VISITA DI STATO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
NELLA REPUBBLICA DI TURCHIA
DICHIARAZIONE ALLA STAMPA
AL TERMINE DELL'INCONTRO
CON IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI TURCHIA
Ahmet Necdet Sezer
Ankara, 22 novembre 2005
Ho ringraziato il Presidente Sezer per la calorosa accoglienza che mi è
stata riservata in Turchia.
Ho intrapreso questa visita di Stato con il proposito di consolidare ed ampliare
i rapporti, già intensi, fra Italia e Turchia, stimolando il reciproco
interesse alla collaborazione economica e culturale.
Possiamo contare sulla tradizionale amicizia fra i nostri due Paesi, sulle
comuni radici mediterranee, su una consuetudine di relazioni che risale molto
indietro nella storia.
L'Italia è oggi il secondo partner commerciale della Turchia, con un
interscambio che cresce a tassi sostenuti. Si stanno aprendo inoltre nuove
prospettive per gli investimenti diretti e per iniziative industriali congiunte
anche in settori tecnologicamente avanzati, tenendo conto del vantaggio offerto
dalla Turchia come punto di transito di importanti vie di trasporto energetico.
Ne è conferma il gasdotto che collegherà i giacimenti russi con il
Mediterraneo, e del quale è stata inaugurata la prima tratta fino alla costa
turca sul Mar Nero.
Il crescente interesse per la lingua e la cultura italiana in questo Paese è un
importante fattore su cui far leva per l'intensificazione dei rapporti
culturali. Dobbiamo proporci obiettivi concreti nel potenziamento degli scambi
scolastici, nella cooperazione accademica e scientifica, nella realizzazione di
progetti innovativi, ivi inclusi quelli per la conservazione del patrimonio
culturale ed archeologico.
Abbiamo a disposizione molteplici strumenti dei quali occorrerà avvalersi al
meglio. Oltre all'Accordo culturale in via di elaborazione e all'Accordo di
cooperazione scientifica da poco entrato in vigore, due nuove intese vengono
finalizzate nel quadro della visita di Stato: la Convenzione tra la Società
Dante Alighieri e l'Unione delle Università del Mediterraneo per promuovere la
formazione, la ricerca e il dialogo Euro-Mediterraneo; l'Accordo di cooperazione
tra la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane-CRUI e il Consiglio di
Educazione Superiore della Repubblica di Turchia-YÖK volto a promuovere e
rafforzare i legami accademici tra Italia e Turchia.
Turchia e Italia sono partner nell'Alleanza Atlantica: lo sono stati nel
cinquantennio trascorso durante il quale la Nato ha garantito all'Europa
stabilità, sicurezza, libertà; lo sono ancor più oggi nel quadro di
un'Alleanza rinnovata e capace di assumere importanti responsabilità di
sicurezza in aree di crisi nel mondo.
La collaborazione tra Italia e Turchia trova un ulteriore punto di forza nello
stimolante contesto dell'avvicinamento di Ankara all'Unione Europea.
Con la decisione dell'apertura dei negoziati di adesione, il 3 ottobre scorso,
questo processo ha preso un forte impulso.
L'Italia sostiene con convinzione le aspirazioni europee della Turchia, nella
prospettiva del consolidamento del comune spazio di valori e di principi in cui
si sostanzia l'identità europea: la democrazia, il rispetto della dignità
della persona, dei diritti fondamentali, dello stato di diritto.
A me preme sempre ricordare che il discrimine per l'appartenenza all'Unione
Europea è condividere il pieno coinvolgimento in una comunità di destino, che
è ben più della adesione ad un'alleanza o ad uno spazio economico e di
sicurezza.
L'Unione Europea deve essere sentita come coesione politica, economica,
culturale; deve corrispondervi la coesione istituzionale necessaria alla
governabilità dell'Unione allargata e all'efficacia della sua azione
all'interno e all'esterno dei suoi confini.
Le aspettative riposte nell'Europa allargata da tutti gli Stati membri - vecchi
e nuovi - così come dai Paesi candidati rischiano di essere deluse se l'Unione
non rafforzerà la propria struttura istituzionale e la capacità di
funzionamento a fronte di una partecipazione crescente di membri.
A questo obiettivo ha inteso provvedere il Trattato costituzionale firmato a
Roma il 29 ottobre dello scorso anno.
La ratifica del Trattato non è stata approvata in due Paesi membri. Ma il
consolidamento istituzionale dell'Unione Europea, secondo l'impianto prefigurato
dal Trattato, resta indispensabile.
Solo su queste basi l'Europa potrà sviluppare le politiche atte a rispondere
alle preoccupazioni dei cittadini di fronte alle incognite della globalizzazione,
potrà porsi efficacemente sulla scena internazionale come modello di
riconciliazione e di collaborazione fra popoli.
Abbiamo evocato, con il Presidente Sezer, le opportunità e le sfide in una
regione che è al centro degli interessi di entrambi i nostri Paesi: il
Mediterraneo.
Il superamento dell'intollerabile divario socio-economico fra la sponda nord e
quella sud, la risoluzione del conflitto israelo-palestinese vanno perseguiti,
con il rinnovato sostegno della comunità internazionale, affinché il
Mediterraneo diventi area di pace e di collaborazione fra i popoli che si
affacciano sulle sue rive, possa sviluppare appieno tutte le opportunità che le
prospettive della globalizzazione offrono.
Al di là delle contrapposizioni che non sono mancate nella sua storia, il
Mediterraneo ha significato soprattutto - e ben lo sanno i nostri due Paesi -
scambio di conoscenze e di tradizioni, tolleranza e dialogo fra popoli di etnie
e religioni diverse, ponte fra genti geograficamente lontane. Italia e Turchia
condividono un fondamentale impegno nell'avanzamento del dialogo tra mondo
occidentale e mondo islamico, per sventare infauste ipotesi di scontro fra
civiltà e per additare ai popoli la via della comprensione, del rispetto
reciproco e della concordia. Anche a questo fine abbiamo auspicato una soluzione
unitaria su base federale in Iraq e la necessita' di un'azione di tutti i popoli
per affrontare la lotta al terrorismo.
Il colloquio con il Presidente Sezer ha confermato la coincidenza di vedute
fra Turchia e Italia sulla necessità di un sistema multilaterale efficiente
incentrato sulle Nazioni Unite, come irrinunciabile strumento per tradurre in
atto la volontà degli Stati di collaborare.
Un ampio consenso della comunità internazionale sulla funzionalità del sistema
societario in tutti i suoi aspetti consentirà di adeguare l'ONU alla realtà
internazionale del XXI secolo, di potenziarne il ruolo e l' efficacia
nell'adempimento dei fondamentali compiti previsti dalla Carta: il mantenimento
della pace, il rispetto dei diritti umani, il riequilibrio del divario Nord-Sud.
Sono lieto delle concordanze registrate nell'incontro con il Presidente Sezer
e desidero rinnovargli il mio ringraziamento, oltre che per la splendida
accoglienza, anche per lo spirito di grande intesa e cordialità che ha
contrassegnato questo nostro incontro.