INTERVENTO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
IN OCCASIONE DELLA
PRESENTAZIONE DEGLI AUGURI
DEL CORPO DIPLOMATICO
Palazzo del Quirinale, 19 dicembre 2005
Eccellentissimo Decano,
Signori Ambasciatori,
Signore e Signori,
La ringrazio, Signor Decano, per le Sue parole e per gli auguri che, a nome
dell'intero Corpo Diplomatico, ha rivolto all'Italia e alla mia persona. Mi
faccio interprete, nel ricambiarli, della sincera amicizia dell'Italia verso
tutti i Vostri Paesi.
Le sono anche grato per aver ricordato il compianto Pontefice Giovanni Paolo II,
al quale mi legavano sentimenti di profonda ammirazione ed affetto.
L'incontro con il Corpo Diplomatico è per me quest'anno tanto più
significativo, in quanto è l'ultimo del mio settennato.
L'Italia é impegnata nel perseguimento della visione di un mondo unito, in cui
ogni nazione rimane fiera di sé, delle sue tradizioni, ma lavora per incontrare
pacificamente tutte le altre, per promuovere la convivenza e la collaborazione,
per combattere povertà, arretratezza, odi nazionali, ideologici, religiosi.
Questa visione di armonia e di progresso è il riferimento centrale della
politica estera dell'Italia.
Signori Ambasciatori,
il 2005 si è aperto nella scia dolorosa del catastrofico tsunami nel Sud-Est
asiatico.
Ha conosciuto i sanguinosi attentati terroristici a Londra, a Sharm el Sheikh,
ad Amman; gli uragani che hanno sconvolto il sud degli Stati Uniti e l'America
centrale; la crisi umanitaria in Darfur; la carestia in Niger; il devastante
terremoto in Pakistan. Questi eventi drammatici hanno scosso le coscienze, hanno
suscitato straordinarie ondate di solidarietà.
Stiamo sperimentando acutamente la complessità delle cause e dei problemi
dell'immigrazione e della integrazione dei nuovi venuti nelle nostre società.
Stiamo vivendo l'allarme per il rischio di nuove e pericolose epidemie; per la
diffusione dell'AIDS che non mostra segni di flessione.
Le emergenze ambientali, che si manifestano con intensità e frequenza finora
sconosciute, sottolineano l'urgenza di una più efficace azione comune di tutti
gli Stati a tutela delle risorse e degli equilibri vitali del pianeta.
Lo spettro della proliferazione nucleare e della diffusione delle armi di
distruzione di massa mette alla prova la capacità della comunità
internazionale di rispondere alle minacce alla sicurezza collettiva.
Pace, sicurezza e sviluppo sono indivisibili.
La collaborazione multilaterale è l'unica via per affrontare efficacemente
problemi che nessuno Stato è in grado di risolvere agendo isolatamente.
Le Nazioni Unite furono istituite, sessant'anni orsono, per evitare che i popoli
del mondo fossero nuovamente coinvolti in una tragedia mondiale.
Da allora, hanno operato per il mantenimento dell'ordine e della pace
internazionali; si sono assunte responsabilità che vanno al di là della
semplice reazione alla violenza armata.
Sono oggi più indispensabili che mai.
I principi sanciti dalla Carta di San Francisco - la dignità e i diritti
fondamentali della persona umana, la tolleranza e la solidarietà, il primato
del diritto - costituiscono valori comuni a tutti i popoli; non mutano nel tempo
con il passare delle generazioni.
I cambiamenti intervenuti nel mondo ci impongono, però, di adeguare i
meccanismi che regolano il sistema societario alle realtà del Ventunesimo
secolo.
L'Italia è convinta che occorra il consenso della comunità internazionale su
due esigenze fondamentali:
- una più attenta presa in considerazione delle necessità dei Paesi in via di
sviluppo;
- il riconoscimento del ruolo crescente che le Organizzazioni regionali possono
svolgere nella gestione di un ordine mondiale sempre più complesso.
In questo quadro, l'Unione Europea si pone in primo piano come fattore di
stabilità e di progresso.
