VISITA DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
ALLA CITTA' DI MASSA CARRARA
INCONTRO ISTITUZIONALE CON LE AUTORITA'
Massa Carrara, 8 ottobre 2004
Signor Presidente della Regione Toscana,
Signor Presidente dell'Amministrazione Provinciale di Massa Carrara,
Signor Sindaco di Massa,
Onorevoli Parlamentari,
Autorità militari, civili e religiose,
cari Sindaci della provincia di Massa-Carrara,
Signore e Signori,
mi avete rivolto gentili parole, e ve ne ringrazio, come ringrazio la popolazione per il caloroso e schietto benvenuto che mi è stato dato nella grandiosa Piazza degli Aranci. Non posso non dirvi, anzitutto, quanto abbia ammirato, forse più che mai in passato, grazie alla visione ravvicinata consentita dal viaggio in elicottero da Arezzo a Massa e a Carrara, la bellezza di questi paesaggi: la spettacolare scenografia delle Alpi Apuane, bianche e aguzze, come la varietà dei verdi paesaggi delle vallate della Lunigiana, che dall'Appennino discendono verso il mare, e che purtroppo questa volta non avrò il tempo di visitare. Questo è il punto d'arrivo, dopo la visita compiuta ad Arezzo, dei miei incontri con tutte le province della nostra Toscana: difficile immaginare, per una tale occasione, una scenografia più spettacolare di questa.
Ringrazio anche gli oratori che mi hanno preceduto, per avermi invitato ad affrontare, fin dall'inizio di questa mia visita, quelli che sono i problemi specifici della vostra provincia. Le considerazioni che ho qui ascoltato, con molta attenzione, mi hanno dato un quadro sintetico, ma molto argomentato, delle difficoltà della vostra economia e dei problemi che dovete affrontare per superare queste difficoltà e per avviare su più solidi e veloci percorsi il progresso di questi territori.
Ho trovato anche molto utile, anzi necessario per capire meglio la condizione di questa provincia, il pur rapido resoconto della storia molto particolare che è alle origini, sia della nascita e crescita della stessa provincia di Massa-Carrara, sia del vostro sviluppo, sia delle successive crisi a cui questo è andato incontro. La conoscenza del passato, la descrizione delle cause dei problemi del presente, sono necessarie per impostare credibilmente i progetti per l'avvenire.
E nel vostro passato, nella vostra memoria, occupa ancora uno spazio incancellabile il ricordo dei mesi terribili tra l'agosto del '44 e la primavera del '45, quando la Linea Gotica si stabilizzò fin sul Cinquale.
La vicinanza al vostro calvario ha lasciato una traccia profonda in chi, come me, livornese, aveva legami di parentela e di ripetute frequentazioni con queste terre e i suoi abitanti. Le sofferenze della popolazione, in questo tratto breve di territorio stretto tra la montagna e il mare, così come le gesta dei partigiani sui monti, valsero, non a caso, la medaglia d'oro al valor militare a tutta la provincia apuana.
Le due Medaglie d'Oro al Merito Civile che ho or ora consegnato ai Sindaci dei Comuni di Fivizzano e di Montignoso hanno riportato alla memoria episodi atroci, atti di barbarie che vorremmo non avere vissuto.
Non senza una forte partecipazione emotiva penso alla cerimonia di inaugurazione, cui presenzierò domani, del monumento che ricorda, a Montignoso, quella che Piero Calamandrei ebbe a definire "un'epopea partigiana ma anche un'epopea civile… una battaglia per la libertà ma anche una battaglia per il pane", combattuta oltre che dagli uomini da donne e ragazzi, per sopravvivere.
Il ricordo di quegli eventi, di quei lunghi mesi di una prova durissima in cui si manifestò tutta la forza d'animo della popolazione di questa provincia, non può non esservi di sprone, non può non essere una fonte di incoraggiamento anche nell'affrontare i problemi pratici e concreti del tempo presente, problemi non piccoli, certo neppure lontanamente paragonabili a quelli tragici d'allora, per capirli bene e per avviarli a soluzione.
