Roma - Piazza del Quirinale 08/12/2005

Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in occasione della cerimonia di accensione della fiamma olmpica


INTERVENTO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
ALLA CERIMONIA DI INIZIO DEL
VIAGGIO DELLA FIAMMA OLIMPICA IN ITALIA

Palazzo del Quirinale, 8 dicembre 2005



Signor Vice Presidente della Camera,
Signor Vice Presidente del Senato,
Signori Ministri,
Signor Giudice della Corte Costituzionale,
Caro Presidente Rogge,
Caro Presidente Castellani,
Autorità civili e militari,

la fiamma che arde in questo braciere torna in terra d'Italia dopo quarantacinque anni.
E' il fuoco di Prometeo che arde nella fiamma accesa ad Olimpia il 27 novembre. Simbolo della civiltà umana, della volontà del progresso, della fratellanza profonda degli uomini tra loro, uniti ed uguali per destino e volontà, senza distinzioni di razza, di etnia.
Dopo la Grecia, Roma è la sua seconda Patria.
Il fuoco di Prometeo segna la nascita della civiltà, ma nella storia non ha messo al riparo gli uomini - né nell'antichità, né nei tempi moderni - dalla regressione nella barbarie.
Questa fiamma ha continuato ad ardere nel cuore degli uomini anche nei momenti più terribili.

Ha contribuito al risorgere della civiltà umana ogni volta che è stata messa in pericolo. Le Olimpiadi sono un rito antico che il mondo moderno ha fatto rivivere. Lo sport ci spinge a guardare all'uomo. Sembra banale dire che "l'importante è partecipare". Non è così. C'è in questa frase un messaggio educativo di cui avvertiamo il bisogno soprattutto oggi, in un mondo attraversato da una febbre competitiva esasperata che ci fa perdere di vista i valori e il cammino della storia. In questo cammino, il valore più grande è la fratellanza, la consapevole appartenenza alla comunità degli uomini. I Giochi Olimpici ci insegnano a competere lealmente nel rispetto pieno delle regole, formali e sostanziali. Il fuoco acceso ad Olimpia attraverserà l'Italia intera. Tra pochi istanti accenderò la torcia e la consegnerò a Stefano Baldini, primo tedoforo. Il maratoneta di Atene 2004 la porterà a Fontana di Trevi. Da lì partirà una staffetta che attraverserà cento Province, seicento Comuni di questa nostra terra, antica, orgogliosa della sua storia, sempre aperta all'Europa e al mondo. Il percorso si concluderà nello stadio olimpico di Torino, prima Capitale d'Italia, per dare inizio alle XX Olimpiadi Invernali. Sarà una grande Olimpiade, come sono grandi, belli, straordinari tutti gli eventi internazionali che si realizzano in Italia. Sarà un'Olimpiade bene organizzata. Per merito di una gente operosa e geniale che, non a caso, ha dato vita al Risorgimento d'Italia. Una gara l'abbiamo già vinta: le opere sono state completate in tempo.

Il mio mandato presidenziale iniziò sette anni fa con un messaggio di sostegno alla candidatura di Torino. E fu una scelta felice. Milioni di spettatori e telespettatori assisteranno a gare appassionanti, avvincenti. Una gioventù che, nel leale competere inneggia alla vita, alla pace. Sono certo che tanti cittadini d'Italia e del mondo saranno con noi a Torino e poi sui campi di gara, in mezzo alle splendide montagne piemontesi. E' ora il momento di accendere la torcia del Primo Tedoforo al fuoco di Olimpia. Arde davanti a noi in piazza del Quirinale, la piazza degli Italiani.