INTERVENTO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
IN OCCASIONE DELLA
CERIMONIA DI CONSEGNA DEI
PREMI "VITTORIO DE SICA"
Palazzo del Quirinale, 28 novembre 2005
Signor Ministro,
Signor Sottosegretario,
Caro Presidente Rondi,
Cari Familiari di Vittorio,
Cari Amici del mondo del Cinema,
in questi anni l'appuntamento annuale con i Premi De Sica ha rappresentato per
me e per mia moglie un momento bello, di svago, di distensione, ma - lo avrete
percepito - anche di riflessione sulla funzione sociale del cinema italiano, sul
suo ruolo di rappresentazione della cultura italiana nel mondo. Vi sarete
chiesti perché il Presidente della Repubblica si sia così appassionato alla
vita del mondo del cinema, ai suoi problemi, alla sua evoluzione. Le ragioni
sono due. La prima, molto immediata, semplice: il cinema mi piace. La seconda è
più complessa e profonda.
Non posso dimenticare come la visione di tante pellicole abbia accompagnato la mia generazione nel suo ingresso nel mondo moderno, abbia contribuito alla rinascita della Nazione dopo la tragedia della guerra, come ci abbia aiutato a prendere consapevolezza di quanto era accaduto e stava accadendo intorno a noi, dentro di noi. E lo abbia fatto con risultati artistici talmente elevati da inorgoglirci. Il nostro cinema è indissolubilmente legato all'identità moderna degli italiani. Anche oggi esso continua ad avere un fascino, una considerazione superiori a quanto indichino i dati sulla distribuzione delle opere contemporanee. Non dobbiamo perdere questo vantaggio. Dobbiamo impegnarci di più. C'è all'estero una domanda di cinema italiano che non viene soddisfatta.
Ritorno da un bellissimo viaggio in Turchia dove abbiamo, ancora una volta, constatato la fecondità di un modello di visita di Stato con la presenza congiunta del sistema imprenditoriale - industrie e banche - e delle Istituzioni. Sarebbe bello che anche l'industria del cinema trovasse un suo spazio specifico in questo tipo di visite dove l'Italia si presenta ai nostri partner internazionali nella sua interezza. So che per non pochi aspetti questo è un momento di sofferenza, di difficoltà anche per il vostro settore. Esso risente, come numerosi altri settori produttivi, di un indebolimento della competitività. Dobbiamo reagire. Sappiamo di averne le capacità. In particolare, per il cinema abbiamo motivo di essere fiduciosi. Anche negli ultimi anni si sono prodotti tanti bei film italiani che hanno meritato successo nel mondo.
Certo, nel 2005 il numero di spettatori sta diminuendo rispetto all'anno precedente. Tuttavia, in questa riduzione del mercato, la quota dei film italiani è cresciuta. E questo è un segno di vitalità. I film italiani, nei primi dieci mesi dell'anno, hanno ottenuto circa 1 milione di spettatori in più: la quota è salita dal 20 al 23 per cento. Ci sono stati offerti tanti film belli, impegnati, poetici che hanno saputo parlare al pubblico con un linguaggio moderno, coinvolgente, mai banale. Investire sulla cultura, credere nella cultura, è una necessità per noi italiani. Se funzionano i nostri musei, se funziona il nostro cinema, il nostro teatro, la musica, allora funziona meglio tutta la società italiana, e con essa l'economia.
C'è un obiettivo verso il quale Voi operatori del settore - produttori, registi, sceneggiatori, autori, attori - dovete impegnarvi con maggior determinazione, immaginando soluzioni originali, nuove: restituire al cinema italiano il suo ruolo di prestigio ai vertici della cinematografia mondiale.
Il nostro è stato un grande cinema, formidabile veicolo di trasmissione dell'immagine dell'Italia, ha saputo mostrare al mondo intero il genio dei nostri autori e la sapienza delle nostre maestranze, la bellezza del nostro Paese; ha avuto anche il coraggio di denunciare malesseri e turbamenti della nostra società.
Il nostro carattere nazionale, la nostra italianità hanno viaggiato nel
mondo grazie al cinema. Il neorealismo, la commedia all'italiana si sono
affermati perché hanno saputo esprimere quel misto di poesia, autoironia,
lucidità che è un po' il nostro modo di guardare alle cose della vita. Così
operando hanno profondamente caratterizzato il nostro cinema agli occhi del
pubblico internazionale. Di questo dobbiamo essere grati ai tanti autori e
attori italiani il cui contributo artistico ha concorso a formare la nostra
identità culturale, dando spazio al sogno, alla fantasia, alla poesia ma anche
a una maggiore consapevolezza. E qui non posso non ricordare un grande del
cinema appena scomparso come Age, e un grande attore come Tognazzi di cui
ricorre il quindicesimo anniversario della scomparsa. E' questo l'augurio e
l'invito che rivolgo a tutti Voi, registi, attori, produttori, sceneggiatori. E
un ringraziamento speciale va a tutti gli esponenti, italiani e stranieri, del
vasto mondo della cultura che oggi onoriamo con i Premi De Sica per il loro
impegno sociale, per la qualità del loro lavoro a favore del cinema e della
cultura.