BRINDISI DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
DURANTE IL PRANZO OFFERTO IN ONORE
DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA D'AUSTRIA
E DELLA SIGNORA KLESTIL-LOFFLER
Palazzo del Quirinale, 24 settembre 2002
Signor Presidente Federale della Repubblica d'Austria,
Gentile Signora Klestil-Loffler,
Signore e Signori,
L'accolgo al Quirinale, caro Presidente, insieme alla Sua
gentile consorte, con sentimenti profondi di stima ed amicizia, e con il solenne
rilievo che deve far da cornice alla prima visita di Stato a Roma compiuta dal
Presidente della Repubblica d'Austria dopo l'entrata del Suo Paese nell'Unione
Europea.
Il rapporto tra i nostri due Paesi ha compiuto uno
straordinario salto di qualità da quando il Presidente Jonas venne a Roma,
trentuno anni orsono. Come si conviene fra due antiche Nazioni i cui destini si
sono intrecciati nei secoli e che hanno superato tante prove, le nostre
relazioni hanno acquisito piena maturità e vitalità. Siamo ora impegnati a
costruire insieme, con saldezza di propositi e soluzioni innovative, un futuro
di stretta collaborazione in ogni settore.
Signor Presidente,
l'Europa sta definendo la propria identità
istituzionale nel perdurante equilibrio fra dimensione europea e nazionale;
rafforza gli incentivi per lavorare insieme ed assolvere le proprie
responsabilità nel mondo. Ci attendono tre grandi sfide: l'allargamento, la
riforma delle istituzioni, il coordinamento delle politiche economiche, in un
quadro di autonomia della Banca Centrale Europea. L'Italia le affronterà
insieme all'Austria perché convinta dell'insostituibile apporto di ogni Paese
alla costruzione europea e perché ci guidano - lo vediamo nei lavori della
Convenzione - valori e convinzioni condivisi.
Due anni orsono sembrava un'utopia parlare di Costituzione
Europea: oggi si consolida, nell'ambito della Convenzione sul futuro
dell'Europa, il consenso sulla necessità di una Carta Costituzionale. Se ne
intravedono i capisaldi: la Carta dei Diritti Fondamentali; istituzioni
rafforzate; la delimitazione delle competenze tra l'Unione e gli Stati membri;
il consolidamento del ruolo dei Parlamenti, nazionali ed europeo; la
personalità giuridica dell'Unione che consenta finalmente di trattare con i
Paesi terzi come un solo soggetto.
Signor Presidente,
per i nostri due Paesi, che assieme alla Germania sono gli
unici membri dell'Unione Europea confinanti con i Paesi dell'Europa
centro-orientale in procinto di finalizzare i negoziati di adesione,
l'allargamento costituirà un'esperienza più direttamente vissuta. Il pieno
successo dell'allargamento è essenziale alla stabilità, alla libertà, alla
democrazia, alla pace in Europa. Austria ed Italia possono operare insieme per
aiutare i Paesi candidati ad integrarsi in una Unione che ha quasi raggiunto i
propri confini storici e culturali. Ci proponiamo anche di sviluppare un modello
comune di controllo delle frontiere, in procinto di diventare le frontiere
esterne dell'Unione, per contrastare criminalità organizzata e immigrazione
clandestina.
Sia Lei, Presidente Klestil, sia io ci siamo recati molte
volte nei Balcani: crediamo nel rafforzamento della cooperazione fra i Paesi
dell'Europa sud-orientale e vogliamo la loro integrazione in Europa. La prossima
volta andremo nei Balcani insieme: ho infatti aderito volentieri al Suo invito
di promuovere, nella primavera del prossimo anno, un incontro con i Capi di
Stato dell'area per favorire un dialogo regionale che consolidi innanzitutto
democrazia e diritto.
Signor Presidente,
le istituzioni comuni non presidiano solo un grande mercato
ma anche e soprattutto valori condivisi, singole identità, diversità: in
questo quadro, le minoranze sono una componente essenziale dell'Europa unita.
Nel giugno scorso si è celebrato il decimo anniversario
della definitiva chiusura della vertenza dell'Alto Adige-Südtirol. L'Alto
Adige-Südtirol costituisce un esempio ammirato in Europa, un modello europeo di
convivenza fra gruppi linguistici diversi di cui i nostri due Paesi sono fieri.
E' questa la mia personale convinzione. La illustrai con le seguenti parole a
Bolzano nell'estate 2001 "oggi - dissi allora - il mondo intero riconosce
al Trentino-Alto Adige Sud Tirolo, il carattere di un modello europeo di
convivenza fra gruppi linguistici diversi con tradizioni proprie".
Signor Presidente,
affinità di posizioni e profonda amicizia ci spronano ad
individuare nuovi percorsi. Per questo abbiamo voluto richiamare, attraverso la
Dichiarazione comune, le potenzialità esistenti nei rapporti fra Italia ed
Austria e tracciare una via per attuarle. La presenza a Vienna ed a Roma
d'importanti Agenzie delle Nazioni Unite sottolinea la vocazione societaria dei
nostri Paesi, l'impegno per il rafforzamento del sistema multilaterale e per il
superamento del divario fra il Nord ed il Sud del mondo.
Con questi sentimenti, caro Presidente, levo il calice al Suo benessere personale, a quello della Sua gentile consorte, alla prosperità del popolo austriaco, all'amicizia tra i nostri due Paesi, al futuro dell'Europa.