Con il permesso del Magnifico Rettore, vorrei rivolgere a tutti un saluto molto cordiale.
Vorrei anzitutto ringraziare coloro che, con i violoncelli, i violini e il contrabbasso, hanno eseguito così bene l’Inno nazionale.
Rivolgo un saluto alla comunità accademica di questo ateneo, agli studenti - così ben rappresentati da Gabriele Uva - ai docenti, al personale tecnico-amministrativo e bibliotecario.
Vorrei rivolgere un saluto ai rettori di altri atenei presenti.
Un saluto al Presidente della Regione, al Ministro, con molti auguri per il suo compito, con questo mandato dedicato esclusivamente all’Università, che pone i nostri atenei nel risalto che meritano nell’azione delle nostre istituzioni.
Un saluto al Sindaco e, attraverso di lui, con molta amicizia, ai suoi concittadini. È un piacere trovarmi qui a Benevento.
Poc’anzi, visitando prima il museo e poi la chiesa di Santa Sofia, ho potuto verificare ulteriormente - e toccare con mano - quel che è ben conosciuto: il ruolo che nella storia e nel presente questa città ricopre nel nostro Paese.
Il rappresentante del personale - e non solo lui - ha detto che nelle aree interne si avvertono difficoltà maggiori; è come avere una posizione di minor vantaggio. Per fortuna i nuovi strumenti del digitale consentono sempre più di superare queste difficoltà.
Questo significa naturalmente che le istituzioni devono assicurare un immediato, veloce, prioritario intervento che rafforzi le reti digitali delle nostre aree interne, così decisive per il nostro Paese, non soltanto storicamente e culturalmente, ma anche sotto il profilo economico.
È quindi un piacere rivolgere a questa comunità gli auguri, con tutte le difficoltà che sono state evidenziate, ma con le grandi possibilità che gli strumenti moderni consentono, per restituire ruolo e rilancio a tutte le nostre zone interne.
Vorrei sottolineare, con particolare ringraziamento, quanto ha detto poc'anzi il Magnifico Rettore nella sua relazione così interessante e completa. Vorrei ringraziarlo per il riferimento che ha fatto all'esigenza di cultura. Il suo riferimento alla cultura dell'odio e dell’intolleranza - alla pseudocultura di odio e intolleranza - è importante in un momento in cui il mondo attraversa condizioni di particolare incertezza che si rinnovano periodicamente ma che sono, in questo momento, particolarmente allarmanti.
La risposta è qui, in questo Ateneo come negli altri. La risposta a queste deviazioni e a queste distorsioni risiede nella cultura, nel messaggio, nella trasmissione, nel rafforzamento di civiltà che la cultura consente e assicura attraverso i nostri atenei.
Ringrazio il Rettore anche per quanto ha detto nella sua relazione sul ruolo di questo Ateneo; tra i tanti aspetti interessanti che ha toccato, ne ha sottolineato la vocazione collaborativa: quella di collaborare con altri atenei del nostro Paese, con corsi congiunti, e con atenei di altri Paesi.
Questa apertura di orizzonte, questo sforzo culturale ampio, che è nella tradizione millenaria dei nostri atenei, è fondamentale per i nostri giovani, per il loro orizzonte, per la loro preparazione.
Ne ha parlato poc'anzi anche il Ministro sottolineando la vocazione internazionale che hanno i nostri atenei.
C’è un triste episodio di questi giorni che sottolinea l'importanza della comunanza di studio che attraversa le frontiere. Tutto il mondo dello sport, ogni continente, è rattristato dalla morte di Kobe Bryant, con una tristezza che ha il fondamento non soltanto per la sua capacità e la sua popolarità, ma, per il nostro Paese, perché si era formato qui, nelle nostre scuole elementari e medie.
E la comunanza di studi è quella che, al di sopra e molto di più dei legami politici istituzionali ed economici, lega davvero l'umanità attraverso i suoi confini.
In questa stagione - ripeto - di incertezze internazionali, la comunanza di rapporti umani che si crea con gli studi in comune è l'antidoto ai pericoli che attraversa la comunità internazionale.
Per questo motivo, la vocazione che il Rettore ha sottolineato, e che questo Ateneo interpreta, è davvero di particolare importanza.
