Palazzo del Quirinale 18/12/2020

Discorso del Nunzio Apostolico S.E. Mons. Emil Paul Tscherrig Nunzio Apostolico in Italia in occasione dello scambio di auguri natalizi

Signor Presidente,

A nome dei Membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Repubblica Italiana, che ho qui l’onore di rappresentare nella veste di Decano, sono ben lieto di esprimerLe i più deferenti auguri per le prossime festività natalizie e per l’inizio del nuovo anno.

Questo tradizionale incontro è sempre un evento solenne che manifesta la fraternità che unisce l’Italia con i Paesi che rappresentiamo e della considerazione che questa Nazione gode presso gli altri popoli. Quest’anno, purtroppo, non posso essere accompagnato dalle mie colleghe e dai miei colleghi per motivi ben noti, ma ciò non sminuisce in nessun modo lo spirito e l’intensità dei nostri sentimenti per la Sua Persona e per il caro Popolo italiano.  

Inoltre, tale incontro assume un valore ancora più significativo e profondo, con uno scambio di auguri che diventa, per gli scenari storici vissuti, uno sguardo fiducioso sull’anno che sta per aprirsi. Tutti noi speriamo che i mesi a venire possano offrire le risposte che l’intera umanità attende, non soltanto per quanto riguarda la pandemia, ma anche per le tante altre questioni politiche e sociali che minacciano la pace e la collaborazione tra i popoli e le nazioni.

In questi mesi siamo stati obbligati a riappropriarci di tutto quello che pareva acquisito da tempo e che ha sempre fatto parte del nostro vissuto quotidiano. Abbiamo dovuto confrontarci con le distanze che la pandemia ha imposto, cambiandone prospettiva e unità di misura. Sono state separazioni non volute che a volte hanno rischiato di snaturarci e che come forse in altre rare volte nella storia recente non è stato l’uomo a volere, ma a subire.

Ci siamo ritrovati vulnerabili ma allo stesso tempo consapevoli di quella base comune di umanità che, inesorabilmente, ci stava sfuggendo, nei tempi accelerati di un mondo che invece è stato costretto a ripensare il suo modo di vivere. E ci stiamo confrontando con quella libertà di cui Lei, Signor Presidente, ha affermato “rischia di indebolirsi quando si abbassa il grado di coesione, di unità tra le parti” (Intervento ai Membri dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani - ANCI).

La collaborazione tra i governi e le istituzioni, le imprese e la scienza ci lascia sperare che usciremo migliori da questa emergenza sanitaria globale. Ciò richiede responsabilità, lungimiranza e spirito di solidarietà. E per dire il vero, tale situazione non ha soltanto sconvolto le nostre agende, ma ha anche risvegliato il meglio che esiste in noi, cioè quella carità o bontà che è servizio disinteressato per il bene di tutti. Basti pensare alle testimonianze di tanti medici, infermieri ed infermiere, di quanti lavorano nei settori di prima necessità e dell’assistenza e di coloro che hanno dedicato tempo e fatica per le fasce più vulnerabili della popolazione. Questa generosa compassione per l’altro ci dona sicurezza per il futuro perché, come ricorda Papa Francesco, “non va perduta nessuna delle (nostre) opere svolte con amore. Tutto ciò circola attraverso il mondo come una forza di vita” (Evangelii Gaudium, 279). Ed è questa forza di vita che è seme di speranza in questo momento di incertezze e una risorsa per un nuovo inizio.

Spetta quindi a noi tutti, come Lei, Signor Presidente ha dichiarato nell’incontro con l’Assemblea della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, il 24 ottobre scorso, avere “fiducia nelle nostre capacità di affrontare questo momento cruciale con scelte e comportamenti che consentano di puntare alla ripresa della crescita, contenendo i contagi ed evitando costi ancor più elevati per la società intera e ciascuno di noi”.

L’esempio da seguire è l’eroismo di molti, la professionalità discreta e silenziosa di migliaia di cittadini ci ispira sentimenti di gratitudine, accompagnati da un vivo ricordo per quanti non ci sono più.

Concludo esprimendo la mia viva convinzione che la forza rigeneratrice da sempre presente nella persona umana ci farà superare anche questa prova, come è accaduto più volte nella nostra storia e ci permetterà di uscirne rinnovati.  

Grazie, Signor Presidente, buon Natale e buon Anno.