BRINDISI DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
IN OCCASIONE DEL
PRANZO DI STATO
OFFERTO DAL RE DEL MAROCCO
MOHAMMED VI
Rabat, 14 maggio 2002
Maestà, Signore e Signori,
sono venuto in Marocco con piena consapevolezza che i nostri popoli sono vicini per storia, cultura e umanità. Il Marocco costituisce per l'Italia un costante e autorevole punto di riferimento. E' il nostro terzo incontro in meno di tre anni. E' vivo in me il ricordo della Sua visita a Roma nell'aprile del 2000. Fu seguita da una significativa accelerazione degli incontri politici e dei contatti imprenditoriali.
Ella, Maestà, ha impresso un vigoroso impulso al rinnovamento del Suo Paese, indirizzandolo verso traguardi di crescente democrazia, di rafforzata tutela dei diritti umani e delle minoranze, di liberalizzazione imprenditoriale.
L'entrata in vigore, all'alba del nuovo Millennio dell'Accordo di Associazione con l'Unione Europea rappresenta una pietra miliare della visione di avvicinamento del Marocco all'Europa che Suo padre, Re Hassan II, perseguì con tenacia e lungimiranza.
Maestà,
nel dialogo con l'Europa come sulla via della modernizzazione, il Marocco può contare sull'Italia. Abbiamo un comune interesse alla stabilità della regione e allo sviluppo armonico delle due sponde. Le relazioni italo-marocchine risalgono agli albori dell'era moderna: i due primi Trattati "di pace e commercio" furono stipulati dalla dinastia Almohade con le Repubbliche marinare di Pisa e di Genova, iniziando una fitta e ininterrotta rete di contatti con l'Italia pre-unitaria. In pagine ricche di storia e di immagini, un autore caro a tutti gli italiani, Edmondo De Amicis ha lasciato una testimonianza indimenticabile del Marocco e della missione del primo Ambasciatore d'Italia, a Fez, nel 1873.
Il Marocco è un partner d'eccellenza per sviluppare dinamiche produttive e commerciali, per i contatti fra le società civili e per l'interazione delle culture. La crescita del Suo Paese è la risposta alle aspettative di lavoro delle Vostre giovani generazioni e accresce, anche nell'interesse dell'Italia e dell'Europa, le opportunità di scambi e di cooperazione industriale, finanziaria e tecnologica. L'Italia vuole essere strettamente associata allo sviluppo economico del Marocco, concorrere alla creazione di un importante mercato di produzione e di consumo, consolidare una già intensa collaborazione culturale. Ci unisce la presenza in Italia di un'operosa comunità marocchina. Vogliamo mantenere un rapporto esemplare, fondato sul rispetto reciproco, sull'osservanza delle stesse leggi, sul godimento degli stessi diritti e doveri da parte di tutti i cittadini.
Maestà,
il terrorismo rappresenta oggi una grave minaccia alla pace e alla sicurezza nel mondo, un ostacolo alla modernizzazione economica e all'emancipazione sociale. Questa minaccia va respinta decisamente.
La tradizione secolare del Marocco, di libertà religiosa e di rispetto per gli altri popoli, è un'eredità preziosa per tutti. L'avvenire del Mediterraneo dipende dalla pacifica convivenza delle tre grandi fedi monoteiste che sono nate e cresciute sulle sue sponde. Nei rispettivi contesti sociali e istituzionali, Italia e Marocco si ispirano fermamente alla secolarità e al dialogo.
Oggi, nel Medio Oriente è in atto non una guerra di religione, bensì un conflitto regionale gravissimo. Esso va affrontato e risolto, con rinnovata buona volontà delle parti, col massimo impegno della comunità internazionale. Non vi sono alternative: non lo sono, certo, né gli attentati né l'occupazione militare. Auspico vivamente che si passi speditamente alla convocazione di una Conferenza internazionale sotto gli auspici di Stati Uniti, Unione Europea, Russia e Nazioni Unite.
L'Italia fa particolare affidamento su Vostra Maestà, quale Presidente permanente del Comitato Al-Qods per la tutela di Gerusalemme e dei Luoghi Santi e per la libertà di accesso a tutti i fedeli. Oggi più che mai i credenti, musulmani, cristiani, ebrei, hanno bisogno del conforto della propria religione.
Maestà,
non dimentico che, in occasione della Sua visita di Stato a Roma Ella sollecitò l'Italia ad essere avvocato del Marocco in Europa. Quella sollecitazione è stata accolta. Oggi, Marocco e Italia sono ancor più convinti che il futuro del Mediterraneo risiede nel rapporto con l'Europa e che l'Europa tutta è parte del Mediterraneo; sono altresì uniti dalla volontà di affrontare insieme le sfide dell'economia, della cultura, dell'ambiente.
Con questi sentimenti, Maestà, levo il calice, anche a nome di mia moglie,
al Suo benessere personale, della Principessa Lalla Hasna, della Famiglia Reale,
all'avvenire della nazione marocchina, all'amicizia fra i nostri due Paesi.