Palazzo del Quirinale 24/11/2004

Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in occasione della cerimonia di consegna del "Premio Leonardo" e dei "Premi Leonardo Qualità Italia"



INTERVENTO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
ALLA CERIMONIA DI CONSEGNA DEL
"PREMIO LEONARDO" E DEI
"PREMI LEONARDO QUALITA' ITALIA"

Palazzo del Quirinale, 24 novembre 2004



Signori Vice Presidenti del Senato e della Camera,
Signori Rappresentanti del Governo,
Gentile Signora Laura Biagiotti,
Autorità,
Cari vincitori del Premio Leonardo,
Signore e Signori,

i Premi Leonardo 2004 offrono un variegato panorama del mondo produttivo italiano, dando il giusto riconoscimento a imprenditori operanti in campi diversi, che hanno in comune spiccate capacità manageriali, non disgiunte dal "gusto per la sfida"; sono qualità che li hanno portati al successo in campo internazionale.

Dalla produzione di vino, alle immagini per la diagnostica, passando attraverso gli elettrodomestici e le apparecchiature per la cura e la riabilitazione del corpo, il Premio Leonardo si qualifica ancora una volta come un premio all'ingegno umano, cioè alla risorsa più preziosa di cui disponiamo.

E' superfluo ripercorrere la strada dei successi dei premiati, largamente noti a tutti. Alcuni di loro sono anche mie vecchie conoscenze: la "Merloni", ad esempio, la conobbi negli anni '50, durante il mio soggiorno nelle Marche; ne ho potuto seguire l'evoluzione da piccola a grande impresa. L'esempio vincente di questi imprenditori mi induce ad alcune riflessioni sul made in Italy nel periodo recente.

Come noto, le quote di mercato dell'Italia nel commercio mondiale sono andate diminuendo negli ultimi anni, dopo il picco raggiunto nel '96.

Si tratta in parte di un fenomeno fisiologico, legato ai processi di diffusione dello sviluppo e di apertura al commercio internazionale delle produzioni manifatturiere delle economie emergenti. Occorre tuttavia considerare che, in media, negli ultimi anni le esportazioni italiane sono cresciute meno di quelle dei principali concorrenti europei; abbiamo perduto competitività nei confronti di altri paesi dell'Unione, abbiamo mostrato di soffrire maggiormente della concorrenza esercitata dai paesi in via di sviluppo.

Il rafforzamento della presenza italiana all'estero rimane d'altra parte una necessità . Sono noti i principali nodi strutturali di debolezza del sistema produttivo italiano: - la concentrazione in settori tradizionali maturi (a volte in nicchie avanzate e di successo, ma con difficoltà a presidiare l'intera gamma di prodotto); - gli scarsi investimenti in ricerca e sviluppo; - la limitata internazionalizzazione del sistema finanziario italiano, nonostante alcuni interessanti sviluppi recenti.

Vi è anche un problema di innovazione tecnologica. C'è un ritardo nella ricerca, nella invenzione di nuove tecnologie, nel numero dei brevetti. A volte vi sono tecnologie inventate da italiani, ma che non sono sfruttate in Italia. Occorre spingere di più nei settori che producono innovazione, nella diffusione capillare di nuove tecnologie, nell'adozione di modelli produttivi ampiamente basati sull'informatica.

Nonostante questi fattori di debolezza, l'Italia occupa posizioni di eccellenza a livello mondiale in numerosi segmenti produttivi; si è creato un effetto di traino del made in Italy, che opera come formidabile elemento di vantaggio competitivo.

I Premi Leonardo, di quest'anno e degli anni precedenti, dimostrano che quando il genio italiano e il gusto del bello si combinano con la tecnologia, le produzioni italiane non hanno rivali.

Non si può pensare di competere in produzioni ad alta intensità di mano d'opera e facilmente delocalizzabili, ma possiamo essere vincenti nei settori merceologici di eccellenza, per design o prestazioni.

Il significato del Premio Leonardo è tutto qui: usare l'ingegno per valorizzare il "sistema Italia", che è un insieme di valori, gusto, patrimonio culturale.

Occorre usare la mente come sorgente di idee innovative, fare della nostra cultura componente del modo di fare impresa.

Mi piace ricordare, in conclusione di questo nostro incontro, che in una delle udienze che ho dedicato al mondo della produzione ho richiamato il nostro Rinascimento come esempio di una esplosione di produzione intellettuale, artistica, economica. Ci sono oggi le possibilità di un nuovo Rinascimento nel nostro Paese, basato sull'innovazione, sullo slancio creativo, sulla consapevolezza della forza che ci deriva dal patrimonio della nostra civiltà.


Cari imprenditori,
cari premiati,

il vostro lavoro fa onore al nostro Paese e ci spinge a nutrire fiducia nel futuro dell'economia italiana.