africa, all'amicizia fra i nostri due Paesi, fra l'Europa e
l'Africa.