CERIMONIA DI CONSEGNA DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
DELLE INSEGNE DI ONORIFICENZE O.M.R.I.
CONFERITE A DONNE DISTINTESI NELLA CULTURA,
NELLA SCIENZA E NEL SOCIALE
IN OCCASIONE DI UN INCONTRO
CON LE SCUOLE PARTECIPANTI AL "PROGETTO GIOVANI".
Palazzo del Quirinale, 8 marzo 2004
Gentili e care Signore,
Signore e Signori presenti,
sono particolarmente felice di celebrare questa giornata dell'8 marzo 2004 con
la consegna delle insegne dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana a
donne "eccellenti".
E' una testimonianza di impegno per voi che partecipate oggi al Progetto
Giovani. Dall'inizio del mio mandato presidenziale ho voluto aprire le porte del
Quirinale, la "Casa di tutti gli italiani", come amo definirla, agli
studenti per un percorso di formazione civica "dal vivo" che dia la
possibilità di conoscere direttamente l'attività della Presidenza della
Repubblica.
Questi incontri mi hanno consentito di avvicinare al Quirinale quasi 7.000 fra
studenti e docenti di tutte le Regioni d'Italia, di conoscere i progetti che,
guidati dagli insegnanti, hanno presentato.
So che le scuole che sono qui oggi a fare da platea, una platea viva,
partecipante, a questo evento hanno sviluppato iniziative sul ruolo e sulla
storia delle donne.
Il valore di questi lavori conferma le ragioni della mia fiducia nella vitalità
della nostra scuola, nell'impegno dei nostri giovani.
Oggi è giorno simbolo di festa ma anche di ricordo per tutte le donne che hanno
contribuito al progresso della condizione femminile e a quello dell'intera
nostra Nazione.
Ripercorriamo brevemente questa straordinaria avventura alla conquista della
voce, dei diritti, della parità, partendo da precedenti del lontano passato
più isolati ma illustri. Basti ricordare Eleonora D'Arborea, Vittoria Colonna e
Rosalba Carriera, Luisa San Felice e, soprattutto partendo dalle radici delle
nostre istituzioni di oggi, dal Risorgimento.
L'ottocento italiano è stato illuminato da "donne illustri", da
"italiane gloriose", con matrici ideali, diverse ma con un obiettivo
comune: contribuire attivamente a migliorare le condizioni sociali e costruire
una Patria unita.
Laura Solera Mantegazza, signora del più vivace salotto patriottico di Milano,
Teresa Raveschieri Fieschi, nipote di Gaetano Filangieri, che fondava ospedali e
dormitori, Enrichetta Caracciolo, condannata alla clausura, liberata da
Garibaldi che le conferì il posto di ispettrice degli educandati di Napoli, e
le appassionate rivoluzionarie siciliane Giuseppa Calcagno, detta "Peppa la
Cannoniera", e Lucia Salvo; Cristina di Belgiojoso: prima donna di Italia
come la definirono Garibaldi e Cattaneo, le mazziniane Sara Nathan ed Elisabetta
Beccari; e la più illustre pedagogista italiana, Maria Montessori. A lei volli,
quando ero Governatore, che le fosse dedicato il nuovo biglietto da mille lire
che la Banca d'Italia stampò agli inizi degli anni ottanta.
Ricordo l'impegno civile delle poetesse e delle attrici dell'età
risorgimentale. E poi onoro la memoria delle madri e delle spose da Teresa
Confalonieri ad Adelaide Cairoli e alla figura emblematica di Anita Garibaldi,
combattente per la libertà e stamani sono stato lieto di renderle omaggio, a
nome di tutti gli italiani, depositando una corona al suo monumento al Gianicolo.
La storia delle donne d'Italia si coniuga con le lotte per il più alto e nobile
diritto politico: il voto. E in questo percorso voglio ricordare ancora Anna
Maria Mozzoni, e Adelaide Coari.
Le donne votarono per la prima volta il 2 giugno 1946 e la nostra Patria
Repubblicana nasce sotto questo segno di uguaglianza. E' la prima grande
vittoria a coronamento di un lungo percorso di crescita: per il diritto al
lavoro e alla parità, per l'accesso a tutte le carriere, per un nuovo diritto
di famiglia.
Oggi le donne rivestono un ruolo sempre più significativo e crescente nella
società: nell'arte, nella scienza, nell'economia, nell'università, nella
magistratura, nella comunicazione, in professioni fino a pochi anni fa riservate
solo al mondo maschile. E, per la politica, voglio ricordare quella che è stata
la voce femminile più autorevole del Parlamento: Nilde Jotti, costituente,
deputato per tredici legislature, Presidente della Camera per tre legislature.
Si tratta di una energia e di un potenziale enorme per lo sviluppo della
Nazione.
Tuttavia è ancora troppo basso il numero delle donne presenti nelle assemblee
elettive, dirigenti nel settore pubblico e in quello privato.
Sono fiducioso che la recente approvazione, come ha ricordato poc'anzi il
Ministro, la Signora Prestigiacomo, della modifica dell'art. 51 della
Costituzione rappresenti una svolta: saranno garantite maggiori opportunità,
dovrà essere facilitato l'effettivo accesso nella vita politica e sociale della
Nazione. E le donne ricordino che esse sono la maggioranza degli elettori.
Quindi, sta a loro farsi valere.
Il disegno di legge recante disposizione sui membri del Parlamento Europeo
eletti in Italia, in attuazione di una decisione del Consiglio dell'Unione
Europea, rappresenta un passo in questa direzione.
Anche sul ruolo della donna - lo sappiamo tutti data la sua importanza, la sua
influenza nella vita della famiglia, nella vita della società e anche sul suo
ruolo - si giocano le sfide del futuro della nostra Patria, dell'Unione europea
e dell'intero mondo.
Buon 8 marzo a tutte le donne qui presenti!