DICHIARAZIONE ALLA STAMPA DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
AL TERMINE DEL COLLOQUIO CON
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DELLO YEMEN
ALI ABDULLAH SALEH
Palazzo del Quirinale, 25 novembre 2004
La visita del Presidente Saleh, che accolgo con amicizia al Quirinale, coincide
con una fase promettente delle relazioni bilaterali. Ne costituiscono conferma
gli importanti accordi che saranno firmati durante la visita, volti ad
intensificare ed approfondire la lotta comune contro la criminalità e il
terrorismo.
Mi sono rallegrato con il Presidente Saleh per il suo impegno per lo sviluppo democratico ed economico dello Yemen, per il miglioramento della condizione femminile, per la creazione di uno stato di diritto. Egli assolve questo compito da molti anni con determinazione e ispirazione riformista: se ne vedono i frutti anche nel successo dell'iniziativa del "Dialogo per l'assistenza alla democrazia".
Ogni sviluppo positivo in un Paese della regione medio orientale costituisce un incoraggiamento per tutti gli altri. La stabilità, la democrazia, il progresso non potranno essere raggiunti se non affrontiamo con decisione le crisi regionali; esse minacciano la convivenza; impediscono che il Mediterraneo si consolidi come area di pace e di progresso.
In Medio Oriente, da troppo tempo, la violenza fomenta l'odio e l'intolleranza fra i popoli. La soluzione del conflitto israelo-palestinese è una priorità evidente.
La nuova dirigenza palestinese va aiutata nell'attuazione delle riforme, nel consolidamento democratico della Palestina, nello sviluppo economico.
Per restituire credibilità e sostanza al processo di pace, occorre ripartire dalla road map. Ad essa, pur logorata, non vi sono alternative. La sua riattivazione va perseguita con decisione e con autorevolezza. E' essenziale che Europa e Stati Uniti, ognuno nell'ambito delle proprie responsabilità, operino all'unisono. La rimozione delle cause che alimentano il terrorismo internazionale passa anche attraverso la soluzione del conflitto israelo-palestinese. E questo richiede di dare sicurezza ad Israele, richiede che sia creato uno Stato palestinese.
La conferenza sulla crisi in Iraq, testè conclusasi in Egitto, ha consolidato l'impegno dei Paesi arabi e musulmani nel sostegno alla stabilizzazione e nella creazione di un quadro di fiducia regionale. Vogliamo che l'Iraq sia padrone dei propri destini, che le sue istituzioni siano legittimate e acquisiscano capacità operativa. Crediamo nel ruolo guida delle Nazioni Unite nel solco della Risoluzione 1546, per aiutare gli iracheni, preparare le prossime elezioni.
La soluzione duratura delle crisi regionali è fondamentale per dare speranza ai rapporti fra Occidente e mondo musulmano, per suscitare aspettative che diano sostanza alla volontà di vivere in pace dei popoli che gravitano sul Mediterraneo.