INCONTRO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
CON IL COMITATO DI PRESIDENZA
DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE COSTRUTTORI EDILI
IN OCCASIONE DEL 60° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE DELL'ANCE
Palazzo del Quirinale, 14 marzo 2006
Gentile Presidente dell'ANCE, De Albertis,
cari costruttori e imprenditori edili,
ho sentito nelle vostre parole l'orgoglio di chi ha davvero contribuito a
costruire ciò che è l'Italia moderna, ed è consapevole, giustamente, del
proprio contributo alla crescita morale e materiale degli italiani.
Se oltre l'80 per cento delle famiglie italiane ha la casa, se l'Italia si è
dotata di una vasta rete autostradale e di infrastrutture moderne, il merito è
anche vostro.
Ho vissuto gli anni "vertiginosi" della ricostruzione, e poi della
trasformazione e dello straordinario sviluppo della società italiana. Negli
anni "gloriosi", in cui la crescita appariva debole quando era del 2 -
3 per cento, avete corrisposto ai bisogni di una società giovane, che aveva in
fretta bisogno di alloggi e di infrastrutture, magari senza badare troppo alla
qualità urbanistica.
Negli anni più recenti in una società più matura, che purtroppo non cresce
demograficamente - anche se ora finalmente possiamo registrare con soddisfazione
i primi segnali di inversione di tendenza - avete puntato sulla qualità, sia
delle costruzioni, sia sul loro inserimento nel territorio.
Continuiamo tutti ad impegnarci nella tutela del meraviglioso paesaggio naturale
che è affidato agli italiani, ma non rinunciamo a costruire, a lasciare sul
nostro territorio il segno dell'Italia di oggi, e a realizzare al tempo stesso
le connessioni strategiche che servono per il nostro futuro.
Proseguite sulla strada della qualità, favorendo quanto più potete il valore
architettonico e urbanistico dei nostri insediamenti. E' fondamentale un
fruttuoso dialogo con gli architetti, con le facoltà di architettura e di
urbanistica.
L'Italia non deve dimenticare di aver prodotto geniali innovazioni stilistiche
in questo campo, di aver sempre saputo affrontare con intuizioni straordinarie
anche il rapporto con la monumentalità, di aver saputo esprimere la volontà di
rappresentare nelle costruzioni gli elementi identitari della comunità
nazionale. Anche all'estero vediamo numerosi casi di città e regioni che
rifioriscono, e raggiungono successi di dimensioni internazionali, grazie al
felice matrimonio tra opere pubbliche, costruzioni, istituzioni culturali.
Tale dialogo va intensificato in previsione del Giubileo della Nazione: è ormai
prossima "Italia 2011", quando celebreremo tutti insieme il 150°
anniversario dell'Unità d'Italia. Il Giubileo sarà un'eccezionale,
irripetibile occasione di rinnovamento, di creatività, di apertura ai giovani e
al mondo.
Venendo ad argomenti di più immediata attualità, tutti riconoscono che la
crescita di questi anni, sia pur debole, è dovuta al settore delle costruzioni.
Vi hanno concorso opere infrastrutturali, e ancor più manutenzioni edilizie: le
une e le altre sostenute dalle favorevoli condizioni di finanziamento. Queste,
sostanzialmente, non verranno meno anche nella presente tendenza al rialzo dei
tassi europei. Ne è presupposto il mantenimento della stabilità monetaria.
Sta a noi accompagnarla con l'auspicato rilancio della crescita: il potenziale
della nostra economia lo consente.
Concludo ringraziandovi per le espressioni con le quali avete manifestato
apprezzamento per il mio settennato. Aggiungo che ancor più ho gradito il
vostro impegno a "fare sistema".