Palazzo del Quirinale 28/09/2004

Dichiarazioni alla stampa del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, al termine del colloquio con il Presidente della Repubblica Islamica del Pakistan, Musharraf



DICHIARAZIONE ALLA STAMPA DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
DOPO L'INCONTRO CON IL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ISLAMICA DEL PAKISTAN
PERVEZ MUSHARRAF

Palazzo del Quirinale, 28 settembre 2004


Sono lieto d'avere ospite al Quirinale il Presidente di un grande paese asiatico; è un amico dell'Occidente e dell'Europa. I rapporti tra Pakistan ed Italia sono intensi, ma non quanto vorremmo. Il nostro colloquio ha messo in evidenza molteplici interessi comuni: legami economici e culturali, dialogo tra culture e religioni, lotta al terrorismo, centralità delle Nazioni Unite. Il Pakistan è il Paese della seconda montagna più alta della terra: il K2, caro al cuore di molti italiani, simbolo di amicizia e vittorie comuni.

L'Italia vuole contribuire allo sviluppo economico e sociale del Pakistan e all'approfondimento del partenariato con l'Unione Europea.

Il flagello del terrorismo irride ai valori fondanti della società umana; il rispetto della vita, la dignità dell'essere umano, la giustizia, la libertà. Va combattuto ovunque con determinazione. La lotta contro il terrorismo si svolge in molti modi, anche rimuovendo i fattori che lo alimentano: l'emarginazione, la miseria e l'oppressione. Senza di esse, qualunque fanatismo e fondamentalismo perderà di vigore.

Sarebbe rovinoso scivolare verso contrapposizioni sempre più aspre; ignorare che il diritto internazionale è per tutti garanzia di convivenza civile. Non a caso la centralità dell'ONU costituisce un'esigenza sempre più avvertita da parte della comunità internazionale. Per questo le Nazioni Unite rimangono il perno del nostro agire. Non vedo una ricetta più efficace di quella rappresentata da un sistema multilaterale sorretto dal consenso degli Stati.

Pakistan ed Italia guardano entrambi ad una riforma che consenta alle Nazioni Unite di assolvere con più efficacia i compiti che la Carta affida loro: rispondere alle minacce alla sicurezza collettiva; affrontare i problemi dello sviluppo.

Esistono nuove realtà che è impossibile ignorare: l'Unione Europea ne è un prominente esempio. Un paese come il Pakistan può riconoscere il contributo insostituibile alla stabilità e alla pace di un'Unione Europea che parli con voce unica alle Nazioni Unite.

L'Islam è una cultura antica e raffinata; ha diffuso nei secoli messaggi di tolleranza e di civiltà; conosce il significato positivo della convivenza; apprezza la voce della saggezza. Il dialogo tra Occidente e Islam non ha alternative. Solo la comprensione delle rispettive posizioni, una collaborazione fondata sulle reciproche diversità, un dialogo che vada ben oltre un esercizio accademico, possono aiutarci a trovare risposte globali ai problemi del nostro tempo.

Confronto costruttivo e comprensione reciproca sono la chiave per affrontare anche le questioni più intrattabili. In questo quadro, il Presidente Musharraf mi ha fornito importanti indicazioni sul cammino di riconciliazione coraggiosamente intrapreso con l'India.