Sulla natura, sulle cause di questi problemi, conviene approfondire la riflessione, nell'accingersi a definire i vostri progetti, di cui mi avete parlato, nell'avviarne la realizzazione. Occorrerà una riflessione distesa e franca sul quadro delle responsabilità locali, regionali o nazionali, ricordando che, quando le cose non vanno, è bene partire sempre da se stessi, da ciò che si è fatto o non si è fatto, prima di chiamare in causa le colpe altrui; questo è un principio a cui mi sono sempre attenuto e che consiglio a tutti.
Riflessione, quindi, sui propri comportamenti, come sulla realizzabilità dei programmi che state elaborando, o di cui attendete da altri la realizzazione, e che dovrebbero consentire, in tempi più o meno brevi, la definizione di un percorso di avanzamento economico e sociale. L'obiettivo ultimo è di ridurre, strutturalmente, l'alto livello di disoccupazione di questa provincia, non accettabile nella ricca Toscana. Mi tratterò qui per tutta la giornata, e nella mattinata di domani, e ci sarà modo e tempo per approfondire questi discorsi.
Mi limito qui ad alcune brevi considerazioni, in risposta a ciò che mi avete detto, ma anche tenendo bene in mente gli insegnamenti che ho via via tratto dall'ormai lunga serie di incontri con la provincia italiana, da un capo all'altro della penisola. Molte altre province hanno dovuto affrontare i problemi derivanti dalla chiusura o dal ridimensionamento di alcune grandi imprese industriali, del settore pubblico come di quello privato. Mi viene fatto di pensare, all'altro capo della Linea Gotica, alla provincia di Ravenna. Ma i casi che potrei citare sono innumerevoli, da Mantova a Ferrara, a Terni, a Grosseto e a tante altre plaghe colpite da crisi strutturali o congiunturali egualmente gravi e complesse.
In tutti i casi che ho citato, e in altri ancora, mi sono però anche trovato quasi ovunque di fronte a nuove iniziative imprenditoriali, industriali o nel settore dei servizi, che nel giro di alcuni anni hanno riempito il vuoto lasciato dalle grandi imprese fallite, creando nuovi posti di lavoro e nuove fonti di reddito, spesso superiori e più solide di quelle precedenti. Voi mi avete raccontato una vicenda in parte simile a quelle che ho citato, in parte diversa, ma cui manca ancora quello che altrove è risultato un talora sorprendente lieto fine. Che fare dunque, come mettersi al lavoro per rimediare a questo stato di cose?
Consentitemi di lasciare per il momento da parte i problemi della grande industria del marmo, che da secoli vi rende famosi, una ricchezza ancora unica al mondo, anche se oggi dovete fronteggiare nuovi concorrenti nel mercato globale. Avrò modo di riparlarne domani anche con il Sindaco di Carrara, visitando le cave, bellissime e cariche di ricordi storici.
Più in generale, sembra che non giuochi a vostro favore la particolare situazione geografica di questa provincia di Massa-Carrara, che vi colloca, tra il mare e i monti, in un punto d'incontro di tre diverse regioni, Toscana, Liguria, Emilia Romagna. Qui mi avete detto che "questa posizione di confine ha rappresentato al tempo stesso la forza e il limite allo sviluppo della provincia". Il problema è di come ottenere che invece di un limite sia soprattutto una ragione di forza.
Al compito di trovare la risposta giusta voi per primi dovete applicarvi con tutte le vostre forze, e con uno spirito di collaborazione che tolga di mezzo i campanilismi, che qui come altrove, e forse più che altrove - siamo tutti toscani e vi capisco bene - sono molto radicati, ma sempre dannosi.
A cominciare da Massa e da Carrara, che se veramente sono, come appaiono al visitatore e come li definisce il Sindaco di Massa Fabrizio Neri, "due quartieri della stessa città", debbono programmare i loro interventi e la loro azione facendo costantemente gioco di squadra: cosa che a due sindaci amici e capaci mi dicono stia ora incominciando a riuscire. Vi auguro che questo spirito di concordia abbia a crescere e consolidarsi.
