INTERVENTO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
ALLA CERIMONIA PER LO
SCAMBIO DEGLI AUGURI DI NATALE E CAPODANNO
CON LE MAGISTRATURE DELLA REPUBBLICA
Palazzo del Quirinale, 20 dicembre 2005
Signor Presidente del Senato,
Signor Presidente della Camera dei Deputati,
Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,
Signor Presidente della Corte Costituzionale,
Autorità,
Signore e Signori,
La ringrazio, Presidente Pera, per le espressioni di augurio che mi ha
rivolto a nome Suo personale e delle Magistrature della Repubblica.
Per lo scambio degli auguri di fine anno siamo qui riuniti per la settima volta.
E' un'occasione che desidero cogliere per riassumere dinanzi a Voi quelle che ho
voluto fossero alcune linee caratterizzanti del mio mandato, che volge ormai
alla sua conclusione.
Come di consueto, diamo prima uno sguardo alla situazione internazionale e
all'andamento dell'economia.
L'Italia - fedele al principio di ripudio della guerra sancito dalla
Costituzione - avverte pienamente la gravità delle sfide alla pace e alla
sicurezza. Sa che questi temi sono inseparabili da quelli della lotta alla fame,
al disagio di immense moltitudini e ai drammi umanitari, alla sofferenza dei
bambini nelle aree arretrate, specialmente in Africa.
Gli eventi che hanno segnato anche il 2005 - emergenze ambientali, attacchi
terroristici, minaccia della proliferazione nucleare, rischio di nuove epidemie,
problemi dell'immigrazione - hanno acuito l'esigenza di una rinnovata
governabilità mondiale.
L'Unione Europea, fondata sui principi del rispetto della dignità umana,
della solidarietà e del primato del diritto, è un essenziale elemento di forza
in una comunità internazionale desiderosa di conseguire maggiori obiettivi di
equità e stabilità.
Le riforme previste nel Trattato costituzionale, firmato a Roma il 29 ottobre
2004, rimangono indispensabili.
Soltanto un'Europa rafforzata nelle proprie istituzioni e nella propria
identità potrà assicurare il funzionamento dell'Unione allargata a un numero
accresciuto di membri; attuare efficaci politiche comuni; operare più
incisivamente per la stabilità e il progresso nel Mediterraneo, nei Balcani, in
Medio Oriente, per il superamento del divario Nord-Sud, lo sradicamento del
terrorismo, il dialogo con il mondo islamico.
L'avanzamento del progetto politico unitario europeo è necessario anche per il
rafforzamento del partenariato transatlantico - fondato su comuni valori di
libertà e di democrazia - e per il potenziamento del ruolo delle Nazioni Unite
come sede privilegiata per l'intesa e la collaborazione fra tutte le nazioni,
per la pace nel mondo.
Nell'anno che sta per concludersi, l'economia italiana ha avuto un andamento
discontinuo. Dalla scorsa primavera la situazione congiunturale ha mostrato
segni di miglioramento, che negli ultimi mesi si sono attenuati.
Il dato che maggiormente preoccupa è la diminuita presenza dei nostri prodotti
sui mercati esteri, specialmente nei settori ad alta tecnologia.
E' necessario un consistente recupero di competitività. Esso, ai fini di una
ripresa di fondo, passa necessariamente per maggiori investimenti privati e
pubblici, in particolare nella ricerca, di base e applicata, e nella formazione;
nell'immediato, richiede iniziative per il potenziamento della forza di
penetrazione dei prodotti "made in Italy" già affermati sui mercati
esteri.
Non ci mancano i requisiti per questa non facile impresa: gli italiani
continuano ad avere una spiccata propensione al risparmio, risorsa fondamentale
tutelata dalla Costituzione, che deve trovare il suo naturale sbocco in
investimenti produttivi.
Dal mio viaggio attraverso le Province italiane ho tratto conferma che il
nostro tessuto produttivo è ricco, vitale, dotato di potenzialità ancora
inespresse. Ha bisogno di essere sostenuto e sollecitato, anche con misure come
quelle recenti sui distretti industriali.
Grazie all'euro, viviamo in una fase di stabilità monetaria, che è condizione
indispensabile - certo non sufficiente - per uno sviluppo economico duraturo. Ne
traggono, in particolare, vantaggio i prenditori di credito, imprese, Pubblica
Amministrazione, privati che beneficiano di tassi di interesse ai minimi
storici. Il valore reale del risparmio è garantito come mai prima d'ora.
Passando alle nostre Istituzioni, desidero richiamare alcuni temi trattati in
molti miei interventi:
- la salvaguardia dell'unità nazionale, che deve improntare di sé, quale
valore primario, tutte le strutture e tutte le regole che individuano e
definiscono la forma di Stato della nostra Repubblica;
- la correttezza nei rapporti tra i poteri. In proposito, raccomando di avere
sempre presente che il bene del consorzio civile cui apparteniamo ha come
presupposto il rispetto, sostanziale e formale, dell'ordinamento che ci siamo
dati e la leale collaborazione fra le istituzioni;
- l'autonomia e l'indipendenza dell'ordine giudiziario. Sul tema della
giustizia, non nascondo l'amarezza di portare a termine il mio mandato senza
poter constatare una svolta positiva nell'attuazione del precetto costituzionale
della ragionevole durata del processo.
