VISITA DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
ALLA CITTA' DI AOSTA
INCONTRO ISTITUZIONALE CON LE AUTORITA'
Aosta, 5 ottobre 2005
Signor Presidente della Regione Autonoma,
Signor Sindaco di Aosta,
Onorevoli Parlamentari,
Autorità civili, militari e religiose,
cari Sindaci della Provincia di Aosta,
Signore e Signori,
è stata un'emozione tornare in elicottero sul "tetto d'Europa".
Mi ha ricordato lo stupendo sorvolo del Bianco e delle altre cime alpine nel
trasferimento da Courmayeur a Varese, in una magnifica mattinata dell'agosto di
cinque anni fa. Tornai da Voi nell'ottobre sempre del 2000, per una emergenza
che avete saputo superare con successo, grazie al vostro senso del dovere, alla
vostra capacità organizzativa, al lavoro, all'amore per questo territorio
meraviglioso.
Siete i custodi di una montagna "incantata", dove natura e uomo
convivono in un intreccio di comunità montane, che è interesse di tutti
preservare, difendere, nel pieno rispetto dell'ambiente.
La Valle d'Aosta è una regione fortunata: certo, come ovunque, non mancano i
problemi, uno su tutti il traffico di mezzi pesanti; ma, credetemi, dovete
essere felici delle vostre risorse naturali e umane.
L'autonomia speciale della quale godete da decenni, il bilinguismo che vi
arricchisce, poggiano sul solido ceppo di una storia caratterizzata dal
contributo delle vostre genti all'Unità d'Italia, al suo Risorgimento, alla
costruzione di una amministrazione civile e militare - quella del Piemonte
preunitario - alla quale l'Italia intera deve davvero molto.
Alla tradizione risorgimentale si aggiunge la memoria del contributo alla lotta
antifascista, alla Resistenza che ebbe in eroi come Emile Chanoux - barbaramente
assassinato dai nazisti - un riferimento ideale valido ancora oggi: "I
popoli delle Alpi - diceva Chanoux nel dicembre del 1943 - formano i
punti di sutura fra i diversi popoli separati dalla grande catena alpina".
Ne è tuttora viva testimonianza la Medaglia d'Oro al Valor militare concessa
nel 1971 dal Presidente della Repubblica a tutta la Valle d'Aosta per la Guerra
di Liberazione.
Autonomia e bilinguismo sono elementi di forza, che devono spingervi
all'apertura, a pensare in grande, in una realtà piccola, ma centrale,
dell'Europa del futuro.
Il benessere di cui godete è il frutto di un lavoro di generazioni, di una
fortunata situazione geografica, della lungimiranza istituzionale degli
ordinamenti creati dalla generazione dei Costituenti della Repubblica.
Per conservare questo benessere è necessario impegnarsi con nuove idee;
serve imprenditorialità, serve integrazione tra la sfida di un turismo di
qualità e servizi per le imprese, per le persone; sono necessarie produzioni ad
alta tecnologia.
Vale, per questa realtà, la stessa analisi che ho tracciato più volte a
livello nazionale: per intraprendere bisogna avere il coraggio di andare
d'accordo, di superare le divisioni, di guardare agli interessi superiori della
comunità.
I politici e gli amministratori, soprattutto, devono dimostrare di saper pensare
al bene comune.
Abbiamo bisogno di unità. Di unità sociale, di unità nell'esercizio dei
diritti e dei doveri, di unità di ordinamento, di unità delle Istituzioni
della Repubblica, di unità della Nazione. Senza unità la nostra società non
riesce a ricuperare la fiducia.
Non si deve smarrire il filo rosso della solidarietà che ha percorso la storia
d'Italia negli ultimi due secoli, e che affonda le radici in epoche ben più
lontane.
L'unità nazionale dell'Italia è stata la più importante conquista della
nostra storia. E' stato uno degli eventi centrali per l'Europa del secolo XIX.
E' una linfa vitale che scorre nel Tricolore, la nostra bandiera - non a caso
inserita dai Costituenti tra i principi fondamentali - e che sentiamo in
ciascuno di noi.
Abbiamo visto in questi anni i frutti positivi di un maggiore decentramento,
di una maggiore prossimità delle istituzioni ai cittadini. I sistemi economici
locali sono fioriti dove nessuno lo immaginava. Essi hanno garantito un robusto
sviluppo al nostro Paese, diffuso sul territorio; hanno portato inventiva,
qualità, creatività, organizzazione.
Oggi quel modello deve rinnovarsi per far fronte a una competizione sempre più
intensa, che necessita di aggregazioni più grandi, di soggetti con dimensioni
sufficienti ad operare nel mondo, sfruttando i benefici dei diversi mercati.
Ce la possiamo fare. L'ho detto anche ieri a Verbania: non siamo condannati a
registrare statistiche negative. Anche dai più recenti dati dell'ISTAT sulla
produzione qualcosa sembra muoversi nella giusta direzione. Ci sono segnali di
risveglio, di voglia di riscatto, di idee imprenditoriali nuove. Con questo
spirito stiamo organizzando la visita di Stato in Turchia, con una folta
delegazione di imprenditori italiani: è lo spirito che ha reso positive le
recenti visite in Cina e in India.
Anche in questo anno difficile, tante aziende hanno rinnovato prodotti e
strategie commerciali. Le nostre esportazioni, che presentano tuttora serie
difficoltà in alcuni settori, hanno fatto registrare negli ultimi mesi segnali
di ripresa. Il problema maggiore resta la domanda interna stagnante, sia i
consumi, sia gli investimenti.
Le imprese e le famiglie, per l'incertezza del futuro, sono trattenute
dall'investire e dallo spendere.
Alle une e alle altre - imprese e famiglie - dobbiamo pensare, cercando di
infondere fiducia, di spingere a investire, di tornare ad acquistare prodotti,
stando attenti ai prezzi e alla qualità - come giustamente chiedono le
organizzazioni dei consumatori -, ma anche con la consapevolezza che, quando
compriamo un prodotto italiano, diamo impulso all'attività delle nostre
imprese.
Voi, Italiani della Val d'Aosta, avete la fortuna di vivere in questo immenso
parco naturale al centro delle Alpi, e dunque al centro dell'Europa.
Nel progettare il futuro, è giusto rivolgere un pensiero a un punto di forza di
questa comunità regionale: i piccoli Comuni. E' interesse della Nazione che i
Comuni, anche i più piccoli, rimangano vivi; sono comunità dotate di un
patrimonio di conoscenze e di tradizioni, tutela e presidio di impianti urbani
antichissimi e quindi di valore inestimabile. Tornerà presto il desiderio di
spostarsi in questi centri.
Lo Stato deve fare la sua parte, favorendone la conservazione e la
sostenibilità. Voi, cari Sindaci, dovete fare in modo di mettere in comune,
quanto è più possibile, servizi e spese.
Ho piena fiducia che Aosta e tutto il suo territorio, e mi riferisco di nuovo ai
Sindaci dei tanti Comuni qui presenti, sapranno operare per il progresso della
Valle e del nostro Paese.
Vi ringrazio per la vostra calorosa accoglienza e Vi auguro di cuore buon
lavoro.