VISITA DI STATO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
NELLA CONFEDERAZIONE ELVETICA
BRINDISI AL PRANZO DI STATO
OFFERTO IN SUO ONORE DAL
PRESIDENTE DELLA CONFEDERAZIONE ELVETICA
PASCAL COUCHEPIN
Berna - Palazzo della Rauthas, 14 maggio 2003
Signor Presidente della Confederazione,
Signore e Signori Consiglieri Federali,
Signor Presidente del Consiglio degli Stati,
Signore e Signori,
desidero esprimere a Lei ed alla Signora Couchepin il mio vivo apprezzamento per la calorosa accoglienza riservata a me ed a mia moglie.
Conosco da molti anni, per ripetute frequentazioni, il vostro Paese: esso
evoca in Italia amicizia, collaborazione, sentimenti di comunanza. Come
Presidente della Repubblica sono stato a Davos, Berna ed a Losanna in un
memorabile incontro alla Fondazione Jean Monnet pour l'Europe.
Ho accolto con piacere l'invito rivoltomi dal Consiglio Federale a compiere una
visita di Stato nella Confederazione.
Credo nei rapporti di ottimo vicinato e sono convinto che Svizzera ed Italia
possano mettere a profitto, nel rafforzamento di tali loro rapporti, uno
straordinario patrimonio d'esperienze e di risultati comuni ed articolare
ulteriormente vivaci legami economici, culturali, accademici.
L'Europa e la presente situazione internazionale sono stati al centro dei
nostri colloqui.
L'adesione della Confederazione alle Nazioni Unite è il culmine di un lungo
percorso di sostegno alle Organizzazioni internazionali.
Attraverso l'esperienza maturata negli anni trascorsi in ambito
economico-finanziario, politico e istituzionale ho maturato il convincimento che
il rafforzamento delle Nazioni Unite corrisponde ad un interesse generale e ad
aspettative diffuse.
La fiducia di tanta parte della comunità internazionale nel diritto e in
norme di comportamento condivise scaturisce dalla convinzione che, alla lunga,
le regole aiutano tutti.
Quindi anche le grandi sfide planetarie - dalla diffusione delle armi di
distruzione di massa al terrorismo, dalle minacce all'ambiente al divario
Nord-Sud - possono essere affrontate efficacemente solo sulla base di una reale
solidarietà fra gli Stati.
La Convenzione Europea sta ultimando la redazione di un Trattato
Costituzionale.
La mèta di una Costituzione Europea, che sembrava utopistica pochi anni fa e
problematica ancora alcuni mesi orsono, è oggi a portata di mano: dimostra che
l'Europa sa definire i propri interessi e che è capace di costruire il proprio
futuro.
Questo traguardo impegna ogni Paese dell'Unione al massimo di coerenza e
responsabilità nel completamento di un'opera da cui dipende il funzionamento
stesso dell'Europa allargata.
Sarà questo l'obiettivo prioritario dell'imminente Semestre italiano di
Presidenza, al cui successo sono certo che contribuiremo in virtù dei nostri
radicati sentimenti europeisti.
La Confederazione elvetica condivide i principali valori che costituiscono il fondamento dell'Unione Europea.
I ricorrenti dibattiti in Svizzera sul futuro dell'Unione Europea e la crescente sintonizzazione con le regole comunitarie sono significative dell'avvicinamento della Confederazione Elvetica all'Unione. Il pragmatismo e la gradualità con cui la Svizzera persegue quest'obiettivo sono un segno di saggezza: l'importante non è tanto se un giorno la Svizzera sarà membro dell'Unione Europea, quanto che sin da ora si allarghi l'ambito dei settori e degli interessi comuni.
L'integrazione europea dimostra non soltanto che l'identità di ognuno è compatibile con una visione ambiziosa dell'Europa, ma che è proprio l'Unione ad offrire, in un quadro mondiale, la migliore garanzia della tutela delle culture e delle specificità nazionali.
Tra l'Unione e la Svizzera esiste una reale interdipendenza.
Il mercato unico, l'unione economica e monetaria accentuano i legami esistenti
nei trasporti, nella circolazione dei beni e delle persone, nella finanza.
Il successo dell'integrazione europea, sul piano politico e in una prospettiva
economica e finanziaria, è nell'interesse della stessa Svizzera. Un'Europa
senza istituzioni autorevoli, penalizzata da un basso tasso di crescita, avrebbe
difficoltà ad affermare la propria autorevolezza nel mondo.
Signor Presidente,
come testimonia l'Accordo di collaborazione scientifica e tecnologica firmato
oggi dai Ministri degli Affari Esteri dei nostri due Paesi, le relazioni
bilaterali progrediscono con reciproca soddisfazione e con solidale amicizia.
In tale spirito occorre continuare a dialogare per lo scioglimento di ogni nodo
residuo. I transiti alpini sono, per entrambi i nostri Paesi, strumento
essenziale di accesso al mercato unico europeo.
La lingua italiana, idioma ufficiale della Confederazione, è un potente veicolo
di scambi culturali e strumento perché una comunità di cultura italiana,
orgogliosa di essere componente istituzionale della Confederazione Svizzera, si
senta saldamente ancorata all'Europa.
I numerosi cittadini italiani residenti nella Confederazione si sono guadagnati sul campo e nel corso degli anni il rispetto del Paese ospitante. Con la loro laboriosità e generosità danno un contributo importante al rafforzamento dei legami fra i nostri due Paesi.
Signor Presidente
con questi sentimenti levo il calice al Suo benessere personale, a quello
della Signora Couchepin, alla prosperità del popolo svizzero, all'amicizia dei
nostri due popoli, al futuro dell'Europa.