VISITA DI STATO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
NELLA REPUBBLICA DI TURCHIA
INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DELLA
COLLETTIVITA' ITALIANA
Istanbul - Casa d'Italia, 23 novembre 2005
Signor Ambasciatore,
Signori rappresentanti delle Istituzioni e delle Associazioni italiane,
Cari connazionali,
Vi ringrazio per la Vostra calorosa accoglienza.
Il nostro incontro sottolinea, ancora una volta, che l'appuntamento con la collettività italiana é un momento essenziale in ogni mia visita all'estero.
Il giuramento che prestai quale Presidente della Repubblica Italiana il 18 maggio 1999 è la stella polare del mio settennato. Dissi allora - e mi è gradito ripeterlo oggi - di sentire non solamente la voce degli italiani che vivono ed operano nella Repubblica, ma anche di quelli che vivono la loro cittadinanza d'origine nell'Unione Europea e nella più larga Comunità Italiana diffusa nel mondo.
Sono convinto che gli italiani all'estero sono una componente vitale della
nazione e un grande capitale di risorse e di dinamismo per il nostro Paese,
così come per i Paesi e le società che li accolgono.
Sorretta dalle doti di ingegnosità, tenacia e solidarietà che ci vengono
unanimemente riconosciute, l'italianità costituisce uno straordinario fattore
di aggregazione e di affermazione delle collettività italiane nel mondo: le
rende sempre di più protagoniste della proiezione internazionale dell'Italia.
L'Italia irraggia nel mondo la ricchezza inestimabile della sua cultura, uno
stile di vita peculiare che va dalla moda all'alimentazione, una lingua sinonimo
di civiltà e di umanità, la vitalità della piccola e della media impresa.
Gli italiani all'estero condividono con gli italiani in patria l'orgoglio di appartenere ad un'unica grande realtà nazionale che non conosce confini territoriali, sono accomunati dall'impegno nel sostenerne attivamente il progresso civile ed economico.
Sono lieto che oggi anche per Voi questo orgoglio e questa volontà di
progresso possano esprimersi compiutamente, attraverso la partecipazione alla
vita politica nazionale, con l'esercizio del diritto di voto.
La sua attuazione ha corrisposto a quello che è stato, fin dall'inizio del mio
mandato presidenziale, un mio vivo desiderio.
Avete esercitato questo diritto, per la prima volta, in occasione della
consultazione referendaria del giugno 2003 e poi di quella del giugno 2005; ve
ne avvarrete nel 2006 per l'elezione del nuovo Parlamento nazionale.
In questo Paese, siete gli eredi di un'antica tradizione, i discendenti dei
coraggiosi ed operosi mercanti delle nostre Repubbliche marinare che
conquistarono nel Medioevo il commercio col Levante e promossero attivissimi
scambi fra Occidente e Oriente.
La colonia italiana ha serbato, attraverso i secoli, la propria identità e,
prosperando nel commercio e nell'artigianato, ha tenuto alto il primato italiano
anche nel campo intellettuale ed artistico.
Lo stabilimento di relazioni diplomatiche fra l'Italia e la Turchia nel 1856 -
di cui sarà celebrato l'anno prossimo il centocinquantesimo anniversario -
coronò un rapporto bilaterale di cui le nostre prime collettività a
Costantinopoli avevano posto le solide premesse.
Oggi, l'Italia individua in Turchia sempre maggiori opportunità di
cooperazione industriale e finanziaria.
La Turchia guarda all'Italia come partner del proprio sviluppo.
Questo processo di mutuo interesse trova nella presenza di tanti italiani -
imprenditori, tecnici, professionisti - un punto di forza ed un elemento di
creativa collaborazione.
Auspico che essa si rafforzi a beneficio reciproco dei nostri due Paesi.
Nei miei colloqui con il Presidente Sezer e in tutti gli incontri avuti nel
corso della visita, ho colto crescente attenzione verso il sistema produttivo
italiano e forte impegno dei due Governi per il consolidamento delle relazioni
economiche bilaterali.
La presenza della collettività italiana in Turchia costituisce anche un
punto di riferimento e di aggregazione fra culture diverse che convivono in un
rapporto di reciproco arricchimento.
L'interazione con la società turca è facilitata dalla comune identità
mediterranea. La coscienza di appartenere entrambi ad un'area dove la convivenza
delle culture e il dialogo tra le religioni e le etnie sono stati nei secoli una
realtà vissuta rafforza la sintonia fra il popolo italiano ed il popolo turco.
La collaborazione culturale italo-turca ha bisogno di essere alimentata con
iniziative concrete, stimolate dall'innovazione, dalla formazione, dal capitale
intellettuale, dallo scambio di talenti e di esperienze.
Occorrono capacità propositiva e qualità nei contenuti: dai corsi di lingua
italiana alle manifestazioni artistiche e culturali, dal riconoscimento dei
titoli di studio ai contatti fra Istituzioni scolastiche, alla cooperazione
accademica e scientifica.
Confido che, a tal fine, Italia e Turchia sapranno avvalersi al meglio dei nuovi
strumenti a loro disposizione: l'Accordo culturale in via di elaborazione e
l'Accordo di cooperazione scientifica da poco entrato in vigore, ai quali si
aggiungono le nuove intese finalizzate nel quadro di questa mia visita di Stato:
la Convenzione tra la Società Dante Alighieri e l'Unione delle Università del
Mediterraneo per promuovere la formazione, la ricerca, il dialogo
Euro-Mediterraneo;e l'Accordo di cooperazione tra la Conferenza dei Rettori
delle Università Italiane-CRUI e il Consiglio di Educazione Superiore della
Repubblica di Turchia- YÖK, volto a promuovere e rafforzare i legami accademici
tra Turchia e Italia
L' integrazione della comunità italiana nella società turca è di grande
beneficio per il consolidamento del comune spazio di valori e di principi su cui
poggia l'Unione Europea.
L'Italia, uno dei principali artefici della costruzione europea, avverte
profondamente la responsabilità di tenere alti gli ideali che hanno trasformato
l'Europa da un complesso di Stati fra di loro antagonisti, e spesso in conflitto
armato, in una Unione che ha assicurato ai suoi cittadini una pace irreversibile
e che si pone al mondo come modello di riconciliazione e di collaborazione.
E' con questo spirito che il nostro Paese favorisce il percorso europeo della
Turchia, nella prospettiva di un'Unione Europea sempre più forte e stabile.
I contatti e gli scambi fra italiani e turchi, soprattutto tra le giovani
generazioni, contribuiscono alla maturazione di un comune spirito europeo,
radicato nei valori della democrazia, di rispetto della dignità della persona e
dei diritti fondamentali di solidarietà.
Con questi sentimenti, e nell'esprimervi la riconoscenza mia personale e
dell'Italia per il vostro impegno, formulo a Voi tutti i migliori auguri di
successo nel Paese che Vi ospita, nel convincimento che le vostre affermazioni
saranno anche fattore di progresso di un'Italia prospera e coesa, di crescita
economica e sociale della Turchia, nel quadro di un'Europa unita pilastro di
stabilità e di giustizia nel mondo.