INTERVENTO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
ALL'INCONTRO CON I CAPI DI STATO
FIRMATARI DELL'ARTICOLO "UNITI PER L'EUROPA"
DEL 15 LUGLIO 2005
L'IDENTITA' DELL'EUROPA
Dresda, 4 febbraio 2006
Cultura e storia sono gli elementi fondanti della nostra identità. L'identità europea ha forti radici comuni; non rinnega le identità nazionali, ma le innalza e le rinsalda. Io mi sento cittadino italiano ed europeo: l'una componente completa l'altra.
La nostra storia secolare è convergente ed unitaria: la Grecia e il culto della Ragione; Roma e il Diritto come fondamento dello Stato; il Cristianesimo col suo messaggio di eguaglianza e carità; l'Impero carolingio che, col denarius d'argento, aveva realizzato una prima unione monetaria, rivitalizzando i commerci. Il successivo, lungo percorso di civiltà - attraverso l'Umanesimo e il Rinascimento, il Secolo dei Lumi e la Rivoluzione francese, il Romanticismo e l'Idealismo - ha aperto la via all'epoca moderna, liberale e democratica. Queste eredità hanno forgiato il nostro pensiero. Fanno sì che l'Europa odierna, nella sua pluralità culturale, presenti tratti unitari: il ripudio della violenza e l'affermazione del diritto e della democrazia; il dialogo con culture diverse; lo spirito di riconciliazione universale; la libertà religiosa; il liberalismo e il modello sociale europeo, teso a coniugare solidarietà e competitività. L'identità dell'Europa è forte perché, storicamente, è stata innanzitutto culturale, con profonde origini comuni, estese a tutto il suo territorio. Su questo solido fondamento di valori è sorta la realtà economica e politica europea.
La svolta rivoluzionaria che ha portato alle Comunità Europee è stata la grande risposta alle tragedie e ai conflitti del Ventesimo secolo. Ha dato compiutezza alla comune identità, unendo i popoli europei - fino ad allora divisi - in profondi vincoli istituzionali, politici, economici. Alla forza vincente di quella svolta si debbono i decenni di pace di cui stiamo godendo. I nostri figli e i nostri nipoti non hanno conosciuto guerre fratricide tra i popoli dell'Unione Europea.
L'Unione è, sin dalle origini, molto più di un'alleanza tra Stati; molto più di uno spazio-mercato. E' un organismo politico, espressione di un'unica civiltà giuridica. E' una realtà costituzionale che non soffoca le sovranità nazionali, ma le unisce e le rafforza, combinando forme istituzionali proprie, in parte, di uno Stato federale e, in parte, di uno Stato confederale. Chiede ora di ricevere più compiuta ed esplicita espressione. L'Unione non potrà realizzarsi come comunità di destini se non saprà radicare e diffondere tra i propri cittadini il senso di appartenenza a quest'unica identità; se non saprà trasmettere i suoi valori fondanti alle nuove generazioni; se non riuscirà ad esprimerli e a promuoverli nelle relazioni con il resto del mondo.
Il Trattato costituzionale è manifestazione dell'identità dell'Europa, di cui incarna i valori. Cementa l'unità interna, offrendo a 450 milioni di cittadini, appartenenti a 25 Stati diversi, un unico quadro di principi, di istituzioni, di regole. Integra la Carta dei Diritti, che esprime e sostanzia la cittadinanza comune. Assicura all'Unione Europea allargata: governabilità, capacità di azione, rappresentanza, forza negoziale.
Con i risultati negativi dei referendum in Francia e in Olanda, il processo di ratifica ha subito una battuta d'arresto. Rispettiamo la volontà espressa da quei due popoli. Ma sospendere il percorso di approvazione del Trattato - negoziato e sottoscritto da tutti i Paesi membri - sarebbe iniquo nei riguardi dei 14 Stati che lo hanno già ratificato, contrario all'impegno assunto dai 25 Governi con la firma apposta in calce a quel testo. Auspico che da questo nostro incontro scaturisca un appello alla prosecuzione dell'iter di ratifica da parte dei Paesi che ancora non si sono pronunciati. Quale che sia il punto d'arrivo del percorso, soltanto dopo che sarà stata udita la voce di tutti, si potranno decidere le sorti del Trattato costituzionale; stabilire le vie per far avanzare il processo di unificazione politica dell'Europa. Al contempo, per restituire fiducia ai cittadini, occorre porre in essere iniziative che imprimano nuovo dinamismo all'Unione Europea. Ne richiamo alcune: - assicurare la presenza di una efficace politica estera europea e parlare con una sola voce in ambito internazionale; - rafforzare gli strumenti europei di sicurezza interni ed esterni, di fronte al terrorismo internazionale, al moltiplicarsi delle aree di crisi, alla diffusione delle armi di distruzione di massa; - rafforzare l'Unione Economica e Monetaria, attraverso politiche economiche e sociali coordinate degli Stati membri, volte a promuovere la crescita, la competitività e l'inclusione sociale; - completare il mercato interno, assicurando anche la mobilità di capitale e lavoro; - far fronte congiuntamente alle emergenze energetiche, sanitarie, ambientali; - sviluppare le straordinarie potenzialità della scienza e della tecnologia europee; - promuovere una politica della cultura europea e la sua diffusione nel mondo e favorire la mobilità di docenti e studenti; - promuovere l'insegnamento, nelle scuole di ogni livello, della storia, dei valori e delle istituzioni europee.
L'unificazione europea è sempre stata stimolata da avanguardie. Fu una avanguardia la stessa Comunità dei sei Paesi che si unirono nel 1957 col Trattato di Roma. Lo sono stati più di recente l'Euro e l'Accordo di Schengen. Se oggi si rivelasse impossibile procedere ad ulteriori avanzamenti tutti insieme, un gruppo coeso di Paesi, sempre aperto a tutti gli altri, potrebbe intraprendere iniziative congiunte per rilanciare l'integrazione in settori di primario interesse dei cittadini.
Nata dalla sintesi di influssi diversi, maturata nella memoria delle guerre fratricide, forte della sua identità - che è comunità di valori - l'Europa ha trovato, nella riconciliazione, il fondamento per una concordia operosa; nel rispetto delle diversità, la chiave della sua unità. Abbiamo ora il dovere di fare avanzare il corso dell'integrazione e di proiettare nel mondo il nostro modello di dialogo, la nostra visione di un futuro di pace tra tutte le Nazioni, la nostra speranza.