Livorno 03/05/2006

Intervento a Livorno del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi durante l'incontro istituzionale per le celebrazioni del 400° anniversario dell'elevazione di Livorno al titolo di città

 

INTERVENTO A LIVORNO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
DURANTE L'INCONTRO ISTITUZIONALE
PER LE CELEBRAZIONI DEL 400° ANNIVERSARIO
DELL'ELEVAZIONE DI LIVORNO AL TITOLO DI CITTA'

Livorno, 3 maggio 2006

Caro Sindaco,
Autorità,
Cari concittadini,
ringrazio il Sindaco Cosimi per le sue belle parole e Voi tutti per le calorose, intense manifestazioni di affetto che mi avete dimostrato.
Non è retorica dire che per me ogni visita a Livorno riserva particolari emozioni e commozioni, e questa, forse, ancora più delle altre. La mia città è la prima che ho voluto visitare da Presidente ed è anche l'ultima del mio settennato.
Che cosa può dire un livornese ad altri livornesi? Prima di tutto che sono orgoglioso del riconoscimento che mi avete appena consegnato e che va ad aggiungersi alla "Liburnina d'oro". Questa "Canaviglia" mi è particolarmente cara, perché è un riconoscimento che avete appena istituito, in occasione del 400° compleanno della città: quattro secoli fa Ferdinando I dei Medici conferì il "Capperuccio", il mantello rosso, a Bernadetto Borromei, elevando così Livorno al rango di città.
Il primo viaggio e l'ultimo si confondono nella mia memoria riuniti da un mosaico di immagini che in tutta Italia riflettono la bellezza e la cultura straordinaria della nostra terra. Ognuna delle oltre 100 province che ho visitato è stata per me una scoperta e una conferma. Scoperta di luoghi ricchi di cultura, di arte, di straordinari paesaggi; conferma delle grandi qualità degli Italiani, dalle Alpi all'estrema punta della Sicilia.
Il mio lungo viaggio attraverso le province d'Italia è stata l'esperienza più entusiasmante di questo settennato: mi sono sentito circondato, sostenuto ad ogni passo da un largo consenso, espressione di uno spontaneo, forte, sincero patriottismo. Oggi viviamo un momento di difficoltà della nostra economia; ma in questi anni, percorrendo la penisola, ho trovato un terreno fertile di progresso e di sviluppo, legato a migliaia di iniziative, a tanti uomini di buona volontà. L'attitudine al dialogo, al confronto, a quella che ho chiamato l'alleanza delle autonomie fra enti locali e regionali, è già diventata pratica in molte aree. C'è la ferma volontà di uscire dalla situazione di stallo e di ricominciare a correre con energia rinnovata. Sapete quanto io sia legato a Livorno. Lasciai Livorno nel 1951, non per mia volontà, per dovere d'ufficio, ma è come se non mi fossi mai staccato da questa terra, di cui ho seguito sempre con passione e partecipazione le vicende, da quelle economiche e sociali, a quelle calcistiche.
Negli anni del mio mandato presidenziale ho continuato ad interessarmi ai progetti su cui l'Amministrazione comunale sì è impegnata. Ho anche promesso di tornare periodicamente per verificare i progressi realizzati e l'ho fatto. Oggi sento con piacere dal Sindaco Cosimi che è a buon punto la trasformazione urbana e sociale dei quartieri di Shangai e di Corea. Abbiamo inaugurato insieme il rinnovato "Teatro Goldoni". Abbiamo assistito al progressivo ricupero della dimensione marinara della città, culminato con l'avvio dei lavori di ammodernamento e di riqualificazione della zona di "Porta a Mare", dalla quale ci si attendono favorevoli ripercussioni in termini di sviluppo economico per tutta l'area. Ho molta fiducia in questo progetto che ha visto la riconversione del cantiere, che punta a dare al porto anche una dimensione turistica nella parte medicea, generando nuove occasioni di commercio a vantaggio dell'intera città e in particolare del vecchio centro, da Colonnella al Voltone, valorizzando il nostro magnifico lungomare da Piazza Orlando all'Antignano e oltre.

Livorno, città proiettata nel Mediterraneo, ha saputo rinverdire le sue gloriose tradizioni, affermandosi oggi come importante crocevia delle "autostrade del mare", un sogno che, come sapete, mi è particolarmente caro. Ho già avuto modo di considerare in miei precedenti viaggi Livorno come "la naturale porta aperta della Toscana, dell'Italia, dell'Europa nel Mediterraneo". Qui a Livorno abbiamo un porto commerciale e industriale che, con il suo ampio retroterra nella piana dell'Arno, può veramente diventare un punto di riferimento per le autostrade del mare. Può essere uno snodo rilevante della presenza dell'Europa nel Mediterraneo e giocare in modo positivo la sfida tra il Nord e il Sud del mondo. Il nostro entroterra ha tutti i numeri per diventare non solo punto di arrivo ma anche di prima lavorazione di merci smistate poi nel resto d'Europa. Il mare abitua a guardare lontano, oltre il nostro territorio, a confrontarci con altre realtà. Questo vale soprattutto per i giovani, nei quali ripongo molte speranze; essi, come ho avuto occasione di dire, "possono cambiare le realtà più immutabili, e hanno tutti, come orizzonte, il mondo". A Livorno, proprio perché porto di mare, dove approdavano genti diverse, abbiamo un profondo spirito di accoglienza e di tolleranza.

Le "Leggi Livornine" che il Granduca Ferdinando I promulgò, a partire dal 1590, e che valsero a Livorno la successiva qualifica di città, recitavano: "...A tutti voi, mercanti di qualsivoglia nazione, Levantini, Ponentini, Spagnoli, Portoghesi, Greci, Tedeschi, Italiani, Ebrei, Turchi, Mori, Armeni, Persiani ed altri [...] concediamo [...] reale, libero e amplissimo salvacondotto e libera facoltà e licenza che possiate venire, stare, trafficare, passare e abitare con le famiglie". Sono state queste le leggi che hanno dato nel tempo a Livorno le caratteristiche di città cosmopolita, multireligiosa, tollerante.

Cari concittadini, abbiamo la fama di essere impulsivi, che non facciamo certo prevalere i pregiudizi sul cuore. Anzi il cuore, lo sappiamo, è la nostra forza. E quando il cuore si unisce alla testa, ecco che abbiamo i livornesi capaci di costruire e di rendere Livorno la città che è: positiva, aperta, generosa. Sono sempre stato e sempre sarò uno di voi, caratterizzato da quella schiettezza e concretezza nell'affrontare le vicende della vita - dalle più piccole alle più importanti - che hanno reso proverbiale il nostro carattere. Con il suo spirito, franco e generoso, che la contraddistingue, Livorno ha davanti a sé un futuro pieno di opportunità. Ponetevi sempre nuovi traguardi, credendo in ciò che fate, dimostrando tenacia e determinazione nel realizzarli. Mettendoci, come dico sempre, l'anima. E l'anima, ai livornesi, non manca.