INCONTRO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
CON UNA DELEGAZIONE DEL CONSIGLIO NAZIONALE
DEI RAGIONIERI E PERITI COMMERCIALI
IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DELLA NASCITA
DELLA PROFESSIONE DI RAGIONIERE
Palazzo del Quirinale, 15 marzo 2006
Signor Presidente e Signori componenti del Consiglio Nazionale dei Ragionieri
Commercialisti,
Signori Presidenti dei Collegi provinciali,
sono particolarmente lieto di incontrare una così folta e qualificata
rappresentanza degli iscritti agli albi dei ragionieri e periti commerciali,
riuniti per celebrare il centenario dell'istituzione della loro professione.
Rivolgo un cordiale e caloroso saluto a tutti voi. Un particolare saluto va agli
illustri ospiti stranieri, il Presidente dell'Organizzazione mondiale delle
professioni contabili ed i presidenti delle organizzazioni che rappresentano le
professioni economiche di molti paesi europei.
La professione di ragioniere - come ha detto nel Suo intervento il Presidente
del Consiglio Nazionale William Santorelli - è stata istituita con la legge n.
327 del 1906, che ha regolato per la prima volta nel nostro Paese
"l'esercizio della professione di ragioniere".
Ma il "mestiere" di ragioniere - uso la parola "mestiere"
nel suo significato più nobile e più profondo - ha radici e motivazioni ben
più antiche, che si identificano nell'arte di "far di conto",
intimamente legata all'attività economica, che è una delle manifestazioni
originarie della vita individuale e sociale dell'uomo.
Attività economica e arte di far di conto si sono affermate e sviluppate
insieme, accompagnando la crescita sia dei singoli individui sia delle società
nelle quali essi si sono storicamente organizzati, secondo formule che oggi
appaiono sempre più complesse e articolate.
Il mestiere e la professione del ragioniere si immedesimano da sempre con
l'attività economica nelle sue più svariate manifestazioni, da quella minuta e
quotidiana a quella più complessa, che impegna oggi mercati di dimensione
globale, produzioni di beni e servizi sempre più innovativi, processi
organizzativi assai articolati e in continua trasformazione.
Di tali vicende la vostra professione è stata ed è uno dei costanti punti di
riferimento, adeguandosi di volta in volta alle complessità dei sistemi ed alle
necessità dello sviluppo economico e produttivo. L'attività economica, per
affermarsi e progredire, ha bisogno di certezza contabile nelle transazioni, di
affidabilità delle scritture che ne rappresentano gli andamenti e i risultati,
della definizione e dell'applicazione di tecniche e strumenti che rendano
conoscibili, controllabili e confrontabili i dati nei quali si esprime
l'attività di impresa. Tutti elementi per i quali risulta essenziale la
prestazione dei servizi propri della vostra professione.
Si tratta di compiti per i quali è evidente la connessione con l'interesse
pubblico, in funzione della garanzia oggettiva che la professione assicura nei
confronti degli utenti e degli operatori in genere, garanzia che esprime una
consolidata tradizione della professione dei ragionieri. E' una tradizione che
in Italia trova le sue radici nella storia e nella stessa coscienza civile del
Paese, che può vantare, già dall'antica Roma e, successivamente, nei liberi
comuni, illustri esempi di ordini e corporazioni di professionisti del "far
di conto", le cui regole e le cui prassi hanno dato vita, ad esempio, alle
prime manifestazioni dell'attività bancaria, nonché studiosi che hanno recato
un contributo fondamentale allo sviluppo di metodi di scritture poi adottati in
tutto il mondo, come quello - ricordato dal Presidente Santorelli - della
partita doppia.
La vostra attività ha conosciuto nel tempo importanti mutamenti e sta oggi
attraversando una nuova fase di adeguamento alle trasformazioni della società e
del modo di essere delle professioni, con specializzazioni settoriali e con una
diversa struttura degli studi professionali, che aggregano diverse
professionalità e rendono molto ampia e diversificata l'offerta dei servizi,
dei quali oggi la consulenza aziendale e societaria costituisce una parte
importante.
Ciò che mi piace sottolineare è come la vostra professione si sia
progressivamente avvicinata, anche come sensibilità e tipo di approccio ai
problemi, alle esigenze non solo degli operatori privati ma delle
amministrazioni e degli organismi pubblici in genere, per le quali il contributo
dei professionisti dell'economia può risultare assai utile e proficuo.
Basti pensare ai tanti servizi che la pubblica Amministrazione offre secondo le
modalità dei privati, ma pur sempre con obiettivi di interesse generale, ovvero
alle problematiche tributarie e fiscali, ormai decisamente complesse e
complicate, che investono gli organismi pubblici al pari di quelli privati.
Anche le modalità e le procedure con le quali si svolgono le gestioni pubbliche
potrebbero giovarsi di una ragionevole assimilazione alle regole della
contabilità privata, con l'obiettivo di renderle più semplici, più
trasparenti e più comprensibili. Non a caso, credo, il responsabile della
gestione finanziaria dello Stato, si chiama proprio "Ragioniere
Generale"!
Signor Presidente e Signori rappresentanti del Consiglio Nazionale dei
Ragionieri Commercialisti,
i compiti che caratterizzano la vostra professione sono assai complessi e
delicati. Spetta a voi, come organizzazione e come singoli, far si che a tali
compiti corrisponda un'adeguata assunzione di responsabilità, una forte
tensione etica nello svolgimento delle vostre funzioni, affinché si consolidi
una visione alta dei vostri compiti professionali e del contributo che essi
possono dare all'ordinato svolgersi delle attività economiche e, per questa
via, allo sviluppo sociale e civile del Paese.
Con questo auspicio, auguro a tutti voi le migliori fortune ed i migliori
successi professionali e personali.