VISITA DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
ALLA CITTA' DI IMPERIA
INCONTRO ISTITUZIONALE CON LE AUTORITA'
Imperia - Teatro Cavour, 19 marzo 2004
Signor Vice Presidente della Camera dei Deputati,
Signor Ministro,
Signori Presidenti della Giunta e del Consiglio Regionale della Regione Liguria,
Signor Sindaco di Imperia,
Signor Presidente dell'Amministrazione Provinciale,
Autorità militari, civili e religiose,
Cari Sindaci della Provincia di Imperia,
soprattutto, Cari Cittadini di Imperia,
ogni visita a una provincia d'Italia è una gioia per me, mi dà forza nel
lavoro quotidiano, mi conforta sul fatto che l'Italia è forte e ha in sé tutte
le energie per superare le difficoltà momentanee, per riprendere la strada
della crescita.
Oggi siamo qui, sulle sponde di questo mare che amiamo, il nostro mare, il
Mediterraneo, che deve costituire sempre più uno spazio di scambio, di
sviluppo, di incontro. E gli scambi commerciali, infatti, si stanno sviluppando,
portando benessere e attenzione verso i nostri porti, attirando l'interesse
degli armatori verso i progetti di "autostrade del mare" che lanciai
nel dicembre del 1998 a Catania e che vedo incamminarsi verso le prime
realizzazioni.
Purtroppo, sulle sponde di questo mare, in una Nazione a noi indissolubilmente legata da duemila anni di storia, ancora una volta il terrorismo ha seminato distruzione, ha lanciato il suo torbido, folle messaggio di morte, di odio.
I morti dell'11 marzo a Madrid sono i nostri morti. Non è stata attaccata
soltanto la Spagna, è stata attaccata l'Europa. Sappiamo che siamo tutti
minacciati e che la minaccia è grande.
Ma la forza che ci viene dai millenni della nostra storia, della nostra
civiltà, ci spinge a dire che noi europei sapremo collaborare per la cattura
dei mandanti e degli esecutori di questo crimine contro l'umanità; essi saranno
puniti secondo giustizia, nel rispetto dei principi della democrazia, con la
durezza che merita chi tenta di distruggere le fondamenta delle nostre libere
comunità.
Sappiamo di dover difendere civiltà e democrazia, conquiste faticosamente raggiunte in secoli di progresso. Per difenderle dobbiamo avanzare sulla via dell'unificazione politica dell'Europa. E' più che mai urgente approvare una nuova Costituzione che consenta alle Nazioni europee di dare una risposta forte alla sfida di questo barbaro terrorismo.
Dico tutto ciò in questa splendida terra di confine, in questa terra di luce e bellezza, abituata da sempre allo scambio con la vicina Francia, con la Spagna, con l'oltremare.
Imperia è terra di patrioti e di cultura. Il "télero" che ammiriamo dietro di noi ci sia di ispirazione, perché la forza dell'Italia nasce anche da questa storia, da questa cultura; di esse dobbiamo non solo onorare la memoria, ma ricrearle continuamente.
Vedo Cavour, al centro del "télero" del vostro pittore Leonardo
Massabò, che il Ministro Scajola ebbe il merito di far restaurare e
ripristinare nell'antica bellezza. Cavour che parla con Dante. In Liguria, terra
di viaggiatori, di marinai e contadini coraggiosi, auspico che a uno dei grandi
artefici dell'Unità italiana venga dedicata una delle grandi unità della
Marina Militare del futuro, per dare continuità alla nobile tradizione
inaugurata dalla nave Garibaldi.
Gli scambi, le interconnessioni sono il nostro futuro. Al confine con la Francia
dobbiamo insistere perché le infrastrutture del futuro dell'Europa unita
passino attraverso l'Italia. Dobbiamo fare ogni sforzo per convincere le
istituzioni europee, i governi vicini, che il Corridoio 5 non solo deve essere
tracciato a Sud delle Alpi, per allacciarlo alle due braccia del Mediterraneo
Centrale, il Tirreno e l'Adriatico, ma che deve essere fatto in fretta. Noi
Italiani dobbiamo fare la nostra parte. So che l'incredibile strozzatura della
linea ferroviaria del Ponente ligure sta per avviarsi verso una soluzione. Non
c'è tempo da perdere.
Abbiamo appena premiato insieme due importanti scrittori di queste terre, Nico
Orengo e Giuseppe Conte, e attraverso di loro non posso non ricordare tanti
illustri letterati e artisti imperiesi, da De Amicis - insuperato educatore
dell'Italia unita -, a Italo Calvino, a Luciano Berio.
Non possiamo dimenticare che Imperia ha dato alla Patria due Premi Nobel per la
scienza, Natta e Dulbecco.
Il polipropilene di Natta è stato il simbolo della capacità di ricerca della
grande industria italiana nel momento del miracolo economico.
Dobbiamo chiederci: da dove potrebbe avere origine oggi un Premio Nobel italiano
simile a quello di Natta? L'Italia è in grado certamente di promuoverlo.
Il nostro futuro è ancora nello sviluppo industriale, che si fonda sulla
ricerca.
