Palazzo del Quirinale 26/09/2005

Intervento del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, alla cerimonia di presentazione dei finalisti ai Premi "ETI - Gli Olimpici del Teatro"


INTERVENTO  DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
ALLA CERIMONIA DI PRESENTAZIONE
DEI FINALISTI  DEL
"PREMIO ETI - GLI OLIMPICI DEL TEATRO"


Palazzo del Quirinale, 26 settembre 2005



Onorevole Sottosegretario,
Signor Presidente dell'ETI,
Signor Direttore del Teatro Stabile del Veneto,
Signore e Signori,
soprattutto,
Cari finalisti del "Premio ETI - Gli Olimpici del Teatro",


festeggiamo oggi per la prima volta, nel Palazzo del Quirinale, la Casa degli Italiani, i protagonisti e i vincitori del prestigioso premio "gli Olimpici del Teatro".

E' un modo per ringraziare il Teatro italiano e quanti, ad ogni livello, vi lavorano con la passione, la dedizione e lo spirito di sacrificio che solo chi ha dimestichezza con le tavole di scena può fino in fondo conoscere.

Dobbiamo dire grazie al Teatro italiano, che continua a donarci momenti di leggerezza e di riflessione, momenti di gioia e di commozione.

Il teatro è vita, ed è soprattutto cultura. La civiltà di una nazione si misura anche dal numero dei suoi teatri e dal numero dei suoi spettatori.

Per questo ho voluto porre il teatro, come luogo fisico e come luogo ideale di incontro, al centro di tante mie visite. E fra i molti teatri visitati nelle province italiane conservo il ricordo della mia visita a Vicenza nel 1999, al Teatro Olimpico, splendida sede a cui è legato questo vostro premio.

Il teatro italiano ha alle spalle la straordinaria eredità del teatro greco e romano. E' legato a doppio filo con la storia della nostra cultura: dai giullari al teatro colto e raffinato del Rinascimento, da Machiavelli a Goldoni a Pirandello a De Filippo.

Nella Storia del teatro drammatico, il grande studioso Silvio D'Amico, di cui quest'anno ricorre il cinquantenario della scomparsa, ha sottolineato il posto d'onore occupato dal teatro italiano nella civiltà umana.

Dobbiamo tutelare questo nostro patrimonio; tutela non vuole dire solo finanziamenti - che certo devono esserci -, tutela vuol dire anche saper valorizzare e innovare.

Il teatro italiano ha talenti, quelli che si sono fatti già apprezzare per la loro eccellenza - attrici, attori, autori, registi, costumisti, scenografi, alcuni qui con noi questa mattina, - e molte voci nuove pronte a dare il meglio: giovani autori e giovani attrici e attori. Devono essere incoraggiati e sostenuti.

Il teatro non deve essere un segmento a se stante del circuito dello spettacolo. La sua integrazione nel sistema mediatico contemporaneo è una nuova sfida ed una nuova frontiera.

In particolare mi auguro che la televisione: - riprenda l'attenzione per il teatro di prosa e d'opera; - contribuisca a rivitalizzare i grandi festival teatrali come la stagione del Teatro Greco di Siracusa, affidata all'Istituto Nazionale del Dramma Antico; - valorizzi i progetti di scambio di respiro europeo perché il teatro fa circolare le idee e unisce i popoli: il XIV Festival dell'unione dei teatri d'Europa, che si svolge a Roma, capitale europea del teatro in queste settimane, è un bell'esempio.

Il futuro del nostro teatro e di tutte le forme di spettacolo è nel coinvolgimento sempre crescente dei giovani.

Al di là dell'interesse letterario il teatro stimola in loro lo spirito critico, la coscienza e il gusto di discutere insieme.

Il rito bello dell'andare a teatro contribuirà alla loro formazione alla vita adulta.

Ricordiamo il fascino di sempre del teatro, quella immediatezza di rapporto che si crea fra il palcoscenico e il pubblico; quella fusione magica, esaltante, fra attore e spettatore, che fa l'uno partecipe dell'emozione dell'altro.

Per questo rinnovo il mio sostegno a tutti voi, impegnati in vario modo nell'attività teatrale e il mio apprezzamento per i premiati di oggi.

Grazie per il dono della vostra arte.