Sempre in tema di amministrazione della giustizia, esprimo la mia preoccupazione
per i dati di recente emersi sul grave problema dell'affollamento delle carceri;
- l'ammodernamento della Pubblica Amministrazione. Sono avvenuti significativi
progressi, in particolare nell'applicazione delle tecniche informatiche di
e-government. Rimangono ancora molte rigidità burocratiche da eliminare;
- la centralità dell'istruzione e della formazione a tutti i livelli.
L'obiettivo deve essere lo sviluppo di un sistema scolastico moderno, in linea
con la rapida evoluzione del pensiero scientifico e con le esigenze della
società civile, per la crescita culturale, economica e sociale della nostra
Patria.
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Sappiamo che stiamo vivendo una vigilia di eventi e di scadenze determinanti
sul piano della vita istituzionale.
Nella primavera del 2006 il corpo elettorale sarà chiamato a rinnovare il
Parlamento nazionale e un numero significativo di amministrazioni locali;
successivamente dovrà pronunciarsi sul referendum, già richiesto, relativo
alla riforma della Parte Seconda della Costituzione.
Il primo adempimento del nuovo Parlamento, secondo la Costituzione, sarà
l'elezione del Presidente della Repubblica.
La sola elencazione di queste scadenze indica quanto la prossima primavera sarà
importante per la vita istituzionale della Nazione.
La preservazione e il rafforzamento delle Istituzioni devono rappresentare la
parte centrale - anzi, la premessa - di ogni programma politico.
Le istituzioni sono di tutti e tutti debbono in esse potersi riconoscere,
affinché la dialettica tra le parti politiche - anche la più accesa - si
svolga sempre entro un ambito di condivisione dei valori fondanti della
Repubblica, posti a presidio della libertà politica e della libertà civile.
E' indispensabile vigilare affinché tali libertà siano sempre effettive e che
a loro disposizione siano posti strumenti di garanzia irrinunciabili. Lasciate
che, a questo proposito, tragga una citazione dall'unico messaggio da me inviato
alle Camere nel corso del mio mandato, ai sensi dell'articolo 87 della
Costituzione, il 23 luglio 2002.
Nel richiamare la necessità di una legge di sistema a difesa della parità di
condizioni e della libertà di informazione in ogni campo, dalla
radiotelevisione all'editoria, affermai, così come tutt'ora affermo, che "parametri
di ogni riforma devono, in ogni caso, essere i concetti di pluralismo e di
imparzialità, diretti alla formazione di una opinione pubblica critica e
consapevole, in grado di esercitare responsabilmente i diritti della
cittadinanza democratica".
Fin dai primi interventi del mio settennato, proprio per l'esigenza primaria
della salus rei publicae come sopra definita, ho costantemente rivolto alle
forze politiche l'esortazione al dialogo, soprattutto nelle materie che
direttamente riguardano l'operare delle istituzioni e i rapporti fra esse.
Non sarei sincero se non esprimessi oggi il rammarico di non essere stato
sempre ascoltato.
Vi è poi anche un "quotidiano" della vita della Nazione nel
quale è necessario curare con ogni attenzione la salvaguardia delle
istituzioni.
Questa opera assidua e instancabile è compito essenziale di chi ricopre le più
alte magistrature della Repubblica. Ognuno di noi deve agire con profondo senso
dello Stato, avendo come unico scopo il bene pubblico, imponendosi il rispetto
non solo delle leggi, ma anche del complesso delle norme etico-sociali che
disciplinano l'esercizio di ogni pubblica funzione e avendo come riferimento
ultimo la propria coscienza. E' questo per me il significato più vero della
dignità nell'esercizio di qualsivoglia professione.
Soltanto operando con questo spirito si rafforza il prestigio delle istituzioni;
soltanto così se ne assicura e promuove l'autorevolezza, suscitando in tutti
l'orgoglio di essere cittadini della nostra Repubblica: essi sono i primi
custodi della libertà se vivono nelle loro coscienze un autentico patriottismo
istituzionale.
Nel rivolgere per la prima volta gli auguri di fine anno a Voi, Alti Magistrati
dello Stato, il 20 dicembre 1999, ricorsi a una citazione, con la quale mi piace
concludere questo settimo indirizzo augurale. Sono le ultime parole del saggio
di Vincenzo Cuoco sulla Rivoluzione Napoletana del 1799: "Alla felicità
dei popoli sono più necessari gli ordini che gli uomini".
Ma gli ordini, le istituzioni - aggiunsi - li fanno e li preservano gli uomini.
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Un augurio fervido, con il mio più vivo apprezzamento, va alle Forze Armate.
Ogni qualvolta sono chiamati ad espletare il loro servizio di pace nel mondo, i
nostri militari, per l'alta professionalità, per la profonda umanità e per lo
spiccato senso del dovere di cui danno prova, guadagnano alla nostra Patria
consensi e simpatie che costituiscono motivo di orgoglio per tutti gli italiani.
Un saluto augurale, altrettanto fervido e grato, lo invio alle Forze
dell'Ordine, che espletano i loro difficili e delicati compiti con dedizione,
coraggio, preparazione e spirito di sacrificio.
In questa giornata mi sento spiritualmente vicino ai familiari di quanti sono
caduti nell'adempimento del dovere. A tutti, a nome della Nazione, invio i
sentimenti della mia solidarietà.
Un pensiero particolare rivolgo ai congiunti di Nicola Calipari, il cui
sacrificio, lontano dai confini della Patria, ha suscitato profonda, generale
commozione.
A tutti Voi, il mio grazie per il servizio che instancabilmente prestate alla
Repubblica, insieme con i più fervidi auguri, che estendo ai Vostri familiari.