BRINDISI DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
AL PRANZO DI STATO OFFERTO IN ONORE DEL
PRESIDENTE DELLO STATO D'ISRAELE
MOSHE KATSAV
Palazzo del Quirinale, 15 novembre 2005
Signor Presidente dello Stato d'Israele,
Signora Gila Katsav,
Signore e Signori,
Sono particolarmente lieto di riceverLa nuovamente al Quirinale, a quasi tre anni di distanza dalla Sua gradita visita a Roma. La accolgo nel vivo ricordo del caloroso benvenuto riservatomi in occasione della visita di Stato che ho compiuto nel Suo Paese sei anni fa, all'inizio del mio mandato quale Presidente della Repubblica Italiana.
La Sua visita di Stato, la prima di un Presidente di Israele in Italia, segna un salto di qualità nelle relazioni italo-israeliane. Essa giunge a coronamento di uno straordinario sviluppo nella collaborazione tra Italia e Israele, in campo economico, tecnologico, culturale. Suggella un dialogo politico in espansione tra i nostri due Stati, che ha trovato espressione nell'impegno comune contro il terrorismo, nel contrasto all'antisemitismo, nel sostegno dell'Italia alle aspettative di sicurezza dello Stato d'Israele e della sua integrazione nel sistema multilaterale e nella comunità internazionale. Conferma che l'Italia guarda al Medio Oriente con equilibrio ed attenzione equanime verso le varie componenti della civiltà mediterranea.
L'ebraismo è da sempre intrecciato alla storia d'Italia. Ha contribuito al suo sviluppo civile e culturale, al suo avanzamento scientifico. Ha partecipato intensamente a vicende determinanti per il nostro Paese, anche nell'età moderna: dal Risorgimento alla vita politica dell'Italia unitaria, dalla prima guerra mondiale alla Resistenza antifascista, fino all'apporto assicurato allo sviluppo nel dopo-guerra. Ne recano speciale testimonianza Roma, capitale d'Italia, dove la presenza ebraica risale a più di duemila anni fa, ed altri importanti centri, come Livorno, mia città natale, la cui antica comunità ebraica ha espresso personalità autorevoli, quali il Rabbino Elio Toaff. Gli italiani non dimenticheranno mai la tragedia della Shoah, anticipata dall'orrore delle violenze e delle leggi razziali, opera di un regime dittatoriale brutale e repressivo. La memoria della disumana atrocità dell'Olocausto deve rimanere viva per impedire che una simile barbarie possa ripetersi in futuro.
La creazione dello Stato di Israele ha costituito uno storico atto di giustizia e di legittimità internazionale. Ha realizzato la visione di un popolo, animato dalla speranza nel futuro, dal desiderio di pace e sicurezza, dalla ricerca appassionata di solidarietà internazionale. Nell'arco di pochi decenni, Israele ha saputo costruire uno Stato di diritto improntato ai valori universali di libertà e democrazia. Ha superato dure prove, conquistandosi un posto di rilievo nella comunità delle nazioni. E' oggi parte integrante di un Medio Oriente in cui si confrontano nazioni, culture e religioni. E' esso stesso sintesi di differenze. Del suo patrimonio genetico fa parte il rifiuto del razzismo e dell'intolleranza.
La visione di progresso di cui furono portatori i Padri Fondatori di Israele non sarà compiutamente realizzata senza il raggiungimento della pace con il popolo palestinese, senza la costituzione di uno Stato palestinese, senza la convivenza e la cooperazione tra i due Stati. La fine dell'occupazione della Striscia di Gaza ha suscitato nuove speranze. Deve costituire stimolo per la ripresa di un dialogo a tutto campo, volto a dare concreta attuazione alla road-map. Sono necessarie misure distensive negli insediamenti, nella libertà di movimento dei palestinesi, nella dislocazione della barriera difensiva. La cessazione di ogni atto di violenza costituisce un obiettivo ed una necessità immediata. L'Autorità palestinese deve dimostrare di essere capace di contrastare efficacemente il terrorismo, di mantenere l'ordine pubblico, di consolidare lo sviluppo democratico, di attuare le riforme necessarie per lo sviluppo di un'economia sana ed efficiente, con l'aiuto dello stesso Stato di Israele. Non mancherà quello dell'Unione Europea, che contribuirà anche al controllo della frontiera meridionale della Striscia di Gaza, e dell'intero Occidente.
Nella ricerca della pace, israeliani e palestinesi possono avvalersi dell'esempio offerto dall'Unione Europea. Essa è stata concepita da popoli convinti che l'integrazione non è solo una necessità per superare i motivi di contrapposizione all'origine delle guerre mondiali, ma ancor più un'opportunità per affrontare con successo il futuro. La soluzione della crisi israelo-palestinese è prioritaria per l'Europa. E' essenziale per le prospettive di progresso economico, sociale e civile del Mediterraneo; per rafforzare la comprensione tra culture che devono convivere e cooperare nel reciproco rispetto. Con questi obiettivi è nato il Partenariato euro-mediterraneo. Nel decimo anniversario della dichiarazione di Barcellona, alla vigilia del vertice in programma nella città spagnola, è necessario rinnovare la centralità di quella visione.
Signor Presidente,
Italia e Israele condividono i valori fondanti della civiltà occidentale. Questa comunanza ideale ci incoraggia a rafforzare ancora di più la nostra collaborazione, ad intensificare l'impegno comune per la pace e la stabilità, per lo sviluppo di rapporti costruttivi con il mondo arabo e islamico.
Con questi sentimenti, levo il calice al Suo benessere personale e quello della Signora Katsav, alla prosperità del popolo israeliano, all'amicizia fra i nostri due Paesi.