BRINDISI DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
AL PRANZO DI STATO IN ONORE DEL
PRESIDENTE DI MALTA GUIDO DE MARCO
(Palazzo del Quirinale, 20 gennaio 2004)
Signor Presidente di Malta,
Signora de Marco,
Signore e Signori
Sono lieto di accogliere il Presidente de Marco in visita
di Stato in Italia, in un momento caratterizzato da una forte ascesa delle
relazioni bilaterali e dall'approssimarsi dell'ingresso a pieno titolo di Malta
nell'Unione Europea.
Il Presidente de Marco incarna, nell'orgoglio della sua italianità e con la sua
profonda conoscenza dell'Italia e della lingua italiana, la relazione davvero
speciale che intercorre fra i nostri due Paesi.
Ci unisce innanzi tutto la comune dimensione mediterranea: matrice delle civiltà classiche in cui sono radicati i valori umanistici della cultura europea; luogo d'incontro, di confronto di continenti e popoli.
Oggi, l'appartenenza alla dimensione mediterranea significa, per l'Italia
così come per Malta: consapevolezza della gravità delle sfide; responsabilità
nell'affrontarle.
Non sono certo le iniziative che mancano.
Più di recente, la Conferenza Euro-Mediterranea di Napoli ha dato luogo a nuove
Istituzioni per l'avanzamento del dialogo fra le culture ed il rafforzamento
della collaborazione fra la sponda nord e quella sud del Mediterraneo.
Ciononostante, i problemi permangono: il conflitto in Medio-Oriente è
irrisolto; il divario Nord-Sud resta profondo.
E' legittimo interrogarsi sul perché dei seguiti insoddisfacenti di tante
dichiarazioni d'intenti, strategie, innovazioni istituzionali.
La risposta è data dalla natura stessa delle sfide.
Gli effetti della povertà estrema e dell'arretratezza di Paesi non lontani dal
nostro continente, della esclusione di interi popoli dalle opportunità di un
mondo globalizzato, l'incancrenirsi dei conflitti minacciano di avere
conseguenze catastrofiche.
E' insieme che dobbiamo trovare le soluzioni: in comunità d'intenti e con la
determinazione di avvalersi al meglio degli strumenti multilaterali di un
sistema fondato sul rispetto della persona umana e la salvaguardia del diritto.
All'avanzamento di un tale ordine internazionale potrà dare un contributo importante l'azione efficace e coesa dell'Unione Europea.
La data del 1° maggio 2004 si avvicina e con essa l'ampliamento dell'Unione: è la raggiunta storica riunificazione del nostro continente.
E' bene, tuttavia, fugare ogni illusione sulle circostanze in cui
l'allargamento sta per compiersi e sulle implicazioni per il futuro dell'Europa.
Dopo anni in cui avevamo ribadito la necessità che l'allargamento dell'Unione
andasse di pari passo con il suo consolidamento istituzionale, rischiamo oggi
che l'Unione Europea allargata inizi ad operare senza istituzioni capaci di
garantirne la governabilità e assicurare l'efficacia del suo ruolo nel mondo.
Il prevalere dei particolarismi nazionali che hanno fatto ostacolo, al
Consiglio Europeo di dicembre, all'approvazione del nuovo Trattato
costituzionale, contraddice lo spirito comunitario che è l'anima del processo
d'integrazione.
La battuta d'arresto che ne deriva interviene dopo oltre un anno d'intenso e
trasparente lavoro preparatorio e in una situazione internazionale che sempre
più urgentemente sollecita la presenza autorevole dell'Europa.
Tanto più energico e sollecito deve essere il superamento delle incertezze.
Il Trattato costituzionale è l'unico indispensabile strumento per il
consolidamento del quadro di unificazione europea, per consentire all'Unione di
riprendere il suo cammino di progresso.
Ci attende, nei prossimi mesi - e l'Italia fa affidamento sulla Presidenza
irlandese - un importante lavoro di messa a punto finale del progetto
costituzionale: una positiva conclusione del negoziato è indilazionabile ed è
a portata di mano.
Il progetto elaborato dalla Convenzione e avallato l'estate scorsa dal Consiglio
europeo di Salonicco resta il riferimento essenziale.
Esso configura la struttura portante della nuova architettura istituzionale
europea: i cittadini hanno il diritto di conoscerla prima del voto alle prossime
elezioni europee del mese di giugno.
Solo così quelle elezioni potranno essere un momento di rinnovata fiducia nel
destino comune dell'Europa.
Solo così il nuovo Parlamento potrà sentirsi collegato al lavoro costituente
già compiuto.
Solo così si eviterà che, per insoddisfacente funzionamento delle istituzioni
comuni, l'Unione Europea sia una delusione per i nuovi membri, un passo indietro
per gli attuali.
E' necessario, per dare una Costituzione all'Europa, compiere un ulteriore
sforzo di volontà politica autenticamente unitaria.
Tutti siamo chiamati a concorrervi: Stati grandi e piccoli, Stati Fondatori,
membri di lunga data e di imminente adesione.
Anche i rapporti bilaterali fra l'Italia e Malta possono rafforzarsi ancora.
In campo economico, attraverso nuovi investimenti italiani nell'Isola e le
opportunità offerte dalle recenti importanti intese di cooperazione
finanziaria.
In campo culturale, attraverso forme innovative di collaborazione per
consolidare un tradizionale legame linguistico e culturale.
La lingua italiana è di casa a Malta; è interesse di entrambi i nostri Paesi
mantenerle una posizione d'eccellenza.
Con questi sentimenti, levo il calice al benessere personale Suo e della Signora de Marco, alla prosperità del popolo di Malta, all'amicizia fra i nostri due Paesi, all'Europa.