INCONTRO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
CON I PARTECIPANTI AL
CICLO FORMATIVO PER DIRIGENTI PUBBLICI
PROMOSSO DALLA
SCUOLA SUPERIORE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Palazzo del Quirinale, 8 aprile 2004
Signor Ministro Mazzella,
Gentile Direttore della Scuola Superiore dello Stato,
Cari giovani dirigenti,
benvenuti tra i lavoratori della Repubblica.
A due anni dall'appello che rivolsi a Lei, caro Ministro, quando chiesi che ogni anno vi fosse una "vendemmia" di giovani laureati per le Amministrazioni civili dello Stato, ecco, oggi è davvero una bella giornata, che mi riempie di soddisfazione.
Certo, so bene che la realizzazione di una struttura stabile di corsi-concorsi annuali è ancora in gestazione. Mettetecela tutta per portare a termine il lavoro! Quando tutti i regolamenti saranno operativi darò volentieri alla Scuola un alto patronato permanente del Presidente della Repubblica.
Vorrei davvero, l'anno prossimo, che ci ritrovassimo qui con alcune decine di nuovi giovani, selezionati, ben motivati, che dall'università, freschi di studi, scelgano ancora la sfida di operare per la Nazione italiana, la nostra Patria, al servizio diretto della pubblica Amministrazione.
Questa è la vera riforma dell'Amministrazione. Quando ogni anno decine di giovani laureati entreranno nelle Amministrazioni centrali, scenderà l'età media dei dirigenti, si avrà un'armonica distribuzione del personale dirigente per classi di età, entrerà aria nuova nella vita dello Stato.
Quanto più si procede sulla strada di attribuire responsabilità agli enti locali, tanto più è importante investire sulla qualità, la preparazione, la cultura unitaria dei funzionari dello Stato, una realtà che da un secolo e mezzo è - e continuerà ad essere - la spina dorsale della Nazione.
E' un patrimonio di professionalità e di impegno da riconoscere e valorizzare che sta affrontando trasformazioni e innovazioni. Il premio delle Nazioni Unite dello scorso anno al Dipartimento della Funzione Pubblica per il ruolo di regia del cambiamento amministrativo in Italia ne è una felice conferma. Ho preso atto con soddisfazione di alcune correzioni apportate agli eccessi di "contrattualizzazione" per i dirigenti dello Stato, eccessi che avevano spinto taluni a parlare, sbagliando, di "privatizzazione". Il lavoro del dirigente dello Stato deve essere esercitato nell'interesse esclusivo della Nazione, e questa missione non ha compromessi possibili.
Ricordatevi - e lo ha sottolineato il Prof. Petroni - che vi è al fondo una etica professionale, una deontologia che deve diventare la vostra coscienza e che opera insieme alla coscienza individuale. Comprendo l'animo dei giovani che entrano nell'Amministrazione Pubblica. Ricordo infatti quando, da giovane, nell'immediato dopoguerra, entrai in un'Amministrazione pubblica, nella quale poi ho operato per ben quarantasette anni. Vi erano sicuramente molte cose che dovevano essere riformate, soprattutto per la nuova aria che si respirava, dopo il periodo della dittatura e della guerra. Ma vi era uno spirito fondamentale, rappresentato dagli anziani, che andava preservato e che un po' alla volta noi giovani - che avevamo in animo di rivoluzionare tutto - acquisimmo. E tra lo spirito di innovazione e l'esperienza, non disgiunta dal sentimento di come si vive la vita della pubblica Amministrazione, operammo una sintesi di questi elementi, rendendo in tal modo possibile una continuità, pur nella costante innovazione.
E ricordate, cari giovani, di acquisire sempre nuove conoscenze nella vostra vita professionale, mantenendola viva, non facendo assopire la forza dell'innovazione che avvertite in voi stessi. Spingete per l'innovazione, con umiltà. Prima cercate di comprendere perché in quell'Amministrazione le cose funzionano in una determinata maniera. E vedrete che in parte, anche se non in tutto, la spiegazione è tuttora valida.
Quando comincerete a trattare le prime pratiche vi meraviglierete che il vostro superiore richiamerà i "precedenti". Il "precedente" è un riferimento opportuno, perché c'è una storia nel comportamento dell'Amministrazione, ma si deve vederlo criticamente; non bisogna dire: "si è fatto sempre così, quindi si continua a fare così"; occorre interrogarsi se va ancora bene. E così che lo spirito di innovazione si innesta nella realtà di un'Amministrazione e la fertilizza, apportando un miglioramento continuo.
Occorre, quindi, un po' di pazienza da parte degli anziani nei confronti dello spirito, per così dire, quasi rivoluzionario, che spesso caratterizza i giovani; ma al tempo stesso anche da parte dei giovani, perché nel sostenere le innovazioni essi debbono tenere conto delle ragioni per cui le cose funzionano così.
E poi, in definitiva, ricordatevi che c'è un ultimo campanello: quello della coscienza individuale. Allorquando, nei vostri comportamenti, sia all'interno dell'Amministrazione sia nei confronti dell'esterno, avvertirete che quel campanello suona, rifletteteci sopra.
Nella società italiana c'è una grande domanda di buona amministrazione, di presenza operosa e vigile delle Amministrazioni dello Stato. Cogliamo questa occasione. Più il nostro lavoro sarà visibile e riconoscibile, più la risposta della gente sarà positiva.
Pochi anni fa, nessuno avrebbe pensato che le Amministrazioni militari della Repubblica avrebbero saputo conquistare i livelli di fiducia di cui oggi godono tra i cittadini. Questo è accaduto, perché esse hanno saputo ben meritare in missioni internazionali di pace, anche estremamente difficili, ed è emersa con chiarezza la funzione sociale da esse esercitata, nell'interesse della nostra comunità.
E il nostro saluto, il nostro affetto, la vicinanza di tutti gli italiani non può che andare a tutti i militari impegnati in terre lontane nel compito di riportare pace e serenità a popolazioni martoriate; un saluto particolare in questo difficile momento a tutti i soldati del contingente in Iraq, ai civili che con loro collaborano. Sono in cima ai nostri pensieri.
Le Amministrazioni civili devono seguire quell'esempio che dimostra come i luoghi comuni sulla "burocrazia" e sui "burocrati" possano essere superati. Anzi, mi sia consentito un consiglio: preferite sempre la lingua italiana, negli appunti, nei discorsi, negli atti amministrativi! Usiamola con passione: non abbiate vergogna di aprire ogni giorno il vocabolario e il dizionario dei sinonimi e contrari. Io li tengo da sempre sulla mia scrivania.
Auguri vivissimi, a voi e alle vostre famiglie anche per le prossime
festività pasquali.