DICHIARAZIONE ALLA STAMPA DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
AL TERMINE DELL'INCONTRO CON IL
SINDACO DI AQUISGRANA
IN OCCASIONE DEL CONFERIMENTO DEL
PREMIO INTERNAZIONALE CARLO MAGNO PER IL 2005
Palazzo del Quirinale, 4 febbraio 2005
Ho espresso alla delegazione guidata dal Sindaco di Aquisgrana la mia
gratitudine per la decisione di conferirmi il Premio Internazionale Carlo Magno
per il 2005.
Lo considero un incitamento a proseguire nella visione che fu di Monnet, De
Gasperi, Schuman, Adenauer, Spaak: la costruzione di un'Europa innanzi tutto
unita e, quindi, in pace e prospera; solidale nel ripudio dei nazionalismi,
tenace assertrice della democrazia, della dignità dell'uomo, della
solidarietà.
L'integrazione europea è proceduta con coerenza attraverso traguardi successivi
e concatenati. Negli anni più recenti statisti come Kohl, Delors, Giscard d'Estaing
hanno dato una vigorosa spinta all'attuazione di quella linea.
E' un'opera che sostengo pienamente.
Tre anni fa ho avuto l'onore di pronunciare la laudatio per l'attribuzione del
Premio Carlo Magno all'Euro. La moneta unica rappresenta la punta più avanzata
sinora raggiunta dall'unificazione europea; ha dato all'Unione un potenziale
operativo e istituzionale che va ancora pienamente espresso.
Il Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa è stato firmato a Roma il
29 ottobre scorso. Occorre farlo entrare in vigore, dargli rapida applicazione.
Ciò è essenziale per la riuscita di un triplice compito: far funzionare le
istituzioni di un'Unione ampliata a 25 membri; tutelare la competitività del
nostro continente; associare al sentimento nazionale una comune identità
europea.
L'Europa deve crescere unita: nella politica, nell'economia, nella difesa. Solo
così potremo difendere gli interessi di tutti i cittadini, dare risposte comuni
a sfide globali.
Il rafforzamento dell'Unione Europea significa la sicurezza di un futuro comune
fra popoli che condividono la stessa storia, la stessa civiltà e che perseguono
gli stessi interessi.
Su questi obiettivi si devono mobilitare le energie, non solo dei governi, ma
dell'economia, della cultura, della società civile.