Ma forse, per trovare una risposta valida, occorre anche inventare nuove forme di collaborazione fra istituzioni diverse a diversi livelli. Siete una terra di confine fra tre regioni? Sì. Allora mi chiedo: i responsabili delle tre regioni si sono applicati insieme, sotto uno stimolo che però deve e può partire soltanto da voi, a promuovere iniziative comuni nuove?
I confini regionali non sono certo confini fra stati, e oggi in Europa anche i confini fra stati non impediscono forme strette di collaborazione, al fine di definire, per esempio, i percorsi e i modi di realizzazione e le fonti di finanziamento di nuove grandi infrastrutture viarie o ferroviarie che, accorciando drammaticamente i tempi di percorrenza, creano spazi e incentivi per nuovi investimenti, nuove imprese, nuove fonti di occupazione.
Alle spalle del vostro mare, alle spalle di questa provincia, non c'è soltanto una regione viva e vitale come la Toscana. Alle vostre spalle ci sono anche province emiliane, con cui avete storici legami, che sono all'avanguardia dello sviluppo industriale in Europa, e che troverebbero in voi, se le vie di comunicazione ferroviarie o autostradali venissero ammodernate o completate, un naturale e vicinissimo sbocco al mare. Non è facile capacitarsi come "questa posizione di confine", con a fianco anche la Liguria, non vi offra le occasioni e i motivi per un nuovo sviluppo industriale, o nel settore dei servizi: a cominciare dal turismo, al quale le vostre pittoresche montagne, come le vostre coste, offrono spazi naturali unici.
E' peraltro a tutti noto che lo sviluppo economico, e il processo di reindustrializzazione di cui tanto parlate, non sono soltanto figli di un potenziamento delle infrastrutture fisiche. Occorre che crescano lo spirito imprenditoriale, e il patrimonio di conoscenze e competenze acquisite da chi lavora: ci è stato detto e ripetuto a non finire, e con ragione, che questa è un'epoca in cui è normale pensare che un lavoratore debba prepararsi ad imparare e praticare, nel corso della sua vita di lavoro, anche più di un mestiere, tanto rapida è l'evoluzione tecnologica e produttiva.
Il potenziamento degli istituti di formazione a tutti i livelli è una premessa necessaria di una nuova crescita.
Per valorizzare ed espandere i vostri punti di eccellenza, che non mancano; per dare nuovo respiro alle vostre "specificità locali"; per dare il vostro contributo allo sviluppo dell'economia nazionale ed europea, che procede lentamente, e che vorremmo tutti accelerare, per agganciare una fase di espansione del prodotto lordo mondiale che raggiungerà quest'anno, secondo le previsioni, il 5 per cento di aumento, ossia la cifra più alta dei due ultimi decenni, occorre fare molte cose contemporaneamente. E occorre programmarle e realizzarle insieme, dando prova del giusto spirito "di solidarietà e di coesione sociale": cito parole vostre.
Avete enunciato principi che nel corso della mia vita, nelle diverse responsabilità che ho dovuto assolvere, non ho mai cessato di predicare. Oggi la predica è toccata a voi, e l'ho fatta, parlando da toscano a toscani, con costante riferimento a stati d'animo che vedo emergere tra voi, e che mi auguro si rafforzino e consolidino. Dopodiché, dalla pratica quotidiana del dialogo scaturiranno sicuramente, come qualcuno mi ha detto, anche le necessarie "botte di fantasia". I risultati, ne sono certo, non mancheranno.
Concludo dunque con un forte augurio di buon lavoro a tutti voi, che sento a
me così vicini, massesi, carraresi, lunigiani, forti delle vostre
individualità, uniti nel programmare la crescita di un territorio che è
davvero, per le sue bellezze, benedetto da Dio. Buon lavoro.