INCONTRO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
CON LE DONNE INSIGNITE DI ONORIFICENZE O.M.R.I.
DISTINTESI NELLA CULTURA, NELLA SCIENZA
E NEL SOCIALE, IN OCCASIONE DELLA
"FESTA DELLA DONNA 2006"
Palazzo del Quirinale, 8 marzo 2006
Onorevole Ministro,
Gentili e Care Signore,
benvenute al Quirinale.
In questa giornata dedicata alle donne, ho voluto riunire alcune di coloro che,
operando con intelligenza e tenacia, hanno saputo raggiungere traguardi
importanti. Qui, oggi, Voi non rappresentate soltanto voi stesse. Accanto a voi
siedono, idealmente, tutte le donne d'Italia. Donne che con saggezza e fatica si
industriano per vivere i molteplici ruoli a cui le chiama il nostro tempo.
Colgono le opportunità offerte dalla evoluzione sociale, dalle nuove tecnologie
e dalla economia della conoscenza.
Lavorano fuori e dentro casa, curano con dedizione profonda la famiglia, i figli
ed al tempo stesso svolgono compiti impegnativi nelle professioni che hanno
scelto. Tutte cittadine che contribuiscono in maniera ugualmente decisiva al
progresso della Nazione, ne meritano la riconoscenza. Il cammino per
l'affermazione della vostra cittadinanza ha accompagnato quello della rinascita
della democrazia italiana.
Il 2 giugno 1946, dopo oltre venti anni di dittatura, gli Italiani tornarono
alle urne. Le donne arrivarono ai seggi, con l'emozione della prima grande
esperienza di partecipazione politica, come elettrici e come candidate. Quel
giorno votammo per il referendum istituzionale - monarchia o repubblica - e per
l'elezione dei membri dell'Assemblea Costituente. Sulla scheda elettorale, la
Repubblica era simboleggiata da un volto femminile, circondato da due rami di
quercia e di ulivo intrecciati. Quel simbolo fu scelto, dalla maggioranza delle
italiane e degli italiani, come il nostro simbolo.
556 deputati furono eletti con il compito di scrivere la Costituzione
Repubblicana. Solo 21 di essi erano donne. 5 di loro, Maria Federici, Angela
Gotelli, Nilde Jotti, Tina Merlin e Teresa Noce, furono chiamate a far parte
della Commissione dei 75, incaricata dall'Assemblea di redigere il testo del
documento fondante della nostra convivenza civile. Teresa Mattei, un'altra delle
madri della Patria che ho avuto il piacere di incontrare qualche giorno fa, ha
ancora negli occhi l'entusiasmo, l'orgoglio di tutti i Costituenti, uomini e
donne, indipendentemente dal partito di appartenenza.
Quest'anno celebriamo con solennità i sessanta anni della Repubblica. Guardiamo
con soddisfazione i progressi che la nostra democrazia ha saputo compiere. Siamo
determinati a rispondere alle sfide a cui essa è chiamata, fiduciosi che saprà
migliorarsi e trovare nuova energia, grazie all'impegno delle sue cittadine e
dei suoi cittadini. Per assicurare il progresso del Paese occorre riconoscere
l'accresciuto ruolo della donna e migliorare i servizi sociali indispensabili
per rendere piena e attiva la sua presenza nel lavoro e nella vita civile e
politica.
Dobbiamo guardare a quel modello sociale che in tanti Paesi d'Europa si è
rivelato efficace per promuovere uguali opportunità, garanzie di servizi di
sostegno, alti livelli di occupazione femminile. In questo modo si possono
conciliare gli obiettivi di crescita economica con quelli di coesione sociale,
realizzare una società più giusta e aperta, capace di "includere" e
di tutelare, sempre e dovunque, la dignità della persona.
Il diritto alle "pari opportunità" tra donne e uomini è conclamato,
ma ancora ben lontano dall'essere tradotto in azioni concrete. Dobbiamo
rifuggire dalla retorica delle pari opportunità, guardare la realtà. Le
statistiche, le inchieste Istat e Eurispes fotografano un contesto ancora
difficile per le donne. In Italia il tasso di occupazione femminile è fermo al
45 per cento circa, un dato lontano dal 60 per cento che rappresenta l'obiettivo
europeo fissato per il 2010 a Lisbona.
Il tasso di disoccupazione femminile è assai più alto di quello maschile, ed
è preoccupante che in molte aree d'Italia, soprattutto al Sud, le donne
rinuncino addirittura a cercare un impiego. Anche dopo l'approvazione della
revisione costituzionale dell'art. 51, nel 2003, [per le pari opportunità
nell'accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive] non sono stati fatti
passi avanti sostanziali. Siete poco presenti nelle posizioni decisionali nel
mondo del lavoro, sia pubblico sia privato.
E' una situazione che non discende da divari di capacità, ma è, in larga
parte, il risultato di condizioni più difficili nell'ingresso e, soprattutto,
nello sviluppo della carriera professionale. Laddove ci sono condizioni di
partenza paritarie, le donne si affermano. L'ho constatato nel ricevere, il 28
febbraio 2005, 380 nuovi giovani uditori giudiziari: le vincitrici del concorso
erano oltre il 60 per cento.
Anche nel mondo imprenditoriale le donne italiane si stanno affermando. Alla
fine del 2005, il numero delle imprese femminili, pari a un quinto del totale
delle imprese, sta crescendo: è oltre 1,2 milioni, con un incremento dell'1,8
per cento rispetto al 2004. Questo sviluppo è addirittura superiore a quello
del totale delle imprese italiane, pari all'1,1 per cento. Più in generale, per
"rimuovere gli ostacoli di fatto" alla partecipazione femminile alla
vita della società, vanno, ad esempio, migliorati i servizi per l'infanzia,
attualmente in grado di soddisfare solo il 7,4 per cento della domanda.
Il rapporto fra uomo e donna nella gestione delle incombenze familiari è ancora
sbilanciato. Sempre secondo l'ISTAT, le donne dedicano alla cura della casa e
della famiglia un tempo circa tre volte superiore rispetto a quello dei loro
compagni. Non invoco certo l'applicazione di criteri meramente quantitativi.
Auspico che si trovino nuovi equilibri nella vita di coppia; che si abbia una
migliore ripartizione dei compiti di ciascuno, massimizzando la complementarità
delle qualità personali; che si condivida più pienamente la responsabilità e
la gioia di essere genitori.
Famiglia e lavoro sono il terreno in cui si sviluppa la personalità di
ciascuno. Alla base della speranza di progresso c'è il contributo di donne e di
uomini che sappiano operare insieme.
A Torino, in occasione dell'inaugurazione delle Olimpiadi, ho visto tante donne
sfilare da protagoniste. La loro presenza sorridente, il loro entusiasmo, il
loro impegno rappresentano il volto nuovo di un mondo che avanza.
Auguri a tutte Voi, a tutte le donne d'Italia.