INTERVENTO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
DURANTE L'INCONTRO CON I PRESIDENTI
DELLE CORTI COSTITUZIONALI ESTERE
IN OCCASIONE DEL 50° ANNIVERSARIO DI COSTITUZIONE
DELLA CORTE COSTITUZIONALE
Palazzo del Quirinale, 21 aprile 2006
Ringrazio il Presidente Marini per le espressioni cortesi che mi ha rivolto e
ringrazio i Presidenti delle Corti costituzionali dei Paesi stranieri, che hanno
voluto essere presenti in questa importante ricorrenza della Corte
costituzionale italiana.
Voi tutti siete qui in rappresentanza delle Istituzioni incaricate della
funzione di garanzia dell'ordinamento costituzionale dei vostri Paesi; funzione
di assoluto rilievo al fine della realizzazione dell'ispirazione più profonda
delle Carte costituzionali: l'ordinata e armonica convivenza tra le diverse
componenti di ogni società pluralista che voglia essere compiutamente
democratica.
Il Presidente Marini ha or ora passato in rassegna i compiti che, nel corso
storico della sua attività, la Corte italiana si è trovata a svolgere con
costante intensità: l'adeguamento della legislazione al nuovo sistema
costituzionale di valori e principi; la definizione e la tutela dei diritti di
libertà; la risoluzione dei conflitti tra poteri dello Stato; la regolazione
del rapporto Stato-Regioni nei conflitti di attribuzione e nelle questioni di
legittimità costituzionale delle leggi.
Sono i gangli vitali di un ordinamento pluralista, che ha necessità di regole
condivise e riconosciute per essere fecondo di democrazia e non fattore di
disgregazione. Questo complesso di funzioni, esercitato dalla Corte
costituzionale sempre magistralmente e in piena autonomia, secondo il disegno
mirabile del Costituente, ha accompagnato, disciplinato, facilitato il cammino
impegnativo che il nostro Paese ha percorso in questi ultimi 50 anni di vita. La
Corte è stata ed è l'istituzione dell'unità, della ricomposizione, della
concordia, mai della contrapposizione.
Cogliendo un altro spunto di riflessione nel discorso del Presidente Marini,
affianco volentieri alla Corte costituzionale, in questa opera difficile quanto
affascinante, l'Istituzione che rappresento, la cui vocazione essenziale al
consolidamento dell'unità nazionale è codificata espressamente nella
Costituzione.
E' compito, dunque, delle istituzioni di garanzia rafforzare la fiducia dei
cittadini, e con loro degli enti territoriali, nello Stato, componendo dissidi,
sottolineando valori e ideali condivisi, proponendo obiettivi comuni che diano
contenuto concreto all'intangibile principio dell'unità nazionale.
La nostra Repubblica democratica offre al popolo italiano, grazie anche al
lavoro della Corte costituzionale, il quadro ordinamentale nel quale i nostri
valori di civiltà e le nostre capacità realizzative possono trovare piena
espressione. Come ho avuto modo più volte di ricordare, gli stessi conflitti
politici possono e debbono essere regolati dai principi di leale collaborazione,
di coesione, di rispetto reciproco tra le istituzioni, che sono propri di ogni
democrazia e che la giurisprudenza delle Corti costituzionali costantemente ci
ripropone.
A tutti i presenti vada il mio ringraziamento, il mio saluto cordiale, l'augurio
fervido di proficuo lavoro a vantaggio delle istituzioni e dei cittadini.