Dobbiamo combattere la deindustrializzazione.
Vedo segnali positivi anche in quest'area dell'Italia Nord-occidentale, segnali
di tenuta, di volontà di riscatto.
Nonostante i momenti di crisi di alcune grandi imprese, la base produttiva sul
territorio non si è ridotta. E oggi dobbiamo ripartire da quelle 1500 medie
imprese italiane che hanno la possibilità di fare il balzo culturale e
gestionale verso una espansione di tipo internazionale.
Certo a due condizioni: devono essere assistite e sostenute dal sistema
finanziario italiano, che proprio per questo deve superare le sue difficoltà e
riconquistare la fiducia di imprese e risparmiatori. E' fondamentale che le
banche continuino a guardare con fiducia agli investimenti produttivi delle
imprese, li sostengano finanziariamente, sulla base di solidi e chiaramente
definiti progetti imprenditoriali. I doverosi accertamenti delle responsabilità
procedano speditamente, secondo la legge. Ma è importante che non venga frenato
il normale flusso della erogazione del credito.
Ma la seconda condizione della ripresa è che lo Stato, il sistema universitario
e della ricerca lavorino con tutte le loro forze a rilanciare la ricerca
scientifica e tecnologica.
Ieri nello studio-fabbrica di Renzo Piano, mi è stato presentato il Progetto
Leonardo, un progetto che unisce l'impegno pubblico e privato nella ricerca
tecnologica alla strategia per un futuro rinnovato di Genova, del suo sistema
portuale, dell'intera riviera ligure. Ho riscontrato una straordinaria concordia
dei responsabili delle istituzioni e delle forze di governo e di iniziativa
privata. E' questo il metodo da seguire. In questo momento di stasi
dell'economia, non mancano segnali positivi. Il primo viene dall'imprenditoria
nel settore dell'agricoltura che si sta rinnovando dal punto di vista
generazionale, nei modi di gestione, nelle tecniche di promozione dei prodotti.
Visiterò il museo dell'olio; dobbiamo ringraziare per il loro impegno gli oltre
300 piccoli produttori di olio di questa provincia che hanno fatto un lavoro di
alta qualità e con il loro operare mantengono vivo un territorio, anche dal
punto di vista paesaggistico ed ecologico. So che anche l'olio italiano sta
seguendo quella strada di miglioramento qualitativo, di affinamento del
prodotto, che ha trasformato completamente il vino italiano e lo ha portato ai
vertici mondiali.
In questo clima di ricupero di interesse, di reddito e di immagine dell'agricoltura italiana destano preoccupazione talune decisioni dell'Unione europea. Come è possibile "liberalizzare" decine di denominazioni storiche di vini italiani, consentendo che anche produttori extracomunitari li utilizzino per i loro prodotti? Alla fine, quando avremo un "amarone" o uno "sciacchetrà" prodotto in Africa o in Sud America che cosa sarà se non un inganno ai danni del consumatore, possibile grazie allo sfruttamento di un marchio che è italiano e che piace proprio perché suona italiano? E' come la cravatta italiana prodotta in Cina che mi ha mostrato il Presidente della Camera di Commercio di Como. Sapete quanto sono europeista. Ma bisogna che l'Unione europea sia sempre più coesa sull'obiettivo di difendere le denominazioni di origine territoriale, conservare e rafforzare quelle diversità che sono la ricchezza dell'Europa e che rendono i prodotti di ciascuno dei nostri Paesi così attraenti.
Per accennare agli altri due grandi settori di produzione di questa provincia - la floricultura e il turismo - dobbiamo cercare di proteggere le produzioni esposte alla concorrenza internazionale con la qualità del prodotto e il marchio di origine, perché tutto ciò che è italiano, per il consumatore internazionale vale un po' di più. So che le istituzioni di governo sono impegnate a risolvere taluni problemi anche di tipo logistico che riguardano le serre e gli impianti. Olio, fiori, agricoltura, turismo sono aspetti di una stessa realtà che è questa magnifica terra, raccontata da grandi scrittori, amata dagli altri popoli, a cominciare da inglesi e russi, coltivata per secoli, oggi bella come allora.
Ed è a questo territorio, alla sua gente, che voglio rivolgere il mio saluto e una considerazione conclusiva. Ai ragazzi, in particolare, di Imperia, di Ventimiglia, di Sanremo, di Bordighera dico: non abbandonate l'entroterra, non lasciate soli gli anziani nei paesini alpini e appenninici al confine con il Piemonte; questi siti, questi piccoli comuni sono una ricchezza incredibile di cui non ci rendiamo conto abbastanza; non lasciamo che queste realtà si degradino, impegnatevi in restauri, per utilizzare quei centri come luoghi di svago, di riflessione, di vita con gli amici, ma non abbandonateli, non abbandoniamoli. Domenica 28 marzo le associazioni dei comuni e tante altre realtà associative daranno vita alla festa dei piccoli comuni; impegniamoci tutti a fare una visita, una gita in un piccolo centro. Aiutiamoli a farli respirare aria di vita nuova. Anche da lì potrà trarre alimento la ripresa di tutto il Paese.
Ed un vibrante augurio a tutti Voi.