Palazzo del Quirinale 10/02/2004

Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in occasione della consegna dei Premi "Vittorio De Sica"



INTERVENTO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
ALLA CERIMONIA DI CONSEGNA DEI
PREMI "VITTORIO DE SICA"

Palazzo del Quirinale, 10 febbraio 2004

 

Cari protagonisti del cinema italiano,

se volgiamo lo sguardo in questa sala, viene da dire che oggi è veramente una festa per il nostro cinema nel nome di Vittorio De Sica! Vedo tutti gli spiriti vitali del nostro cinema presenti e a tutti dico: andate avanti! Insistete! Non cessate di creare, di immaginare, di sognare!

E' una fortuna avere la possibilità oggi di premiare, con il massimo riconoscimento della Repubblica Italiana, uomini straordinari che incarnano la storia del cinema mondiale ed europeo, come Manoel de Oliveira.

Egli la incarna come storia di libertà nel "secolo breve", il secolo tragico che abbiamo lasciato alle spalle, nel quale abbiamo vissuto tutte le contraddizioni di un progresso, morale e tecnologico, che si è scontrato ripetutamente con la regressione, la violenza, la repressione della libertà. Sappiamo che l'arte, il desiderio di espressione, la possibilità del progresso sono oggi più vivi che mai.

In questa battaglia per la creatività e l'espressione umana, il cinema ha dato e continua a dare un contributo straordinario.

Certo, voi operatori del cinema, produttori, distributori, registi, attori, sceneggiatori non siete mai contenti. Ed è giusto così!

Tuttavia, devo osservare che, dopo la tragedia dell'11 settembre, la strategia dei terroristi mirava con precisione criminale a scardinare quel modello di vita che si basa anche sulla condivisione di momenti di gioia vissuti in comune, come fare un viaggio turistico, anche in paesi lontani, o uscire con i familiari, con gli amici, per andare al ristorante o al cinema. Ebbene, questo non è accaduto, anche nello specifico settore della frequenza nelle sale cinematografiche. Certo, il nostro sistema istituzionale ha prudenzialmente resi più attivi i propri strumenti di sicurezza, ma il nostro modello di vita non ha modificato i suoi ritmi; sa di poter prevalere, e lo vuole.

Abbiamo qui con noi registi che rappresentano la poesia dell'Europa sofferente come Nikita Michalkov massimo alfiere del cinema russo, questa antica ed essenziale componente della cultura dell'Europa alla quale guardiamo con ammirazione per la straordinaria capacità di rigenerarsi, fedele alle sue tradizioni, ricca di memoria e di sofferenze. Da essa abbiamo molto da imparare in materia di amore per la cultura e la letteratura, della capacità di sublimare in poesia stati d'animo, individuali e collettivi, vita presente e tradizioni. Come non ricordare Schiava d'amore o lo straordinario Marcello di Oci Ciornie!

Ho ritenuto, per prima cosa, di salutare i nostri grandi e graditi ospiti stranieri.

Al cinema italiano voglio dire un "grazie!" collettivo.

Il cinema italiano continua a crescere, a migliorare nelle sue articolazioni di settore, di importanza fondamentale per la Nazione, sia culturalmente, sia economicamente. I suoi problemi li conosciamo. Li sottolineate ogni volta che escono i dati sulle sale e sulla loro frequentazione, sulla diffusione dell'audiovisivo, che si avvale di sempre nuovi ritrovati tecnologici. Certo, i risultati più recenti non sono quali li speravamo. Però, sta di fatto che la creatività dei nostri autori e registi ci sta regalando bei film, racconti struggenti sulla nostra storia, recente e meno recente, spaccati della nostra vita sociale; dimostra di essere capace di indagare con lucidità sulle trasformazioni della società e della famiglia italiana; esprime vitalità e coraggio nell'affrontare le nuove sfide, quali l'integrazione degli immigrati, che sentiamo sempre più come una opportunità per crescere e per conoscere meglio le civiltà che ci sono vicine. E poi, tenuto conto della bassa congiuntura, della fase di stanca della nostra economia, non va tanto male. Vedo molti giovani che entrano a lavorare con competenza e con passione nel cinema, come sceneggiatori, autori, attori, registi.

Vedo film di autore, anche difficili, che nelle sale incassano cifre rispettabili, più di qualche anno fa, e che quindi sollecitano un più fruttuoso legame tra cinema e produzione letteraria, la quale, anch'essa, sta dando segnali di forte vivacità, di nuove leve, di nuove idee.

Accenno ad alcuni problemi più specifici solo perché la loro importanza va al di là del settore del cinema e investono la struttura del sistema economico:
- Va combattuta con la massima determinazione la pirateria in tutte le sue forme, perché la difesa della proprietà intellettuale è nell'interesse di tutti, perché dà valore economico alla cosa più preziosa, l'ingegno, che è alla base della nostra società libera. La pirateria sottrae risorse che aiuterebbero la ripresa economica trainando un settore - il cinema, ma anche l'audiovisivo e la produzione letteraria - che sono la parte più nobile, ma anche più moderna, della società della comunicazione. Interventi devono essere studiati a livello nazionale e, ancor più, a livello europeo;
- E' fondamentale che le istituzioni europee si impegnino in un forte rilancio dell'identità culturale del cinema europeo. Si possono immaginare tante iniziative specifiche: favorire e sostenere le coproduzioni, far interagire le nostre lingue, come ci ha proprio suggerito de Oliveira nel suo ultimo film. Ma il cinema europeo va sostenuto nella sua interezza e diffuso nel mondo per far comprendere la straordinaria concentrazione di capitale intellettuale e sociale di cui le nostre Nazioni sono depositarie.
- Quando vediamo film come "Chocolat" ci rendiamo conto di come i nostri modelli culturali siano davvero tanto vicini. - Per quanto riguarda l'Italia, credo che un aspetto importante sia quello di raggiungere meglio i piccoli comuni, la provincia italiana. Essa soffre di una offerta insufficiente. Credo potrebbe dare grandi soddisfazioni alla cinematografia. Forse, la diffusione delle multisale, pur positiva, va bilanciata con iniziative a favore delle sale nei centri minori.
- Infine, il rapporto tra cinema e tv. I media televisivi nazionali hanno molto sostenuto la produzione in questi anni. Spero che continuino e che lo facciano anche i media internazionali. Non c'è dubbio tuttavia che per il futuro è determinante l'irrobustirsi del numero e della dimensione delle aziende di produzione indipendenti perché solo con un'industria autonoma della produzione cinematografica questa fase di rinascita del nostro cinema diventerà un grande e duraturo successo.

A me personalmente e a mia moglie Franca il cinema piace molto. La naturale conclusione di questo nostro incontro è un invito agli italiani e soprattutto ai giovani: andate al cinema!