INCONTRO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
CON IL CAPO DEL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE
ED I TECNICI DELLA PROTEZIONE CIVILE
Palazzo del Quirinale, 19 febbraio 2004
Signor Ministro,
Onorevoli Sottosegretari,
Caro Dottor Bertolaso,
Signore e Signori,
desidero innanzitutto rinnovare a Lei Signor Ambasciatore il mio commosso
cordoglio per il gravissimo lutto che ha colpito ieri il suo Paese: centinaia di
vittime a seguito dell'esplosione di un treno nella stazione di Khayyam.
sono passati quasi due mesi dal terribile terremoto che ha distrutto ampie zone dell'Iran. Ho seguito con viva commozione gli avvenimenti di quei giorni, i soccorsi, le paure, la realizzazione di speranze impossibili. Come non ricordare l'anziana signora trovata ancora, viva tra le macerie dopo giorni e giorni dal sisma, grazie alla ardente perseveranza, al coraggio e alla generosità dei soccorritori!
Idealmente sono stato vicino ad ognuno di voi, operatori, medici, tecnici, volontari, e ho apprezzato, con orgoglio, il lavoro che con grande professionalità avete svolto.
Nell'intervento in Iran, la protezione civile italiana ha avuto un ruolo di alto rilievo. L'Italia, in qualità di Presidente di turno dell'Unione Europea, ha coordinato le attività e i soccorsi provenienti dagli Stati membri.
Per la prima volta ha preso corpo la strategia dell'Unione europea che, nel rispetto del principio di sussidiarietà, è finalizzata a sostenere e ad intensificare gli sforzi dei Paesi europei per realizzare una concreta cooperazione nel campo della Protezione Civile. I soccorsi che sono stati prestati all'Iran in difficoltà rappresentano una delle tappe del percorso che si prefigge come traguardo la predisposizione di un apparato al servizio dei cittadini europei e, quando occorra, anche della comunità internazionale. Anche in questo modo si contribuisce ad avere una Unione Europea efficiente ed operativa, che sia in grado di dare fiducia e sicurezza a tutti i suoi cittadini e che possa operare come fattore di incontro e di solidarietà fra i popoli.
Auspico che i positivi risultati conseguiti nella missione in Iran costituiscano un ulteriore stimolo a realizzare un sistema organico e permanente di formazione e di aggiornamento per gli operatori della protezione civile, le cui premesse sono state poste con la risoluzione del Consiglio dell'Unione europea del 28 gennaio 2002.
Una rete europea di scuole e di centri di formazione faciliterebbe la cooperazione negli interventi di soccorso, delineando un quadro operativo omogeneo, e favorirebbe un più intenso scambio di esperienze.
Da tempo, la protezione civile italiana collabora con molti Paesi, non solo europei, nell'affrontare emergenze a livello internazionale. Come, ad esempio, in occasione del grave sisma che ha colpito l'Algeria nello scorso maggio, che ha visto impegnati molti dei nostri tecnici e volontari. Oppure, limitandomi a ricordare gli interventi del 2003, nelle operazioni di contenimento degli incendi boschivi in Francia, Slovenia e Portogallo, e nei soccorsi prestati in occasione dei nubifragi nella Francia meridionale.
Ogni volta, il nostro Paese ha dato prova di generosità e di alta professionalità e competenza.
Il buon esito della missione in Iran è il frutto dell'impegno personale e della professionalità di tutte le componenti della protezione civile, alla cui organizzazione contribuiscono Stato, Regioni, Enti locali e società civile, in un' armonica ripartizione delle competenze.
Ricordo, in particolare, il contributo della 46ma Brigata dell'Aeronautica Militare, che ha assicurato i trasporti aerei del personale e dei mezzi della protezione civile.
In tale contesto un ruolo importante è svolto dal volontariato.
In molte occasioni, specie durante i miei viaggi in Italia, ho incontrato il mondo del volontariato, che ho trovato sempre vivo, attento e partecipe. È auspicabile, anche in un'ottica europea, che i giovani si dirigano verso questa esperienza, espressione di autentico spirito di servizio.
L'esperienza compiuta soccorrendo gli altri in un momento di estremo bisogno fa bene anche a chi dà l'aiuto, non solo a chi lo riceve. Uno slancio di solidarietà rafforza la coscienza che tutti gli uomini sono fratelli, dà fiducia in noi stessi e nel prossimo.
E' bello sapere che l'Italia è un Paese che, mosso da un istintivo, forte spirito umanitario, sa esprimere, anche al di fuori dei propri confini, iniziative pronte ed efficaci in interventi di protezione civile, grazie alla competenza e alla ottima organizzazione delle sue istituzioni e alla partecipazione spontanea e coraggiosa di tanti volontari. Possiamo essere orgogliosi della nostra Protezione Civile, del nostro Volontariato.
Desidero esprimere ad ognuno di voi profonda gratitudine. Grazie per il
vostro impegno, il vostro coraggio e la vostra professionalità, dimostrati
ancora una volta durante i soccorsi tra le macerie della città di Bam.