INCONTRO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
CON I VINCITORI E GLI ORGANIZZATORI DEL
"PREMIO CRONISTA 2003"
Palazzo del Quirinale, 27 aprile 2004
Prima di tutto desidero complimentarmi con tutti i premiati. Alcuni di loro li ho sentiti alla radio, che è tuttora un fondamentale mezzo di comunicazione; qualcun altro mi è capitato di leggerlo sui giornali o di averlo visto in televisione, ma di tutti mi compiaccio soprattutto perché, come ogni anno, tra voi vedo davvero tanti giovani.
Il giornalismo riesce a reclutare giovani leve, riesce ad attrarre, ad affascinare le nuove generazioni che ci chiedono in tutti i modi di avere da noi stimoli, sfide da affrontare, occasioni per guardare avanti, progetti di vita con i quali confrontarsi.
Se attrae così tanto i giovani, ciò significa che il vostro mestiere è giovane, ha la certezza di un futuro.
Questo rinnovato interesse non è una occasione solo per i giornalisti, ma anche per gli editori. Il fascino che il mestiere del cronista suscita tra gli studenti di tante nuove facoltà è una opportunità per tutto il mondo dell'editoria, non può essere lasciata cadere; rappresenta un'importante occasione di rinnovamento e di rilancio per tutto il settore.
Negli anni, come è naturale, la "cronaca" è cambiata e muta continuamente. Si è arricchita di un'analisi del sociale, di attenzione ai fenomeni del comportamento, del gusto, del disagio sociale, che, anche quando non è drammatico, è sottile e insidioso.
Vedo una positiva tendenza al ritorno alla grande inchiesta di approfondimento, in più puntate, che i giornali tornano a proporre, con successo e con l'interesse del lettore.
E sotto questo profilo debbo aggiungere che il viaggio nelle oltre cento province d'Italia, che sto percorrendo dall'inizio del mio mandato - sono ormai giunto all'ottantesima provincia - ci dà ogni volta spunti originali, stimoli per approfondimenti di realtà importanti di cui si parla poco e che sarebbe bello leggere sui vostri giornali. Perché è un'Italia molto migliore di quella che a volte, soprattutto per noi che stiamo a Roma, viviamo quotidianamente. Si respira un'atmosfera spesso diversa, non solo per il passaggio dalla grande città al centro medio o anche piccolo, ma perché proprio in ogni genere di attività svolta nelle nostre province, vi sono interessi, stimoli, ricchezze che non conosciamo abbastanza o che non riteniamo così diffusi.
Non è un caso, per esempio, che il mondo del volontariato abbia trovato crescente visibilità sui "mass-media", perché i cittadini chiedono sempre più di avere informazione su modelli e comportamenti positivi di impegno sociale, di nobiltà d'animo, di dedizione al prossimo, di sentimenti, stanchi, i nostri lettori e ascoltatori, di un bombardamento continuo, spesso di negatività, di immagini che suscitano preoccupazione e ansia, diffuse in tutti gli spazi di informazione.
Certo, tutto deve essere raccontato - è la vostra professione di cronisti, di giornalisti - senza censure e senza autocensure, se non quella che è determinata dalla propria coscienza professionale e personale. Tuttavia, informare sulla ricchezza di umanità che esiste nella società è importante quanto denunciare i problemi, i disagi, le tragedie che ogni giorno seguiamo con apprensione.
La vostra professione sta offrendo dai teatri più difficili - come l'Iraq, Israele e la Palestina, l'Africa dimenticata delle guerre interne che non finiscono mai - uno straordinario esempio di competenza, di completezza, di coraggio dell'informazione e spesso di coraggio anche personale.
Di questo vi ringraziamo di cuore e vi incoraggiamo: continuate a informarci, continuate a raccontarci tutto quello di cui siete testimoni.
Grazie e rinnovati complimenti ai premiati.