Vorrei anche sottolineare un concetto che il Sindaco ha espresso sul procedere in questa stagione nell'incertezza nel dover affrontare le difficoltà che si presentano ogni volta diverse in momenti differenti.
Questo naturalmente è pienamente compatibile, ma richiede una visione di orizzonte lucida per il futuro. E questa visione è emersa quest'oggi qui, in questo Ateneo, in questa bella formula di far fare tante, diverse, brevi lectio magistralis ad alcuni ricercatori. Vorrei ringraziarli: l'ingegnere Sofia Principe, il dottor Ruzza, il dottor Scarano e l’ultimo ricercatore, il dottor Panichella, che ci ha illustrato così bene questo versante importante dei legami tra economia e diritto.
Ci hanno presentato una realtà di profondità di ricerca, di capacità di elaborazione - che peraltro avevo già visto prima di entrare in questa sala, per la cortesia del Rettore, con l’illustrazione da parte del professor De Rossi - di una realizzazione di ricerca scientifica di questo Ateneo: un edificio a consumo energetico zero che costituisce, oltre che un messaggio di possibilità di questo percorso, anche una dimostrazione di avanzamento della capacità di ricerca di questo Ateneo.
Ecco, i quattro ricercatori ci hanno indicato un percorso, in tanti diversi settori, di approfondimento e di ricerca.
Io vorrei sottolineare tre elementi che emergono dai loro interventi: quello del livello di capacità di approfondimento; quello della interdisciplinarietà, che certamente – come due di essi hanno detto - si collega, in qualche misura, anche alla dimensione raccolta di questo Ateneo - ma che, in realtà, è una strada obbligata per qualunque Università - che si diffonde sempre di più recuperando il senso dell’unicità del sapere in tutti i nostri atenei, e non soltanto nei nostri, ma in tutto il mondo.
Le interazioni che sono state indicate nel primo intervento - tra medicina, ingegneria, chimica, biologia - sono evidenti. E apprendere che è in fase di realizzazione un prototipo che consente diagnosi e cure tempestivamente in quel settore così rilevante per la nostra convivenza, che è quello oncologico, è davvero molto importante. Così come l'interazione tra geologia ed elettronica per monitorare eventuali rischi di frane.
E anche quell'interessante intervento che abbiamo ascoltato sull'utilizzo di quelli che sono erroneamente definiti ‘scarti del ciclo agro-alimentare’, sottolineando così due grandi valori: quello del riutilizzo delle materie prime seconde - come è giusto dire, come è stato ricordato - e quindi quello di un’economia sostenibile sempre di più; e dall'altro di come a questo si abbini una quantità di risorse economiche.
Questo è un elemento che va evidenziato e che, per fortuna, l’Unione europea sta sottolineando con grande efficacia, dando in questo senso un indirizzo esemplare a tutta la comunità internazionale.
L’economia sostenibile è farsi carico che il limite e l’esigenza di difesa del clima non sono un freno all'economia; al contrario, stimolano risorse e sono un motivo di crescita per l'economia. Così come, infine, il rapporto collaborativo, di intersecazione che vi è tra diritto ed economia.
Tutto questo ha dato, con queste quattro relazioni, il senso pieno dell’attività universitaria di questo Ateneo: approfondimento, trasmissione di cultura, indirizzi. Ed è l'ultimo elemento che vorrei sottolineare: le conseguenze di arricchimento economico e di crescita che questo comporta.
Quando l’ingegnere Principe ci ha detto ‘da questo deriva, può derivare e deriverà certamente una sollecitazione imprenditoriale, deriverà certamente una formazione di personale altamente qualificato, deriverà quindi crescita’ sottolinea il ruolo che la cultura e le Università esercitano per la crescita economica, sociale e civile del nostro Paese.
Ed è la risposta a quello che si è augurato lo studente Gabriele Uva poc'anzi.
Vorrei far mio il suo auspicio.
Un triplice obiettivo ha indicato alla fine, se non ricordo male: quello di un’università - questa come le altre - che sia centro di elaborazione di cultura e di conoscenze, e quindi di crescita e di benessere; quello di un Paese che garantisca l'ambiente e i diritti; quello di un mondo che garantisca libertà di tutti, singoli e popoli.
E con questo augurio così interessante - che faccio mio - rivolgo a questo Ateneo gli auguri di buon Anno accademico.