VISITA DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
A SESTO SAN GIOVANNI
Incontro istituzionale con le Autorità locali
Sesto San Giovanni - Palazzo Comunale, 4 marzo 2004
Signor Presidente del Consiglio Regionale,
Signor Vice Presidente della Giunta Regionale,
Signor Presidente della Provincia di Milano,
Onorevoli Parlamentari,
Autorità militari, civili e religiose,
e soprattutto Cari cittadini di Sesto San Giovanni,
non vi nascondo che sono qui a Sesto San Giovanni - e vi rivolgo la parola
affinché attraverso voi arrivi questo mio saluto a tutta la popolazione - con
una certa emozione di essere in questa città per il significato che essa ha.
La ringrazio anzitutto, Signor Sindaco, per il suo cordiale benvenuto a Sesto
San Giovanni. Ringrazio la signora Cesani per il saluto che mi ha voluto
rivolgere a nome di tutte le principali associazioni della Resistenza,
combattentistiche, dei deportati che fanno onore alla città di Sesto San
Giovanni.
Lei ha rievocato, Signor Sindaco, i passaggi fondamentali della storia economica
e politica di questa città, ancora oggi fra le più popolose della Lombardia,
che può vantarsi di essere tuttora - dopo essersi lasciata alle spalle la grave
crisi di alcune delle sue grandi imprese - uno dei poli propulsivi, insieme con
i Comuni confinanti, di un nuovo sviluppo dell'industria lombarda, fondato su
nuove imprese e sull'impiego di nuove tecnologie.
Come Lei ha detto, Sesto si sta dimostrando capace di mantenere la sua
caratteristica di "periferia al contrario", periferia che si fa centro
e che si dimostra capace di attirare manodopera, invece di diventare tributaria
della grande, vitale metropoli che è Milano.
Il nostro è necessariamente un incontro breve. Come sapete, sono atteso alla
seduta inaugurale del Convegno organizzato dalla Fondazione-Istituto per la
Storia dell'Età Contemporanea, dedicato all'approfondimento della conoscenza di
un periodo cruciale, attorno alla metà del secolo scorso, per la storia
d'Italia.
Quel periodo ha avuto il suo momento di svolta negli anni che videro, insieme
con la guerra perduta, la fine del fascismo, la Resistenza, la rinascita della
democrazia in Italia, e l'affacciarsi al nostro orizzonte del grande sogno, poi
divenuto realtà, di un'Europa riconciliata con se stessa nel segno dell'unità.
Nella rilettura di queste vicende, Sesto San Giovanni si propone come un punto
di osservazione significativo. Vi è un legame profondo fra la storia economica,
la storia sociale, e la storia politica di questa città e del suo territorio.
Essa ha il suo momento culminante negli scioperi del 1943 e in quelli del marzo
1944 soprattutto, espressione di una scelta politica dei lavoratori ma anche dei
cittadini di Sesto, che pagarono quella scelta con un costo altissimo di vite
umane.
Ricordo quel marzo del 1944 e quell'intero inverno con grande emozione. Le
notizie si diffondevano con difficoltà; ricordo che la fonte principale per
tutti quanti noi era ascoltare la sera Radio Londra che ci dava le notizie che
non potevamo avere altrimenti, notizie vere e autentiche di quello che stava
succedendo in Italia e nel mondo. Ricordo che quell'inverno lo trascorsi alla
macchia nelle montagne d'Abruzzo nel marzo del '44 quando mi trovavo alla
vigilia di passare le linee per tornare a militare nell'esercito di cui portavo
con orgoglio la mia divisa. Quindi mi ricongiunsi al sud, la cui popolazione fu
l'animo, che qui è stato ricordato, più che fondato direi di appoggio e
sostegno non solamente materiale ma direi sostanziale. Una popolazione povera
come quella delle montagne intorno alla zona di Sulmona e di Scanno che aveva
una fortissima scarsità di cibo ma che non fece mancare la sua assistenza
accogliendo con gravi rischi personali ogni fuggiasco fosse italiano, fosse
prigioniero, alleato uscito dai campi di concentramento di prigionia, che aveva
bisogno di essere aiutato e che cercava l'aiuto per poter poi passare le linee e
andare dall'altra parte, quella che era già l'Italia resa libera. Ricordo
quelle giornate con particolare intensità. E quello fu un sentimento che ha
dimostrato come la Resistenza - che ebbe nei partigiani la sua punta avanzata -
fosse un movimento condiviso dalla maggior parte, da larga parte del popolo
italiano, in particolare da parte dei più umili.
Da questi eventi che ho ricordato, ormai lontani nel tempo, ma ben presenti alla
nostra coscienza, ebbe inizio la sequenza di avvenimenti, che si è conclusa con
la nascita della Repubblica, consacrata nella Costituzione, ancora oggi
essenziale punto di riferimento per la vita democratica della Nazione, per
l'unità della nostra Patria.
Questo bisogna ricordarlo, ricordare quegli eventi ma non per dar luogo a nuove
divisioni. Sono eventi lontani nel tempo ma ben presenti nella nostra memoria e
come tali dobbiamo conservarli vivi per uno spirito di unità sostanziale della
nostra Nazione.
Vi ringrazio, e attraverso voi tutti i cittadini di Sesto, per la vostra
accoglienza, e vi auguro buon lavoro e un successo per il progresso ulteriore
della vostra città.