VISITA UFFICIALE DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
NEL REGNO DEI PAESI BASSI
BRINDISI AL PRANZO UFFICIALE OFFERTO IN SUO ONORE
DA S.M. LA REGINA BEATRICE
L'Aja - Palazzo Reale, 4 marzo 2003
Maestà,
Signore e Signori,
le Sue parole di caloroso benvenuto rivolte a me ed a mia moglie testimoniano
la profondità dei vincoli di amicizia e collaborazione fra i nostri due Paesi.
I molteplici legami che, nei secoli, hanno unito Italia e Paesi Bassi sono
diventati un fitto intreccio di rapporti sul piano bilaterale, sul piano
europeo, in ambito atlantico, alle Nazioni Unite.
Sono venuto volentieri a L'Aja: credo nella sintesi fra l'Europa nordica e
quella mediterranea, nell'indissolubilità dell'Europa, nelle iniziative da
intraprendere insieme per rafforzarne l'unità politica.
Maestà, l'Italia conosce bene ed apprezza il suo attaccamento alla cultura
italiana e non dimentica che da molti anni Ella è di casa nel nostro Paese.
Maestà,
Paesi Bassi e Italia sono entrambi Paesi Fondatori delle Comunità Europee.
Ho sempre pensato che questa appartenenza significasse durevolezza degli ideali
e forza nei propositi.
Essa esprime inoltre la condivisa responsabilità di mantenere l'Unione Europea
su una rotta segnata dall'equilibrio fra le istituzioni, dalla sintesi fra
cooperazione governativa e sovranazionalità, dalla difesa della pace, dalla
solidarietà.
Forti di questo legame, possiamo sostenerci l'uno con l'altro nella costruzione
dell'unità europea e nella difesa di suoi essenziali cardini. Ne cito due, cari
ai nostri ospiti: il rafforzamento della Commissione, l'eguaglianza degli Stati
membri.
L'Aja e Roma seguono percorsi paralleli.
Qui a L'Aja, nella Ridderzaal, la Sala dei Cavalieri, ebbe luogo nel 1948
il primo Congresso dei Popoli d'Europa. Oggi l'Aja, con l'imminente avvio della
Corte penale internazionale, ha perfezionato ulteriormente la sua vocazione di
capitale mondiale della giustizia e del diritto.
Nove anni dopo, a Roma, in Campidoglio, vennero firmati i Trattati che
diedero vita alle Comunità Europee.
Roma venne scelta perché fu il momento culminante di un processo, in cui
l'Italia svolse un ruolo centrale, di cui erano state gettate le basi a Messina
due anni prima.
L'integrazione europea protegge i nostri cittadini. Le turbolenze della
realtà internazionale non devono intimidirci; debbono anzi sollecitarci verso
una maggiore coesione.
Esiste un nesso stretto fra avanzamento dell'Europa, Convenzione Europea,
Conferenza intergovernativa.
Unanime è l'accento posto sulla necessità di migliorare la capacità di
governo dell'Unione e sulla volontà di creare un'Unione più coesa e più
forte; diffusa è la convinzione che se avessimo affrontato prima il problema
dello sviluppo di un'autentica politica estera, l'Europa sarebbe oggi ben più
unita e autorevole nell'affrontare le conseguenze della crisi irachena e la
lotta al terrorismo.
Se questa considerazione è condivisa, la sollecita conclusione della
Convenzione e della Conferenza intergovernativa corrisponde ad un interesse
collettivo europeo: dei 15; dei Paesi candidati; dei cittadini chiamati a
rinnovare la primavera prossima il Parlamento Europeo.
Maestà,
l'Italia è convinta che la costruzione europea e le relazioni transatlantiche
sono processi complementari.
La comunità euro-atlantica incarna valori comuni; esprime l'aspirazione alla
stabilità ed al progresso; si regge su un rapporto di fiducia e di mutuo
rispetto tra Europa e Nord America.
Attraverso la NATO, ha dato vita ad una duratura alleanza di democrazie che
rimane la base della sicurezza e della stabilità del continente.
L'Italia ed i Paesi Bassi hanno investito molto nella costruzione di un ordine internazionale duraturo. Operano perché le Nazioni Unite siano protagonista dinamico del XXI secolo: mentre parliamo, soldati olandesi ed italiani operano, fianco a fianco, nei Balcani ed in Afghanistan.
Per difendere i nostri popoli dal terrorismo, dalla proliferazione di armi di distruzione di massa, per mantenere l'integrità del sistema di non proliferazione, i valori e le regole sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite vanno rispettati.
Il Consiglio di Sicurezza, nella sua unità ed autorità, può ancora
svolgere un ruolo insostituibile nell'assicurare il disarmo dell'Irak,
attraverso una soluzione pacifica della crisi.
Non mi stanco mai di ripetere che l'Organizzazione delle Nazioni Unite è
l'espressione di tutti noi: sta a noi mantenerla in condizione di essere sempre
all'altezza delle funzioni che i Paesi membri le hanno liberamente demandato.
Maestà,
i nostri sistemi economici hanno tratto pieno vantaggio dal mercato unico:
possiamo accrescere ancora gli investimenti reciproci e incrementare il già
notevole interscambio.
La tradizionale collaborazione energetica e nelle tecnologie dell'informazione
testimoniano la fiducia che esiste tra i nostri imprenditori, rappresentati
anche stasera nella solenne cornice del pranzo di Stato, e sono esperienze
significative replicabili in altri settori: l'agroalimentare, le tecnologie
avanzate, i servizi.
L'impegno nella cultura rafforza le nostre relazioni bilaterali e
contribuisce alla tutela di un comune patrimonio culturale che è gloria
dell'Europa intera.
Non può essere altrimenti tra due Paesi accomunati dalla condivisione di una
ricca civiltà comunale e dai fertili intrecci fra il Rinascimento italiano ed
il Secolo d'Oro olandese che alimentò, con il genio di Erasmo e di Spinoza, gli
intelletti di tutta l'Europa.
Anticipo, con grande interesse, la visita che compirò domani all'Università di Leiden, il cui significativo motto è Praesidium libertatis. Esso incarna l'ideale di libertà civile che ispira la nostra volontà di concordia ed il nostro profondo anelito alla unificazione dell'Europa.
Maestà,
con questi sentimenti levo il calice al Suo benessere personale, a quello della
Famiglia Reale, alla prosperità del popolo olandese, all'amicizia fra i nostri
due popoli, al futuro dell'Europa.