Rappresenta un ideale realizzato di riconciliazione e di collaborazione fra
popoli per secoli in conflitto; ha unificato il continente europeo in un unico
spazio di libertà, di democrazia e di benessere; favorisce il consolidamento di
queste prospettive nei Paesi che hanno intrapreso il cammino di avvicinamento
all'Unione Europea.
Dopo la storica introduzione dell'Euro, il Trattato costituzionale, firmato a
Roma il 29 ottobre dello scorso anno, rimane un obiettivo irrinunciabile per
assicurare governabilità, coesione e sviluppo all'Europa allargata.
Non dobbiamo lasciarci scoraggiare dalle difficoltà incontrate nel processo di
ratifica del Trattato. Esse sono espressione, non di sfiducia nell'Europa, ma di
timori diffusi per le incertezze economiche, sociali e di sicurezza dalle quali
i cittadini europei si sentono minacciati.
Proprio per far fronte a questi timori, l'Unione Europea deve rafforzare la
propria identità; adeguare le proprie istituzioni al numero crescente dei suoi
membri; consolidarsi come comunità politica.
Grazie ai positivi risultati del recente Consiglio Europeo, l'Unione ampliata
dispone ora dei mezzi finanziari per un'azione efficace sia al suo interno che
all'esterno dei suoi confini.
Questa ritrovata capacità unitaria dell'Europa incoraggia ad un rinnovato
sforzo propulsore tutti i Paesi membri che hanno a cuore il successo del
processo di integrazione.
E' venuto il momento di lanciare nuove iniziative: aperte a tutti i Paesi
interessati a parteciparvi, ma che, come per l'Euro, non richiedano
necessariamente la presenza, fin dall'inizio, di tutti i Membri.
Idee per progetti più avanzati non mancano: penso innanzitutto al settore della
sicurezza e della difesa. Una incisiva capacità europea in questo campo
rappresenta un elemento indispensabile dell'identità e dell'efficacia
dell'Europa.
Insieme, l'integrazione europea e la collaborazione transatlantica - animate da
un'accresciuta, reciproca volontà di dialogo e cooperazione - sono i pilastri
dell'azione comune in difesa dei valori di libertà e di democrazia, nei quali
è incardinata la civiltà occidentale.
E' crescente la condivisione di responsabilità fra la Nato e l'Unione Europea
in numerose aree di crisi: dai Balcani, all'Afghanistan, al Darfur, al Congo.
Signori Ambasciatori,
l'Unione Europea sviluppa il proprio impegno di pace e di solidarietà al di lá
dei propri confini.
Nei Balcani, promuove la stabilità, l'integrazione e la tutela delle minoranze;
si adopera per prevenire divisioni e conflitti e favorire il ristabilimento di
condizioni di convivenza interetnica, rispettosa dei diritti di tutti.
Guarda con fiducia all'intensificazione del rapporto con la Russia, con
l'Ucraina e con gli altri Paesi vicini, nel quadro di un partenariato politico e
di un condiviso spazio europeo di cooperazione economica e culturale.
Nel Mediterraneo, è impegnata a rinnovare la visione che, dieci anni fa, ha
ispirato la nascita del Partenariato euro-mediterraneo: la costruzione di una
alleanza operosa di pace e prosperità, fondata sul dialogo tra culture e sul
rispetto reciproco.
A questo fine, diventa ancor più necessaria e urgente la soluzione della crisi
israelo-palestinese. L'Unione Europea è pronta a dare un maggior apporto per
raggiungere questo obiettivo.
Le elezioni per il nuovo Parlamento dell'Iraq, svoltesi nei giorni scorsi, hanno
confermato la volontà degli iracheni di assumersi piena responsabilità del
proprio destino.
E' compito della comunità internazionale e delle Nazioni Unite assistere gli
sforzi del popolo iracheno per la costruzione di un futuro pacifico e
democratico.
Il quadro europeo unitario costituisce il riferimento essenziale dei rapporti
dell'Italia con gli altri continenti.
