INCONTRO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
CON UNA DELEGAZIONE DI SCIENZIATI ITALIANI
ADERENTI AL GRUPPO 2003 PER LA RICERCA
Palazzo del Quirinale, 10 febbraio 2005
Signora Ministro,
Caro Prof. Mannucci,
Cari Professori,
interpreto la vostra presenza qui oggi come testimonianza d'impegno civile al
servizio della Repubblica.
Ciascuno di voi ha raggiunto risultati di eccellenza in una comunità, come
quella scientifica, da sempre aperta al mondo intero. Le dieci proposte che
concludono il Manifesto per la rinascita della ricerca scientifica in Italia
dimostrano la volontà di contribuire come cittadini e come scienziati al
progresso civile, culturale ed economico dell'Italia.
Ringrazio il Ministro Moratti per avere ricordato quegli aspetti delle Linee
guida per la politica scientifica e tecnologica del Governo con i quali il
Governo stesso si propone di fornire risposte concrete ad alcune delle questioni
sollevate dal "Gruppo 2003".
Non mi stanco di ripetere che questa azione, per essere efficace, richiede un
sistema di alleanze fra istituzioni, università ed enti di ricerca, mondo
economico e finanziario.
È un impegno che va sostenuto anche nello spazio europeo. La dimensione europea
offre risorse per superare i limiti. Offre opportunità per coltivare e
moltiplicare i talenti.
La Commissione europea ha pubblicato questa estate il documento sulle linee
guida del 7° Programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico, che
rappresenta lo strumento finanziario per l'attuazione della politica di ricerca
dell'Unione europea e il Parlamento europeo è nella fase istruttoria della
proposta.
Ciò che emerge dal dibattito è il cosiddetto "Paradosso europeo":
l'Europa, pur essendo prima nella produzione di pubblicazioni scientifiche
rispetto agli USA e al Giappone, è all'ultimo posto per numero di brevetti
depositati.
La debolezza europea, e ancora di più quella italiana, risiede
nell'insufficiente capacità sia di trasformare la conoscenza tecnologica e
scientifica in effettive opportunità imprenditoriali sia di conservare e
attrarre intelligenze e talenti.
A questo proposito alcuni vostri suggerimenti appaiono di facile applicazione e
possono tornare utili, in questo momento; ad esempio, quello di snellire le
pratiche burocratiche per attrarre nei nostri laboratori giovani laureati di
Paesi meno sviluppati.
Traggo dai miei viaggi in Italia segnali positivi: innovazione, ricerca e
formazione sono concetti inscindibili alla base del confronto e dei progetti di
sviluppo, al Nord come al Sud. Si cominciano a fare passi concreti: nel 2002 la
Confindustria ha organizzato la Prima Giornata della Ricerca, come momento di
incontro e di discussione tra il mondo della scienza, quello dell'impresa e
quello della politica. Questo evento è divenuto un appuntamento annuale e nel
2004 siamo giunti alla III edizione della Giornata della ricerca.
Dal 2003, anche la Conferenza dei Rettori ha promosso una giornata annuale di
riflessione sullo stato del sistema universitario e della ricerca; a queste
giornate la Presidenza della Repubblica, in segno di apprezzamento, ha concesso
il suo Patronato.
Oggi, ricordando questi segnali importanti, vi esorto a lavorare insieme, nella
convinzione che il vostro ruolo è strategico. La scienza, è "curiosità
seguita da verifica", quello che io chiamo "il gusto dei
perché", che impongono la ricerca di risposte.
Nessuno conosce meglio di voi l'esperienza del vivere quotidianamente in questo
spirito. È necessario anche che continuiate a farvi ambasciatori presso la
società dell'entusiasmo e delle difficoltà del vostro mondo.
La sfida più importante è risvegliare nei giovani la passione per la ricerca,
invogliarli ad iscriversi anche a facoltà scientifiche.
E' questo un obiettivo al cui raggiungimento anche la Presidenza della
Repubblica cerca di contribuire. Le visite al Quirinale degli alunni degli
ultimi due anni degli istituti superiori, infatti, contengono uno spazio
dedicato alla presentazione di possibili scelte per il loro futuro da parte di
professori ed esperti. Castelporziano, nel 2004, ha ospitato le prime due
edizioni di una "settimana della scienza".
Concludo, auspicando che anche alcuni di Voi vogliano e possano intervenire agli
incontri con gli studenti che, ogni mese, si recano in visita al Quirinale.
Sono certo che la vostra sarebbe una testimonianza molto importante per
trasmettere ai giovani l'alto valore culturale e sociale della ricerca e,
soprattutto, per renderli consapevoli di quanto l'impegno nella ricerca sia
importante per il progresso dell'umanità, e per appagare l'esigenza di
conoscere insita nella natura dell'uomo.