TRADUZIONE DI CORTESIA
Da Atene, luogo di nascita e faro della Democrazia Europea e della Civiltà Europea, noi, i Presidenti di Bulgaria, Croazia, Estonia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Malta, Polonia, Portogallo e Slovenia, in occasione del nostro, ormai consueto, incontro annuale, rinnoviamo e aggiorniamo il nostro “appello per l’Europa”, indirizzato il 9 maggio 2019, alla vigilia delle elezioni europee del 2019.
I risultati delle recenti elezioni europee hanno prodotto un messaggio positivo per il futuro dell’Europa, avendo riflettuto chiaramente uno spirito pro-europeo basato sui valori e principi fondamentali dell’Unione, dal momento che in buona misura i cittadini europei si sono affidati a forze che sostengono la costruzione europea. Ciononostante, è nostro dovere continuare a intensificare i nostri sforzi comuni per difendere l’Unificazione e l’Integrazione Europea sulla base di valori comuni e guidati dalle seguenti considerazioni:
l’Integrazione Europea contribuisce al raggiungimento di una speranza secolare di pace in Europa, a seguito della barbarie di due Guerre Mondiali, frutto della collisione di ambizioni imperialiste e di altre ideologie estremiste. Ancor’ oggi non possiamo e non dobbiamo dare per scontate la Pace, la Libertà, e la Prosperità. È assolutamente necessario che tutti noi, insieme lavoriamo attivamente al fine di promuovere la grande idea di un’Europa pacifica e integrata.
I Popoli d’Europa si sono liberamente uniti al fine di formare l’Unione Europea, che si basa sui principi di Libertà, Eguaglianza, Solidarietà, Democrazia, Giustizia e Fiducia all’interno e tra i suoi Membri. Un’Unione che non ha precedenti nella storia d’Europa.
Per molti in Europa, specialmente tra le nuove generazioni, la cittadinanza europea è divenuta una seconda natura. Non vi è contraddizione tra amare il proprio villaggio, la propria città, la propria regione o nazione ed essere, al contempo, convinti europeisti.
Nel corso degli ultimi mesi, più che in passato, l’Unione Europea si trova ad affrontare gravi sfide. Per la prima volta da quando il processo di integrazione europea è iniziato, alcune voci stanno ora parlando di ridimensionare certe tappe dell’integrazione, come la libertà di movimento o di abolire istituzioni comuni. Per la prima volta uno Stato membro ha espresso la volontà di lasciare l’Unione. Al contempo, altri invocano maggiore integrazione all’interno dell’Unione o dell’Eurozona oppure un’Europa a più velocità.
Su questi temi esistono differenze di opinioni sia tra i Cittadini che tra i Governi degli Stati membri, così come tra noi Capi di Stato. Ciononostante, tutti noi siamo d’accordo che l’integrazione e l’unità europea sono essenziali e che vogliamo che l’Europa continui come Unione. Solo una Comunità forte che agisce insieme è in grado di confrontare le sfide dei nostri tempi. Gli effetti di cambiamenti climatici, terrorismo, globalizzazione economica e migrazioni non si fermano ai confini nazionali, né vi si possono fermare misure che ambiscano a rispondere adeguatamente a tali sfide. Riusciremo a far fronte con successo a queste sfide e a proseguire il cammino verso l’integrazione economica e lo sviluppo sociale solamente lavorando insieme, come partner uguali al livello istituzionale.
Abbiamo quindi bisogno di una Unione Europea forte e inclusiva, un’Unione con istituzioni comuni e condivise, un’Unione che riesamina costantemente con occhio critico il proprio lavoro ed è in grado di riformarsi, un’Unione costruita sui suoi cittadini e Stati membri quale propria base vitale.
Quest’Europa ha necessità di un vivace dibattito politico su quale sia la direzione migliore per il futuro, a partire dalla base fornita dalla Dichiarazione di Roma del 25 marzo 2017. L’Europa è in grado di sostenere il peso di un dibattito che includa un’ampia gamma di opinioni diverse e di idee innovative. Bisogna resistere al ritorno a un’Europa in cui i Paesi non siano più partner uguali ma rivali, poiché costituirebbe un arretramento verso ristretti interessi contrastanti, contrario a un futuro condiviso e sostenibile su di un pianeta divenuto fragile. L’incontro di quest’anno ad Atene, così come i nostri incontri futuri, il prossimo si terrà a Lisbona nell'ottobre 2020, sono dedicati ad approfondire, allargare e arricchire questo dibattito.