Le sono molto grato, Signor Presidente, per le espressioni di amicizia e di stima rivolte al mio Paese e per la calorosa accoglienza che mi ha riservato oggi a Berlino.
Ho particolarmente apprezzato il suo invito, giunto soltanto pochi giorni dopo la mia elezione, a compiere in Germania la mia prima missione all'estero da Presidente della Repubblica.
Ho così l'onore e il privilegio, Signor Presidente, di poter qui riaffermare le ragioni dell'amicizia tra i nostri Paesi, così come del convinto impegno europeo che, da questa grande amicizia, trae forza e impulso.
Viviamo una fase importante e delicata del cammino intrapreso, quasi settant'anni fa, dai Padri Fondatori. Per essere all'altezza della loro lungimiranza, l'Europa deve cambiare passo. Deve risolvere le crisi che la scuotono all'interno e mostrarsi capace di affrontare, con coerenza e condivisione di intenti, quelle che emergono ai propri confini.
Le crisi interne hanno monopolizzato il dibattito europeo degli ultimi anni ma hanno anche contribuito, pur a costo di pesanti sacrifici, a far crescere la costruzione dell'edificio europeo. Esso, oggi, poggia su fondamenta più solide e ha acquisito una rinnovata capacità di rispondere alle crisi.
Dobbiamo ora completare questo percorso, quanto più celermente possibile.
L'Europa deve riprendere a crescere, a sviluppare la propria integrazione. Soltanto così potrà continuare ad alimentare le speranze delle nuove generazioni. Queste sono le più duramente colpite dalla crisi e aspirano a traguardi di crescita ambiziosi e alla loro portata.
Dobbiamo consentire ai giovani la possibilità di condividere il sogno dei Padri Fondatori dell'Europa, il nostro sogno: quello di vedere, un giorno, il nostro Continente pienamente unito. Portatore nel mondo dei valori che lo caratterizzano: democrazia, solidarietà e accoglienza.
Altre sfide si addensano, purtroppo, oggi più che mai, sull'Europa e sono le sfide che vengono dall'esterno, da aree di forte instabilità segnate da drammatici conflitti. Una moltitudine di persone è costretta a lasciare le proprie case a causa del terrorismo, delle guerre, dell'intolleranza e viene verso l'Europa, luogo di democrazia e libertà. L'Unione europea deve sapere affrontare in maniera più organica ed efficace queste emergenze. Sono sfide ancora più insidiose per la nostra stabilità e per la salvaguardia dei valori fondanti della nostra società, perché si insinuano spesso nelle pieghe dei diversi tessuti sociali nazionali. Anche su questo piano dobbiamo trovare la forza di compiere insieme un deciso "salto di qualità". Sono certo che Germania e Italia saranno accomunate dallo stesso laborioso slancio ideale.
Signor Presidente,
è in questo spirito che levo il calice al Suo benessere personale, alla prosperità del popolo tedesco, all'amicizia feconda fra i nostri due Paesi.
Berlino 02/03/2015