INTERVENTO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
NEL CORSO DELLA PREMIAZIONE SVOLTASI
AL VITTORIANO DEL CONCORSO
"I GIOVANI RICORDANO LA SHOAH"
Roma, Complesso Monumentale del Vittoriano, 27 gennaio 2005
Onorevole Ministro,
Onorevole Sottosegretario,
Signor Sindaco,
Caro Presidente Luzzatto,
Caro amico Rabbino Toaff,
Signore e Signori,
Care ragazze, Cari ragazzi.
Siamo qua per celebrare la Giornata della Memoria, il 60esimo anniversario
della liberazione del Campo di Concentramento di Auschwitz e di Birchenau, una
data che oggi viene ricordata contemporaneamente in tutto il mondo con
manifestazioni solenni.
La fine della seconda guerra mondiale ha segnato anche la fine degli orrori del
nazi-fascismo. "Un sentimento di liberazione" non solo dai lutti della
guerra, ma anche dalla persecuzione di un popolo e di un intera civiltà, quella
ebraica. Una tragedia nella tragedia che non abbiamo saputo evitare.
La Giornata della Memoria è momento formativo importante per i giovani: invita
a non dimenticare affinché quella degenerazione non possa mai ripetersi.
Dobbiamo fare nostro il pensiero di Primo Levi "nell'odio non vi è nulla
di razionale, ma se comprenderlo è impossibile, conoscerlo è necessario,
poiché ciò che è successo può ricominciare".
La memoria è dunque il filo che deve legare le generazioni, tracciando un
percorso nella coscienza collettiva, perché ognuno impari a combattere
l'indifferenza, a ripudiare ogni forma di integralismo e di estremismo, per
costruire una società fondata sul rispetto della dignità di ogni essere umano
perché non possa mai più accadere ciò che allora è accaduto. La mostra che
ho appena visitato ha rinnovato in me il ricordo di quei tristi eventi.
Le leggi razziali, fasciste del 1938 segnarono anche il più grave tradimento
del Risorgimento e dell'idea stessa della Nazione italiana, al cui successo gli
italiani di origine ebraica avevano contribuito in modo determinante: basti
ricordare Daniele Manin e Ernesto Nathan, primo Sindaco di Roma.
Ma furono anche numerosi gli italiani che seppero anteporre le ragioni della
loro coscienza alla violenza morale e fisica della dittatura del fascismo e del
razzismo, che ebbero il coraggio di riaffermare con coerenza e dignità la loro
fede nella libertà. E in questa loro fede l'accostamento più che appropriato
mi porta a ricordare un altro evento che questa mattina celebrerò, quello di
dedicare una sala del Vittoriano ai Militari internati. I Militari internati
furono veramente, anche per le dimensioni, un momento particolarmente
significativo per quanto riguarda la Resistenza italiana. Essi rifiutarono di
cessare le condizioni di prigionia, rinunciarono a evitare i rigori e, spesso,
la morte legati al campo di prigionia pur di mantenere fede alla parola data, al
giuramento fatto alla loro Patria.
Questi terribili eventi hanno temprato l'identità della nostra nazione
lasciando una traccia indelebile nella coscienza collettiva. Nacque allora la
volontà di riscatto, l'impegno per costruire una società di uomini liberi,
votati alla costruzione di un mondo di fratellanza fra i popoli che, in tutti
questi decenni, non abbiamo dimenticato.
La stessa Costituzione Europea è una risposta, la risposta più importante agli
eventi di allora: e il fatto che la nostra Camera dei Deputati l'abbia approvata
due giorni fa a larghissima maggioranza - e sono certo che farà altrettanto il
Senato la prossima settimana - conferma questa posizione largamente condivisa di
tutto il popolo italiano.
È questa la risposta più alta e significativa che tutte le nazioni europee
sono chiamate a dare per consolidare la pace in Europa e per perseguirla
nell'intero mondo.
L'Unione Europea è un esempio di come si possa e si debba opporre una volontà
comune di crescita e di progresso fondata sul rispetto e sulla tolleranza.
"Uniti nella diversità", il motto europeo deve indicare una regola di
comportamento per le nazioni del mondo contro rinascenti fenomeni di
discriminazione razziale, religiosa e etnica.
Dobbiamo imparare a vivere in una società multi culturale, multi etnica. Questo
comporta non solo il rispetto di culture diverse ma anche il riconoscimento
della loro identità, la ricerca del dialogo e della comprensione per un
reciproco arricchimento. In questa prospettiva è necessario formare le nuove
generazioni, ampliando e rafforzando un prezioso spazio di scambio e di
confronto nella scuola, nella famiglia, nella società.
L'iniziativa voluta oggi dal Ministero dell'Istruzione è solo uno degli esempi
di quanto può essere fatto e di come voi, ragazze e ragazzi che sono stato
lieto ora di premiare e con i quali sono ora lieto di parlare, dovete e potete
essere protagonisti del nostro tempo, del vostro tempo.
La bellezza e la profondità dei vostri lavori dimostra che possiamo credere in
un futuro migliore. Anna Frank, una ragazza come voi, ha scritto nell'ultima
pagina del suo diario una frase piena d'amore e di speranza "nonostante
tutto credo ancora nell'intima bontà dell'uomo".