L'Italia è unita da profondi legami di sangue e di civiltà ai Paesi
dell'America Latina. Intende contribuire a rafforzare i vincoli politici,
economici e culturali tra di essi e l'Unione Europea. Ne sostiene gli sforzi per
l'integrazione regionale, per un progresso economico che coniughi un moderno
sviluppo, diffuso sul territorio, con la lotta contro la povertà e
l'emarginazione sociale. Desidera intensificare la sua cooperazione nei settori
degli investimenti, del trasferimento delle tecnologie, dell'educazione, della
formazione.
Dobbiamo utilizzare intelligentemente, a beneficio di tutti, la sempre più
stretta interdipendenza tra le varie aree del mondo.
La straordinaria crescita dell'Asia costituisce un elemento positivo per
l'economia mondiale e rappresenta sempre di più un punto di riferimento per le
nostre imprese. L'Italia e l'Unione Europea intendono costituire con i paesi
dell'Asia un partenariato strategico, che abbracci la cooperazione politica su
temi fondamentali: i diritti umani; la conservazione dell'ambiente; la
collaborazione culturale, scientifica e tecnologica.
All'Africa desidero dedicare un riferimento particolare.
Nell'era dell'economia globalizzata, la realtà di molte aree di questo
grande continente ci ricorda che la capacità degli scambi di merci, capitali e
servizi di creare benessere non si è tradotta in un diffuso miglioramento delle
condizioni di vita per tutti.
Il bilancio tracciato, lo scorso mese di settembre, dal Vertice per il
sessantesimo anniversario delle Nazioni Unite, ha messo in evidenza la distanza
che ancora ci separa, soprattutto in Africa, dagli obiettivi fissati dalla
Dichiarazione del Millennio, cinque anni fa. I progressi nella lotta contro le
malattie e la fame sono troppo lenti.
Ne consegue che occorrono: maggiore generosità finanziaria da parte dei Paesi
più avanzati; accelerazione nella cancellazione del debito bilaterale e
multilaterale dei Paesi più poveri; aumento degli investimenti; utilizzo mirato
dell'innovazione tecnologica; assistenza nella prevenzione e nella soluzione dei
conflitti.
Il pieno inserimento dei Paesi meno avanzati nei flussi del commercio mondiale
resta un presupposto fondamentale per innescarne la crescita economica. Ai fini
di una conclusione accettabile del Doha Round, la Dichiarazione di Hong Kong
costituisce solo un primo passo verso un sistema di scambi più equo.
La solidarietà internazionale, per sconfiggere la povertà e le malattie,
costituisce per l'Italia un imperativo morale; si traduce in impegni concreti di
cooperazione allo sviluppo; si riflette nella preziosa attività svolta sul
terreno da migliaia di volontari italiani.
I Paesi beneficiari devono, dal canto loro, intensificare gli sforzi per dotarsi
di istituzioni efficienti e rispettose dei diritti fondamentali dei propri
cittadini, contrastare la corruzione, sviluppare le riforme economiche,
stimolare le capacità imprenditoriali.
Un'alleanza innovativa tra il Nord e il Sud del mondo, basata sulla
solidarietà, sull'impegno comune, è la migliore garanzia nella lotta al
sottosviluppo.
Signori Ambasciatori,
la comunità internazionale che Voi tutti qui rappresentate é oggi più libera
e democratica, più ricca di opportunità di progresso rispetto a solo pochi
decenni orsono.
Ha il dovere di operare come un'unica collettività in cui ogni membro é
responsabile nei confronti degli altri, in un quadro di regole condivise,
imperniate sul rispetto della dignità umana e sul primato del diritto.
L'opera che i diplomatici svolgono é fondamentale per il raggiungimento di
questi fini; per l'approfondimento della comprensione, dell'amicizia e della
collaborazione fra le nazioni.
Richiede oggi un impegno ancor più intenso per favorire l'avanzamento di una
comune visione del mondo in cui trovino maggiore spazio le ragioni del dialogo
fra i popoli, dell'etica e della solidarietà.
Con questi sentimenti e nell'augurarVi pieno successo nel perseguimento della
vostra missione, formulo a tutti Voi, alle vostre famiglie, ai Paesi che
rappresentate, i miei migliori auguri per le prossime Festività.
Buon Natale, Buon Anno.