DICHIARAZIONE ALLA STAMPA DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
AL TERMINE DELL'INCONTRO CON
IL PRESIDENTE DI ROMANIA
ION ILIESCU
Palazzo del Quirinale, 29 settembre 2004
Il Presidente Iliescu è di casa in Italia: lo dimostra la sua presenza a Roma
ad appena un anno dalla mia visita di Stato in Romania.
Per i nostri due Paesi - legati da antiche relazioni, da profonde affinità, dalle radici latine - il rafforzamento della collaborazione in tutti i settori è una priorità. Abbiamo ribadito obiettivi da verificare con periodicità: la continuità della presenza imprenditoriale italiana; la sua partecipazione al rafforzamento dell'economia romena; la difesa della latinità come elemento essenziale dell'identità europea.
Vogliamo condividere con la Romania una solida comunità di valori nell'ambito dell'Unione Europea. Il negoziato per arrivare, il prossimo anno, alla firma del Trattato di adesione è ad una svolta. Incoraggio la Romania, con solidale amicizia, a compiere il massimo degli sforzi per completare le necessarie riforme.
Il Trattato istitutivo di una Costituzione per l'Europa, che sarà firmato a Roma il 29 ottobre prossimo, è un raggio di speranza. E' necessario che entri in vigore in tempi rapidi. La governabilità dell'Europa non può subire ritardi: sarebbe in contraddizione con l'esigenza di superare l'inadeguatezza dei Trattati attuali.
La Costituzione rappresenta un fatto nuovo nella storia europea: sottolinea che gli interessi nazionali vanno ormai saldati con gli obblighi europei.
Un sistema multilaterale basato sui principi di democrazia e rispetto del diritto, capace di promuovere uno sviluppo equo e sostenibile è diventato parte integrante della coscienza politica e civile degli europei. Ha delle manchevolezze ma è privo d'alternativa. Lo abbiamo finalmente imparato, a nostre spese, nel XX secolo: da quel duro e drammatico insegnamento è nata l'Unione Europea.
Ricordo agli amici romeni che la soggettività politica dell'Unione Europea, un Ministro degli Esteri che esprima una politica estera comune sono conquiste importanti del processo d'integrazione.
Esistono comuni interessi europei; richiedono una voce unitaria. Questo sentimento è prevalente nell'opinione pubblica. Ce lo ha ricordato, saggiamente ed autorevolmente, il Parlamento europeo nel gennaio scorso quando ha sollecitato gli Stati membri a sostenere l'inclusione dell'Unione Europea come membro permanente nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU.
Se vogliamo davvero che l'Unione Europea esprima la voce dell'Europa dobbiamo
puntare a questo risultato preparandolo con pazienza e tenacia sin da ora.