MESSAGGIO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
A "LA STAMPA"
IN OCCASIONE DELLE OLIMPIADI INVERNALI DI TORINO 2006
Palazzo del Quirinale, 8 febbraio 2006
Lo svolgimento a Torino e nel suo territorio dei XX Giochi Olimpici invernali
è di per sé un riconoscimento, oltre che della bellezza e ricchezza di
attrezzature sportive della grande cerchia alpina che attornia la città,
dell'importanza del ruolo che Torino, che fu la prima capitale d'Italia, ha
avuto ed ha nella vita politica e sociale, nella cultura, nell'economia italiana
ed europea.
Torino e il Piemonte hanno risposto con slancio, e con metodo, alla sfida
rappresentata dall'organizzazione dei Giochi Olimpici: un evento che mette
anzitutto alla prova la capacità operativa delle Amministrazioni locali, ma
anche la creatività di tutta una società. Preparandosi alle Olimpiadi, che
hanno già richiamato da ogni parte del mondo una gran folla di visitatori,
accolti nella città sabauda con antica cortesia, Torino conferma le sue
tradizionali virtù: il senso dell'ordine e dell'organizzazione, la concretezza
operosa, la padronanza degli strumenti più avanzati della tecnologia.
La mente si volge al ricordo di "Italia '61", quando le celebrazioni
del centenario dell'unità nazionale videro sorgere, di fronte al Po e alla
Collina, costruzioni di esemplare modernità: quella cattedrale del Novecento
che è il Palazzo del Lavoro di Pier Luigi Nervi; il Palazzo a Vela; il Museo
dell'Automobile, che celebrava un primato che Torino non ha mai tradito,
rimanendo fedele a una vocazione produttiva che oggi, coprendo un più largo
arco di specializzazioni, continua a farne una delle capitali industriali
d'Europa. Si celebrò allora, insieme con le glorie di una lunga storia, che
aveva fatto di Torino e del Piemonte il cuore pulsante dell'Unità d'Italia, la
stagione del "miracolo italiano", che, nel volgere di pochi anni dalla
fine della guerra, aveva avviato il nostro Paese sulla strada di una nuova
Rinascenza, consentendoci di associarci con pieno diritto all'avanguardia di
nazioni democratiche che costruivano la nuova Europa unita. La vocazione
produttiva, e l'anima nazionale ed europea di Torino, seppero allora esprimersi
ai più alti livelli.
La Torino di oggi dimostra la ferma volontà e capacità di rispondere alle
sfide di un'economia globale in continua evoluzione, modernizzando le sue solide
strutture industriali, fondate su una grande e sempre viva tradizione
tecnico-scientifica, che ha i suoi centri d'avanguardia nel Politecnico e
nell'Università. Questi due storici Atenei, impegnati in una fase importante di
innovazione e riorganizzazione strutturale, operano in sempre più stretta
sinergia con le forze della produzione. L'orgoglioso rilancio, grazie al comune,
strenuo impegno di lavoratori, di imprenditori, di dirigenti, di tecnici, di
quell'industria dell'auto che ha reso famoso nel mondo il nome di Torino, si
associa alla capacità di scoprire vie diverse per la crescita. Questi indirizzi
si vanno già concretamente manifestando in settori tecnologicamente avanzati.
Mi riferisco, in particolar modo, alle numerose imprese, grandi e piccole,
presenti nelle biotecnologie, nell'aerospaziale, nella tecnologia
dell'informazione e della comunicazione. Sta diventando realtà un nuovo modello
di sviluppo. Esso si nutre anche del ricchissimo patrimonio, spesso ignorato, di
arte e cultura della Città e del suo territorio. Sta emergendo, a Torino e in
tutto il Piemonte, una moderna cultura dell'accoglienza e dell'ospitalità. Del
rilancio già in atto è necessaria premessa la disponibilità di adeguate
risorse finanziarie, pubbliche e private. Queste ultime fanno perno sulla
tradizionale propensione al risparmio dei Piemontesi, sull'elevata dotazione di
strutture finanziarie, sull'affidabilità e reputazione di tutta una classe
dirigente, dalle antiche tradizioni professionali. Le nuove opere pubbliche -
quali la metropolitana, la "Spina", il passante ferroviario, il
Villaggio Olimpico - stanno cambiando il volto della città. Le grandi
infrastrutture logistiche, progettate o in corso di realizzazione, avvicineranno
tutta la Regione ai territori confinanti e ai flussi di traffico europei;
favoriranno lo sviluppo dell'economia torinese e piemontese e il benessere di
tutti i cittadini; potranno segnare l'inizio di una nuova epoca nella vita di
Torino, città dell'industria e della cultura, e di tutta la Regione. La sfida
rappresentata dall'organizzazione dei Giochi Olimpici, che la Città, e
l'Italia, hanno fortemente voluti, ha contribuito a mettere in moto le risorse
latenti della vostra società e della vostra economia. Il successo della
manifestazione è di primaria importanza per Torino, per il Piemonte, per
l'Italia. A questo successo i cittadini debbono collaborare, insieme con le
Istituzioni, per il bene di tutti. Siano dunque queste Olimpiadi il punto di
partenza di un nuovo ciclo di crescita economica, sociale e civile. Questo
l'augurio che rivolgo, attraverso "La Stampa", a tutta la popolazione
torinese e piemontese.