VISITA DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
ALLA CITTA' DI MASSA CARRARA
CERIMONIA COMMEMORATIVA AL MONUMENTO AI CADUTI
Montignoso, 8 ottobre 2004
Caro Presidente della Regione Toscana,
caro Sindaco di Montignoso,
nella memoria degli Italiani della mia generazione, e in modo particolare di chi, come me, era legato a Montignoso da rapporti famigliari e da ripetute frequentazioni, hanno lasciato un ricordo incancellabile le sofferenze della popolazione apuana nei lunghi mesi, tra l'agosto del 1944 e l'aprile del 1945, in cui la Linea Gotica si stabilizzò, tagliando come un solco sanguinoso il vostro territorio.
Anche noi che eravamo già dall'altra parte del fronte, nell'Italia ritornata
libera, avevamo sentore della tragedia che stavate vivendo.
Ci giungevano notizie delle gesta partigiane sui monti, delle stragi naziste che
fecero tante vittime innocenti, delle sofferenze della popolazione civile,
affrontate con fierezza e forza d'animo soprattutto dalle donne, cui spesso
toccò il compito di far sopravvivere le proprie famiglie.
Rifulsero, in quel tempo drammatico, le virtù umane e civili della nostra gente. Avevano antiche radici in una cultura laica e religiosa esemplare, propria di questa terra toscana, dove erano state scritte pagine gloriose, fondamentali per la storia della civiltà d'Italia e d'Europa.
La tragedia di quei mesi non spense, ma esaltò quei valori.
Innumerevoli furono gli atti di spontaneo eroismo, gli episodi di solidarietà, i sacrifici consapevoli di chi anteponeva alla propria sopravvivenza quella del famigliare, del parente, del vicino, del perseguitato.
Lasciato l'orrendo conflitto alle spalle, la rinascita della libertà, il
nuovo spirito di fratellanza che sospinse l'Italia e le nazioni europee sul
cammino della riconciliazione, furono il frutto di quei tragici anni, di quel
paesaggio di rovine, delle incancellabili memorie di stragi.
Drammi tutti che si voleva non potessero mai più ripetersi.
Il nostro debito nei confronti delle vittime, alla cui memoria è dedicato
questo monumento, è incommensurabile.
Se noi e i nostri figli abbiamo vissuto e viviamo un tempo di libertà, di pace,
di amicizia tra le genti europee, lo dobbiamo a loro, eroi conosciuti od ignoti,
che hanno dato la loro vita per noi, spinti soltanto dal comando della loro
coscienza, senza la certezza che il loro sacrificio non sarebbe stato vano, che
avrebbe dato frutti tanto generosi.
Non abbandoneremo mai la difesa dei valori per cui diedero la vita.
Lo abbiamo giurato a noi stessi all'indomani dell'immane tragedia. Manterremo il
giuramento.