INTERVENTO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
ALLA CERIMONIA DEL VARO DELLA PORTAEREI "CAVOUR"
Riva Trigoso, 20 luglio 2004
Eminenza,
Gentile Madrina,
Signori Ministri,
Signor Giudice della Corte Costituzionale,
Signor Presidente della Regione Liguria,
Signori Capi di Stato Maggiore della Difesa e della Marina Militare,
Autorità civili, militari e religiose,
operai e dirigenti della Fincantieri,
cittadini che servite la Repubblica nella Marina Militare,
ho voluto essere presente al varo della più grande, complessa, moderna unità della Marina Militare della Repubblica e desidero rivolgere un saluto a tutti coloro che stanno realizzando questo impegnativo progetto tecnologico, industriale, militare.
Questa nave desta e desterà ammirazione, susciterà rispetto ed emozione in chiunque ne vedrà il profilo maestoso solcare mari vicini e lontani, nei quali porterà sicurezza, costituirà presidio della libertà di commercio, di scambi, di relazioni tra i popoli.
Il varo di una nave non è mai un evento soltanto economico-produttivo, è un momento spirituale per una comunità nazionale. Quando si battezza una nave ci si rende conto che la nave stessa è un mondo che nasce, un qualcosa che ha un'anima.
Ho assistito a tanti vari nella mia giovinezza, e oggi si ripete questa emozione straordinaria che tra poco tutti proveremo, insieme.
Quando vediamo navi come il "Cavour", o come il sommergibile "Todaro" che proprio qui abbiamo visto scendere in mare un anno fa, ci rendiamo conto che la cantieristica italiana ha un futuro importante davanti a sé. La cantieristica non può, non deve essere lasciata al predominio di pochi paesi, soprattutto asiatici, a volte sostenuti e alimentati da aiuti di Stato a noi preclusi.
Possiamo competere con successo in molti comparti della cantieristica navale, civile e militare, scegliendo quelli nei quali meglio si possono esprimere la creatività e la professionalità di progettisti e maestranze che non hanno pari nel mondo.
Il mare offrirà alle prossime generazioni enormi spazi di sviluppo economico. L'Italia deve essere protagonista di questo sviluppo produttivo e commerciale che coinvolgerà tutto il Mediterraneo, rotta naturale che unisce i maggiori centri dell'Oriente e dell'Occidente.
Gli investimenti per la Difesa e la sicurezza nazionale - esigenze sempre più avvertite dai cittadini - hanno valore non solo per se stesse, ma per la ricaduta tecnologica che offrono anche al settore civile, per le innovazioni che spingono a sviluppare, per le intelligenze che mobilitano.
Gli investimenti non solo generano prodotto, ma pongono le premesse della crescita futura. Dagli investimenti parte una ripresa sana dell'economia. In particolare, limitandoci alla Marina Militare, auspico anch'io che si realizzi al più presto il programma italo-francese per la nuova classe di fregate, dal quale si attende il completamento della flotta italiana del futuro. Bene ha fatto la Difesa a concepire tali progetti in chiave europea. Con unità navali come quella che oggi variamo, possiamo aspirare a ruoli strategici e di comando in tutte le operazioni militari dell'Unione europea. Ed ora il mio pensiero si rivolge alla madrina del "Cavour".
Gentile Signora, oggi nasce una nave che porta il nome del Conte di Cavour, che per tutti noi rappresenta l'esempio di un patriota che ha saputo trasformare la sua passione civile e la sua idea di progresso in azione politica, diplomatica, ma soprattutto in istituzioni che hanno dato forma e contenuto alla Nazione. Nel mio studio al Quirinale conservo incorniciato l'originale di una lettera che Camillo Benso scrisse a Massimo d'Azeglio il 19 marzo 1861, due giorni dopo la proclamazione dell'Unità d'Italia. Cavour definisce in questo modo l'evento più importante in un millennio della nostra storia: "La legalità costituzionale ha così consacrato l'opera di giustizia e di risarcimento che ha restituito l'Italia a se stessa. L'Italia oggi proclama solennemente il diritto, che le appartiene, di essere indipendente e libera".
Indipendenza, libertà, unità sono le parole chiave del Risorgimento che Cavour ha saputo tradurre in istituzioni dello Stato, che ancora oggi esprimono la propria vitalità al servizio della Nazione.
Cavour è uno dei Padri della Patria - insieme a Garibaldi, Mazzini, a Vittorio Emanuele II - ma Cavour è senza dubbio "il Padre dello Stato", dello Stato unitario, liberale e moderno, l'uomo che ha saputo mediare tra le varie anime del Risorgimento e ne ha calato l'essenza in istituzioni nuove e moderne. Sono quelle istituzioni - completate nella Costituzione della Repubblica - che hanno fatto crescere gli italiani in conoscenza, educazione, benessere, sicurezza e orgoglio.
Sta a noi essere all'altezza di questo grande, la cui memoria, da oggi, torna ad essere affidata anche alla Marina Militare Italiana, di cui egli fu il fondatore nel 1861.
Su questa nave, mi piacerebbe che tornassimo tutti a celebrare - senza enfasi ma con intensità di sentimenti - il 17 marzo, giorno dell'Indipendenza della Nazione, per ricordare insieme quanto sia stata grande l'opera di costruttori dello Stato come il Conte di Cavour. Essi concepirono l'Italia come un progetto, come un destino per un popolo intrinsecamente aperto a quell'Europa che tanto ha contribuito a far nascere, in due millenni di storia.
Ora che Ella, Gentile Signora Antonella Augusta San Martino di Sangermano,
darà avvio al varo, ci sentiamo uniti nel dire: Viva l'Italia!