VISITA DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
ALLA PROVINCIA DI ALESSANDRIA
VISITA AL SACRARIO DEI MARTIRI DELLA BENEDICTA
Bosio, 5 aprile 2003
Signor Presidenti delle Regioni Piemonte e Liguria,
Senatore Ricci,
Onorevoli Parlamentari,
Presidente Palenzona,
Sindaco Persano,
Autorità civili, militari e religiose, Caro Don Berto, Cari parenti delle
vittime dell'eccidio, Signore e Signori,
l'omaggio che oggi rendiamo al Sacrario della Benedicta non vuol essere soltanto una risposta, solenne e corale, agli atti vandalici che hanno vilmente offeso, pochi mesi fa, questo luogo della memoria.
Ogniqualvolta noi ci rechiamo, come in pellegrinaggio, in località che sono state teatro di barbari eccidi, nel corso della Resistenza, vogliamo riconsacrare noi stessi, e la Repubblica, ai princìpi che guidarono quella lotta.
Fu, come già nel Risorgimento, lotta per la liberazione della Patria occupata. Fu insieme lotta per la libertà. In essa ha le sue radici la scelta della Costituzione repubblicana, che la Nazione nuovamente libera volle darsi.
Gli ideali della Resistenza, a cui tanti uomini e donne generosamente sacrificarono la loro vita, in Italia, come in tutti i Paesi dell'Europa occupata dal nazismo, furono la sorgente viva da cui trasse nuova forza il movimento federalista europeo. All'indomani del conflitto in cui erano periti decine di milioni di uomini ci dicemmo: mai più guerre fra noi.
La strada che ha condotto alla nascita dell'Unione Europea - che sta per allargarsi ad abbracciare quasi tutto il nostro continente - è stata lunga. Non l'abbiamo ancora percorsa tutta. Ma abbiamo costruito istituzioni che offrono una nuova speranza - una nuova certezza di pace alle generazioni future.
Queste istituzioni propongono anche al mondo un modello esemplare di convivenza creativa tra popoli che furono per secoli nemici - benché fossero tutti figli di una stessa civiltà, fondata su ideali comuni.
Le speranze di pace dell'umanità si affidano ancora al nucleo di istituzioni
internazionali nate dopo la seconda guerra mondiale - prima fra tutte
l'Organizzazione delle Nazioni Unite - con l'impegnativo obiettivo di garantire
una convivenza pacifica fra tutti i popoli.
Oggi che abbiamo il cuore colmo di angoscia per una guerra che le istituzioni
internazionali non sono riuscite ad evitare, dobbiamo riaffermare la convinzione
che queste istituzioni non debbono essere messe da parte come inutili, ma
debbono anzi essere rafforzate; perché esse soltanto ci danno speranza nel
futuro: speranza di pace per i nostri figli e i figli dei figli.
Possa il ricordo di coloro che diedero, con abnegazione e coraggio, la loro
vita per il bene della Patria, infonderci un rinnovato impegno per la piena
realizzazione degli ideali che li ispiravano. Non li abbiamo dimenticati, non li
dimenticheremo. La memoria incancellabile del loro sacrificio è la fonte del
nostro impegno per la costruzione di un'Europa e di un mondo di pace.