INTERVENTO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
IN OCCASIONE DEL CONCERTO ORGANIZZATO
DA RADIO RAI PER GLI
80 ANNI DELLA RADIO
Palazzo del Quirinale, 6 ottobre 2004
Eminenza,
Presidente della Corte Costituzionale,
Autorità,
Cari amici,
ricordo chiaramente quando la radio fece l'ingresso in casa mia. Erano gli anni Venti. Fu una voce nuova, ma che divenne presto
familiare. Cambiò, e sul momento non ce ne rendemmo conto, la nostra vita; ci
rese partecipi di quello che stava accadendo in Italia, in Europa, nel mondo.
Con tutti i limiti di quei tempi bui, ci diede informazioni che prima non
avevamo; ci divertì, noi ragazzi e anche gli adulti, con trasmissioni a puntate
spettacolari, come i "tre moschettieri". Ci fece vivere eventi
drammatici: ascoltai alla radio, come
milioni di italiani, la dichiarazione di guerra e tre anni dopo l'annuncio
dell'armistizio.
Non c'è dubbio che alla formazione della mia generazione abbia concorso la
radio, e alla radio noi, oggi anziani siamo rimasti affezionati. Personalmente,
non potrei iniziare la giornata senza sentire il giornale radio delle 6.30 o
delle 7.00.
Ho letto che il 6 ottobre del 1924, alle ore 21.00, la voce di
Maria Luisa Boncompagni annunciò l'inizio delle regolari trasmissioni della
Radio italiana. Il primo programma fu il quartetto d'archi Opera 7 di Haydn: tra
pochi minuti lo ascolteremo di nuovo.
Da 80 anni gli italiani ascoltano trasmissioni che hanno dato voce alla storia
del nostro Paese, accompagnandone lo sviluppo civile e sociale.
La radio ha diffuso tra gli italiani la consapevolezza di un patrimonio
culturale comune, favorendo la conoscenza della letteratura, del teatro e della
musica. Ha contribuito alla piena conoscenza della lingua italiana, in un Paese
che lottava ancora, quando la radio cominciò ad operare, contro un diffuso analfabetismo. Grazie alle trasmissioni per
l'estero ha mantenuto vivo il rapporto con milioni di italiani sparsi nel mondo.
In alcuni momenti difficili, è stata l'unica voce a dare informazioni di
pubblica utilità, in tragiche alluvioni, terremoti e perfino durante il recente
black-out.
La radio è un media antico e attuale; certo non reso obsoleto dalle più
moderne tecnologie mediatiche. Ha il vantaggio di essere un mercato
pluralistico, dove operano con successo servizio pubblico ed emittenti private.
Sono migliaia! Auguri e buon ascolto